Critica Sociale - XIV - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1904

260 CRITICA SOCIALE negli atti; e, se è anima politica collettiva, perchò di classe, anche l'azione dC\'0 esser collettiva. Il timore degli inevitabili dissensi può consigliare, oltrcchò la prudenza, una via piuttosto che l'altra, ma non la ri– nuncia: in caso diverso, la ricerca dell'accordo unanime condurrebbe, come ho detto, all'inazione, che per le organizzazioni è sinonimo di morte o di non-vita. Vedremo nei singoli casi come praticamente si possano conciliare le diverse necessità, consentendo ai singoli consociati e magari allo minoranze, con certe clausole, una l'Orta libertà. di a:done. :Ma,indipendentemente dalla ricerca di questi accorgimenti tattici, la veri fa è questa: che il formarsi di una idealo costellazione di interessi collettivi, il connetter:.i dei fini JHtrticolari cPogni orga– nizzazione " ai pilt vilm:rnti ed urgenti problemi o ideali della vita nazionale ,, trova la sua esplicazione e la sua condizione in un'azione politica con tutto le sue s,•ariate forme, compresa. quella della lotta elettorale. 'l'utto il resto è vacuo e accademico; e ogni tentativo di sottili distinzioni è tentativo di pt·ocedere su un filo di rasoio, clM·eoccorre larghezza di spazio e comodità di cammino. ... Tornando ora alla Federazione degli insegnanti secon– dari e al prossimo Congresso di Roma, è facile preve– dere che il criterio della politica collettiva sarà riconfer– mato senza discussione (non ostante la segreta avversione di alcuni po!!hi), tanto piìt che i primi esperimenti - e q_uesto può anche acquetaro le preoccupazioni cli x. y. - banno dato buon frutto. Sull'orientazione politica sarà. invece vivissima la di scussione, e tre correnti si manifesteranno: una che vorrà. escludere ogni orientazione; un'<lltra che proporrà. l'ade– sione esplicita. ai partiti popolari; ed una terza che cOmbatterìi tale adesione JJer eYitare disaccordi e seces 4 sioni, ma dalla votazione del 24 giugno sull'ordine del giorno Varazzani trarrà la prova dell'intima connessione delle idealità. democratiche con le aspirazioni degli in– segnanti a vantaggio proprio e della scuola. La prima concnte non ha nessuna probabilità di ,•it– toria: tutto fa credere anzi che i sostenitori saranno pochi~simi, SJ)ecialmente perchò, trattandosi di proHe– dere a una condotta concorde nelle prossime elezioni politiche, la mancanza di orientazione significherebbe rinunzia all'azione. Le altre due correnti hanno comune il concetto fon– damentale: che solo una politica democratica, quale è fattn. (o dovrebbe esser fatta) nel Paese dai partiti po– polari, alla Camera dall1Estrema Sini::;tra, può provvedere efficacemente a vantaggio della scuola e degli insegnantii ma differiscono nelle modalità. La prima di esse è forse più logica, perchè va sino alle ultime conseguenze, ma non tien conto della timidezza e delle resistenze di molti colleghi, ai quali, Iler una opposta orientazione del loro pensiero politico individuate, l'adesione ai partiti popolari sembra una deliberazione settaria, che essi non sarebbero pertanto disposti a suhire. E per e\'itare una scissione di forze, dannosa e in parto giustiflcata 1 bisogna cavere a co11sequenliai-iis e non oltrepa~sare quel limite, sino al quale è tuttavia possibile giungere senza com– promettere il mantenimento dell'unione. A favore di questa opinione media, che è la risultanza delle espe– rienze fatte sin qui e risponde a quel criterio generico di apoliticità delle organizzazioni economiche, accennato in principio, stanno molte ragioni: ma io non mi intrat– terrò a parlarne, ancbo perchè ne ho già discusso am– piamente in una serie di articoli polemici sulla Corrente di Milano. Le maggiori probabilità stanno pertanto JJer il trionfo di questa opinione media, la quale sarà tuttavia una notevole affermazione di evoluzione e di maturità poli– tica della classe insegnante. T clienti rlella borghesia, come li chiamava pur ieri un rigido materialismo sto• rico, aprono la mente alla ,•isione dei complessi problemi della politica e intravvedono orizzonti nuovi e connes– sioni sino nel ieri insospettate. La scuola non è piì1 avulsa dalla vita 1 ma sorge da essa e torna ad essa; e nella politica, che è reggimento di popoli, che è \'ita collettiva, trova non il bacillo che la infetta e la cor– rompe, ma il soffio che la vivifica. Uoo Gurno Mo~DOLl'O. PER LE 8 ORE IN RISAIA Gli scioperi della primavera del 1904. TI. ~rez Jlro1·ta,1•ese • ])a questo centro era. irradiata tutta l'agitazione, e qui essa presentò lati più notevoli e risultati p;ù importanti 1 ve11endo a costituire ancora un episodio nella lotta che in questo Mandamento dura fra agri– coltori e contadini fin dal 1900, e che 1 dopo i primi scioperi incomposti del 1901 1 portò alla formazione delle Leghe e della b'ederazione 1 nel 1902 a nuo, i scioperi in occasione della semina del riso, finiti per accordi tra le due parti - e questa fu la vit– toria morale più significante - con varia vicenda da Comune a Comune, e nel 1903 all'agitazione per l'os– sen·anza della leggo Cantclli. Preparata e minacciata per quest'anno, comJ gilt fu detto, l'agitazione per le 8 ore e i 25 centesimi ai lavoratori locali, mentre si attendeva eia una se• duta all'altra la discussione e approvazione in Par– lamento della nuova legge Cerruti, gli agricoltori si mostravano assai titubanti a stringere, tra dicem– bre, gennaio e mesi susseguenti, i contratti coi la– voratori locali e forestieri, sebbene una circolare in– viata nei primi cli aprile dal Sottoprefetto di Mortara ai Sindaci del Circondario facesse invito a quelli di contrattare per ll ore colle mondine forestiere e per 10 ore colle locali. Da informazioni, che pervenivano alla li'ederazione lomellina, si sapeva che, un po' qua, un po' là, gli incettatori cermtvano mondine a 1 1 10, 1,20, 1,45, J ,65 al giorno per l 1 ore, vitto e viaggio a carico del proprietario, ed essa rispondeva esor– tando a rifiutare contratti che non fossero basati sulle 8 ore e i 25 centesimi, oppure, venendo, a te– nersi preparati per la lotta. l~d in complesso certo 3000 risaiole in meno immigmvano in Lomellina, sulle 15.560 accertate nel 1903. La domenica del 29 maggio, l'assemblea dei rap– presentanti 24 Leghe, dopo ampia discussione, deli 4 berava lo sciopero generale per l'indomani (30) per la conquista non solo delle 8 ore e dei 25 cent. all'ora per la monda, ma anche di patti migliori in tutt.i gli altri lavori agricoli, e cioè per In tariffa che si era votata nel Congresso di Mortara il 20 dicem– bre 1903 ('). ( 1) Per y1;. 11omt11t (mh1im11111J - Nella stagione hl\'crnalo dnl 1° no• \'Crnbre RI28 rebbrnlo, cent. 1a oll'orn o non J)IÌ1di 6 oro nl giorno. ~c\le nltre stagioni: Ja\·orl da badile 20 eent. all'ora fdl'asclutto, za ceni. all'ora llCll'ftCqlm, O ll011 J)IÌI di 8 ore; lil.\'Orl SpCCIUll (hlQ"IIO 11rnll, sto111itc,messi, trebbiatura, ecc.) ccnt. 40 all'ora e non JllÙ tll 9 ore. Autunno: foglio i-lso o lavori sull'nla, eent. .f.;> all'ora e non più di s ore. l'e,- le dom1e (min/11111111 , - Tutti I lavori della donna, csrlUSll :a

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