Critica Sociale - Anno XIV - n. 15 - 1 agosto 1904

238 CRITICA SOCIALE nelle sue aspirazioni verso l'ideale di una ciYiltà. pii', Quando si pensa che la scienza, in ratto di applica– zioni nel campo industriale, è semplicemente ai primi albori, quando si pensa ai passi giganteschi, ai veri mi• racoli cui in pochi anui la scieuza ci ha fatLo assistere, quando si pensa che novelli orizzonti si schiudono in ratto di utilizzazione dello forze cosmiche per il lavoro sociale, quando aleggia la speranza che le immense energie dei grandi corsi di acqua di qua e di là degli oceani possano essere trasmesse e godute a grandi di– stanze, che il calore del sole, origino prima cli ogni at– tività, possa, in una forma immediata, fornire la forza all'attività produttrice dell'uomo, la fede nella prossima redenzione dell'umanità lavoratrice non è pii', un sogno, ma un augurio destinato aò a\'Verarsi ben tosto, con cer– tezza pari a quella con cui si predice un fenomeno astronomico. A.I proletariato di oggi che soffre, che lavora do<lici o quattotdici ore, per il qunle la natura non ha un sor– riso, che ò ignorante, anilito, schiavo della supersti– zione, che, come ieri si prostituiva e stende,•a vilmente la mnno, oggi esplode in un impeto di incosciente ri– volta, a questo proletariato succederà - come al rude mulattiere seguì l'intelligente ferroviere - un esercito di lavoratori fieri, gagliardi, coraggiosi, consci dei propri destini: ad essi sar:, riservata la gloria di compiere la ))ili grande e benefica rivolur.ione di cui la storia possa vantarsi - la rivoluzione che riavvicinerà il lavoratore ai mezzi di produr.ione, ridonando la felicità nl lavoro, la pace, l'amore all'umanità. TOMMASO YAGLJASINDl, La Critica Sociale e il Te1111,o, per Milano: (1,m10 L. 20, semestre L. 10,50 - per il i·esto d' Ctaìia: anno L. 24, semestre L. 12,50 - ver l'Estero: anno L. 40, semestre L. 21. '.lL' ignoran3a bella bonna Nella lotta sociale cd economica dei sessi, la donna, a misura che guadagna di indipendenza e di inizia– tiva, si mostra più ar<lente. Ma ella rimane male armata. ·g la causa principale della sua inferiorità è la sua ignoranza. A questo riguardo, la sua situazione è quella di tutti i deboli, dell'operaio specialmente che, poco preparato 1 è spesso incapace di risolvere da solo le questioni a cui la sua sorte è vincolata. Giornne, ella ignora completamente la parte che dovrà rappresentare nella famiglia, non ne conosce nè i doveri, nè i pericoli. Amante, sposa, madre, per penoso tirocinio perseguito al momento in cui la sua attività dovrebbe essere già illuminata, ella deve sodisfare alle necessità della sua funzione multipla. Nella famiglia, le è attribuita una competenza ch'ella non ha; poichè la qualità. di donna non basta per essere buona massaia. E quando le accade di uscire da questo campo limitato e di compiere uo atto so– ciale un po' complesso, la sua insufficienza risalta. Prima dunque di accusare la sorte e gli uomini, la donna deve persuadersi che la causa reale della sua inferiorità socinle e delle sofferenze che ne deri– vano per lei è la sua ignorAnza.. Cerchi ella cli provocare le riforme dei costumi che le convengono. . .. Ji~clucatanella concezione nrnscolina <lipurezia un po' ingenua, ella giunge all'età de1le passioni senza avere alcuna nozione precisa sul suo destino ses- suale. So benissimo che ben raramente ella giunge sino all'ingenuità cli credere alla nascita dei bam– bini sotto un cavolo; ma ciò non basta. Avdene so,·ente che la donna esca dal primo con– tatto con l'uomo scelto da lei, con dri disinganni profondi. Ciò perchè ella aveva collocato troppo in alto, o piuttosto troppo fuori della natura, l'idealo del suo affetto. La verità è pitl vicina alla terra e può spesso ferire chi ha sempre gli occhi levati verso un sogno candidissimo. Considerate la mPntalità d'una fanciulla la quale, da che la sua intelligenza è aperta con una certa coscienza sul mondo esteriore, non ha. veduto della. vita che un puro scenario. [ particolari passionali le sono nascosti con cura i e malgrado la curiosità che quei misteri svegliano indubbiamente in lei, la presa attitudine morale, sebbene tutta esteriore, male la prepara a considerare sanamente e con logica le realtà cli quest'ordine. In tali materie, è bene non lasciarsi mai ingan– nare clall\lpparenza delle fanciulle e non crederle al contrario sufficientemente informate. Questa è un'opi– nione errata. Come medico 1 ho potuto spesso seguire lo sviluppo mentale delle fanciulle; e ho notato che, anche in gente nella quale il linguaggio e le ma– niere erano rilassate e apparivano sos1>ette, questa conoscenza speciale era molto approssimativa e in– taccata chi errori pericolosi. [o mi ricordo d'una gio– vane che aveva da parecchio tempo rapporti col suo seduttore e che non si era ancora resa conto di ciò che la differenziava in quel momento da.Ha vera fan• ciulla. Ecco quindi un capitale che era stato mal custodito, perchè la proprietaria non sapeva esatta– mente in che consistesse. Quella giovane era tuttavia intelligente. E non sono poche quelle che si tro,·ano nello stesso caso, o che mancano cl'altre nozioni al– trettanto necessarie. Di solito, noi siamo portati a indurre dalle parole le azioni; così supponiamo più dissoluto un semplice millantatore, giacchè la millanteria si alimenta a questa sorgente, negli uomini almeno. Quando, in una certa classe sociale, si interrogano gli ammalati sui loro antecedenti, non è raro che essi si pretendano, per semplice glori uzza, affetti eia sifilide; il fatto si osserva sopratutto al principio della paralisi generale, ove il soggetto si onora d'aver contratta molte volte (e non ò vero) la triste malattia. Questo disaccordo fra le parole e gli atti si ri– scontra egualmente nella donna. Potei osservare una giovane che conduceva la vita della prostituta, il cui linguaggio aveva l'impudenza delle vecchie professio– niste, e che era vergine, non avendo ancora potuto vincere nn'a.pprensione fisica riguardo agli atti di cui ella parlava con incosciente cinismo. Quale freno, dunque, può dare la cognizione alPat– tività imprudente della fanciulla? Nessuno, poichè ella questa cognizione non l'ha che allo stato rudi– mentale. Egli è per questo che, ogni giorno, si ve– dono perpetrare abominevoli attentati su fanciulle ingenue,, senza che esse li temano o procurino di evitarli. E alla loro solo ignoranza che bisogna attri– buire la nrnggior parte dei contagi sessuali che le macchiano senza destare la loro attenzione. 1[o ve– duto parecchie madri di famiglia, contaminate dai loro mariti, le quo.li non sapevano a che cosa attri– lrnire l'affezione onde soffrivano. Esse dovevano così ignorare per sempre la nat.ura. del loro male, del quale il segreto medico rendeva il divulgamento im– possibile. LI vizio stesso non apporta u11 1 istruzio1w panillcla ... Ne' miei anni di studente, vidi spesso delle monelle infettate profondamente, e sotto molteplici forme, ma che ignoravano le loro degradanti inrermità, con– tratte allegramente all'esca di un'infima moneta, talYolta per una sigaretta, per un arancio, per un bicchierino di siroppo !...

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