Critica Sociale - Anno XIV - n. 15 - 1 agosto 1904

CRITICA SOCIALE 239 .i\la l'ignoranza sessuale della donna ha conse– guenze pH1 indirette. La sua parte, nell'associazione con l'uomo accettato, si estende molto piì1 lontano. l~lla devo comprendere il suo compagno, se vuole affezionarselo e agire in una certa misura favorevol mente su di lui. Ora, qui ancora la sua inesµerienza è evidente. Quando ella si dà anche illegittimamente, nel suo pensiero è per la vita intera. rnterrogate su questo punto la fanciulla; ella è di istinto monogamo e l'unione non le ap1>are desiderabile se non con la chrnsola della perennità. Ciò perchè ella giudica coi suoi sentimenti di natura limitatamente intellethiale; e infatti, spogliati di tutti gli elementi organici, questi suoi sentimenti non sono punto illogici e possono sussistere indefinitamente in un mondo di puro pensiero. )(a l'uomo app~rterà nella sua incli– nazione un elemento diverso, ed è con le sue son• sazioni, mobili, attuali, ch'egli amerà... .Ed ecco il principale disaccordo che rischia di introdurre nella coppia gelosie e ire sempre presenti. La donna sof– frirà molto della sua opinione assoluta sulla portata concreta degli impegni reciproci.:~ se ella manifesta esigenze intempestive o moleste, rischia di ferirsi contro le punte di questo disaccordo che si accen– tuerà sempre pii1. In tutte le unioni giung-e sempre un giorno in cui la donna donà divenire la semplice compagna dell'uomo. ro so bene che la donna, educata per piacere è che per lunghi anni non ebbe se non questo pensiero limitato, non vi rinunzia senza soffrire; ma la legge naturale, per quanto dura sia, dev'essere obbedita passivamente e più ancora di tutte le pre– scrizioni delle autorità civili. -""* Ma ceco la donna unita e pronta. a compiere il suo destino naturale, che è quello cli essere madre. L,a sua ignoranza su questo fine della sua vita è as– soluta . .l!J io non voglio ancora parlare dei suoi do,·eri di nutrice e di allevatrice cli bambini, che si tentò di illuminare con dei corsi di puericolturn _[og-uarclo alla sua funzione cli creatrice - per la quale non vi può essere alcuna sostituzione. A lei sola appartiene la missione di formare l'essere concepito e di nu– trirlo della propria carne, sino al momento in cui egli può respirare fuori e vivere di una vita perso– nale. Ora, che cosa sa la giovane madre delle con• dizioni di quest'obbligo tanto delicato? Nulla cli preciso. l~cco dunque come vien compiuto l'atto sociale piil importante, poichè è dalla sua esecuzione pill o meno abile che dipende la salute delle generazioni future, cioè la continuità del progresso fisico e morale della razza. Se ne incarica senza preparazione la prima venuta e principalmente la pii, povera e la meno istruita - poichè la fecondità è in rapporto inverso con gli agi soci~li. Questo fatto, che ci appare con la forza dell'abitudine, è cli una grande assurdità, a chi lo considera con una certa astrazione dai pregiu– dizi attuali. Più tardi, quando tutte queste questioni saranno divenute materie di un insegnamento me– todico per gli interessati, invece di essere dissimu– late sotto folte tenebre, nocevoli a tutti e special– mente alla donna, tutti si stupiranno della nostra tattica davvero stupefacente. Tn questo modo, si sono create dappertutto scuole professionali 1>eril mobilio, il ricamo, l'orologeria, ecc., e si cerca anche di sviluppare e di dirigere l'istinto artistico, che sarebbe forse il solo a poter profittare d'una coltura assolutamente personale, quando invece la creazione e la formazione dei bambini sono abban– donate alle cure di giovalli donne, piene di buona volontà, ma che non furono mai preparate a questa funzione. 'Esse avranno forse imparato a tagliare una veste o a decifrare penosamente al pianoforte un valzer di moda; e il c6mpito che in un dato mo– mento incomhen\ bruscamente su di loro, e che in– teresserà sopra tutto la vita d'un nuo,·o essere(' la loro esistenza, è eia loro pili ignorato della stessa geografia del Tibet ... Nella famiglia, dove la fanciulla potrohbe ricevere buone nozioni, le sono invece na– scoste con la maggior cura, come se esse concernes– sero fatti vergognosi e criminosi. La conseguenza di questi errori è che la donna entra, disarmata e ingenua, nella carriera pericolosa della maternità e ne esce come ella può, sovente ferita, e il suo bimbo ammaccato dal viaggio impre– vidente. Un solo fatto prova l'utilità di certe misure di precauzione. Si può sostenere che, ne11a classe meno agiata, la donna. è la meno curata, la più esposta agli accidenti e alle malattie. Ora, gli esseri difformi, quelli che noi chiamiamo, in medicina, col nome barbaro di most.ri , nascono assai spesso da donne povere, costrette sino all'ultimo momento al– l'obbligo d'una attività penosa. [o non voglio, oggi, qui dimostrare come è sovente responsabile la madre d'un essere degradato, conce– pito in circostanze imprevidenti, durante la bria– chezza, nel corso d'una malattia, ecc. - questo sarà oggetto di un altro articolo. La donna. non è punto pii1 illuminata come nu• trice ... Molti credono basti l'istinto per trasformare una fanciulla ignorante in una madre illuminata e benefica. Ciò non è vero. Vi è un'arte per allattare un bambino, per vestirlo, per tenerlo pulito, pel' sYiluppare progressivamente le sue diverse funzioni il suo corpo e il suo spirito - un·arte che bisognd imparare. Là, dove la devozione più assoluta, l'amore meno egoistico possono essere perturbatori e noce– voli, l'esecuzione metodica cli certe regole utili ò efficacissima .. Dimostrerò un'altra volta che la donna non è punto meglio preparata ai suoi obblighi di massaia e che la sua inesperienza è sopratutto manifesta in tutti gli atti sociali che escono dai limiti della vita fami– gliare. Oggi ho voluto semplicemente segnalare l'in– sufficienza della sua preparazione alla sua funzione pili ineluttabile, alla sua funzione sessuale. Per con– siderare in tutta la sua portata questa educazione} che chiamerò muliericultura, bisogna penetrare nella sfera sentimentale. Lo studio delle passioni non sa– rebbe affatto. mal collocato nell'istruzione integrale della donna. Perciò non si avrebbe che eia seguire l'esempio dei teologi e dei filosofi laici più casti, che hanno sempre considerati i movimenti dell'anima come le prime materie delle meditazioni e dell'edu– cazione. La chiara nozione dei sentimenti aiuta meglio a comprendere, a penetrare, a tollerare altrui, che non il semplice desiderio, un po' ingenuo e insufficiente cli piacere e cli affezionarsi per sempre. ' Guor,rnum EvA,.\'S. Abbimno pu.bhlicato in volmne: SYLVA VIVIANI LE RIFORME MILITARI TECNICHE I. ùH lVIH~IfiH · Centesimi GO

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