Critica Sociale - Anno XIV - n. 15 - 1 agosto 1904

CRITICA SOCIALE 235 relativo n questi ultimi onni o RI mercato di Broni, dove viene a vender:Ji huona parte delle U\'e di C1rnnrto (uni firttl o hastnrdn): l"VA FISA I \' A UA!o:T\ltllA l'\"A SOSTRASA Anni 11rc11.ometllo 11r('no 11a•dlo 11rezzo medio p<>r quintali' p('r i1ulntnl<' per 11ulntale 1800 I,. 32,40 I,. 211 I,. 19, IH91 ' 27,20 " 20,so 14,90 1892 ' 27, - 11 21,10 , 15,- 1~9:1 23, " ts. " 14 1 60 J!',94 2-:,- 71 21,- ' 17,90 li\~!', ' 23,SO 21,◄0 . 16,50 1896 " 23,50 . 19, 15,80 ll'(!l7 2~,70 71 23,20 , 18,50 IK!l~ 21, • 22,- " 17,- 1809 ' 28,-10 ' ~I, 19,80 1900 ,, 23,- ' 18,- " 14, ~ 1001 ' 19, ' 13,50 " 10,- 1902 ' 22, ,, 16, " 12,50 .) 0 J nmedi l' l 1i11iz,afwa JJrtt'flla. A porre ri- paro 1i <.1ucstostato di cose, t:ho noi vediamo peg-– g:iorare di anno in anno, anche c1uanclo la scarsitit clt•l raccolto purrchbc dovcs:,o frenare il rinvilìo con– tinuo dei J>rczzi,non è certo :,urfìciente la iniziativa priVfHU. Infatti, per non lasciare che- le- uve, che superano la rirhict1ta del piccolo rommcrcio, radano nelle mani cleg-li 8peculatori, i quali, oltre 1>ag-arlc poco, le ado– perano come materia. prima per 1C' adulterazioni, i tal,{li C' h.' sostituzioni che viurno rendendo sem1>rc più dirficilC' la nostrn posiziono rommerciale, occor n•rehhe chC'I i proprietari fossero in ~rado di utilit.– zarle a 11rodurre un ,ino di tipo co:3tante che po– tc-.se dechmmente impor~i nei merrati ,·icini e farsi conost.•crc pure in <1uclli lontnni. )la, oltre che i no– stri propril'tari, avvezzi da molti unni a vendere con profitto h• loro u,'c alla vcndC'mmia, non hanno le cognizioni tecniche necossnric per produrre razional– mente vini stimati, hon pochi di essi si trovano ad avere loc·uli t\ recipi<•nti s11ffìoic11ti u. ricevere neanche una rnotìl dt•ll'uv1L da loro pl'Odottu: bn!:!ti dire che, in tutto il C:omuno, con una. produzione ,·iticola così considt•rc,·olc, ('ome SOJlrfl. Ki è detto, non arrivano a di<•ci IC' ('antine con una cnpucità di qualche cen– tinuio di <.>ttolitri. I•: v'ha •li pii.i. I.a meclin dPll'e~lC'nsione delle pro· prif'tà prin,te ù piccoli:..:-.imn:dei !)jj proprietari cui ~i è ROl)nt. llC('ennato, i99 possiedono meno cli ,liC'ci pertiche di terreno, O:J ne possiedono da di<'ci a venti, 4~ eia V<'nti a cim1unntu, 9 da cinqtrnnta a otrnnrn, ~ eia ottanta a ronto, o soli a 11ii1di cento. Oncl'1\ ('hr, ~e ~i tien cakolo r>uro dC'I fatto che un solo ))rOpriNurio 1 anrhe ,;(' pirrolo, possiede mag-ari due' o tre tll)Jlf'zzamcnti di vig-nil in posizioni variate <" 1·on d1tfrrcnti ,,itigni pn•dominanti così da dare divC'r~ì ti)li di ,·ino, se ne deduce rhe non si po– tranno nrni ricercare n('i priv11ti le condizioni per una ini1.ii1th·n qualsiasi intesa Il, frenare i mali sopra lamentati. 11. l)i11lorvo11to ilei Comuue e In Uunici1mlizznzio110 del servizio. I O Neres.~itù dell'intrn•mto riel rom une. - Nelle condizioni sopm esposto, quello che non possono faro i privati lo dc,·C' farr la collettività. Chi 1>ensagse di lasciare il còmpito di pron'edero lli mali lumcntuti ad c,·entunli as!-lociazionidi privati orglrnizt.ntisi JJCr costituire ('1rntinc sociali, 11011si a,•viciuerebbc certo alla soluzione ciel problema. Da quanto si è eletto, ognuno vede infatti che una Can– tina sociale sarebbe rcalmrnte utile <1uando potess<' e:-1sere<liretta dn per~ona trcnicu 1 che avesse a sua di8pOsizione macchinario, locali e tutto quanto oc– corre per inlrodurrr, anch,• per lo uve di Cannrto, le norme razionali di ,•inificnzionc-i ciò che è pOi!l!i– hilr ~oJnmontc <1unnclo Ri lavora una quantità rcla– ti,•amenl(" consiclerevol<' di materia prima. Ora, 1-1c tale quantità di uva potrebbe farilmcnte avrrsi da capitaliàti estranei nl Comune 1 o dni maggiori pro– JJrictari del Comune ste!isO fil che però può far na– HC~rc il pericolo che prC'ndnno il soprav,·ento criteri di 1-1prrulnzione che finirchhcro per ag~ravarc la cri8i dell1L mng-gfora.nza), difficilmC'ntC' lo si cercherebbe in una UH!-!0riazione di piccoli proprietari. Organiz znrr un numero rilevnntc ili questi ultimi, dove hnnno ,,hitndini cstrc-mnmento individualiste e sono lt!:!tmlutumentc privi di mezzi cC'onomici e si trovano nella necessità di roalizznr0 subito il prezzo dei prodotti delle loro torr(', non è cosa nè facile nè hrrvC', mentre invece la situozionc impone prov,•ccli• mrnti skuri e pronti Nrl vidno Comune di )lontu l)('crurin la. co~1L è statn possihilr (certo però 11011 mancarono le difficolt1'1 porch(' il territorio ciel Co– muru-1 al quulc ~i t•,-,trn,tc qu('llu l'0opernth·a cantina soririlr, ha una superficie quasi tre volte magg-iorc di quella. ili Canneto e pc-rrhl' vi sono in notevole numero i 1>roprietort nwdì rhe disJ>ongono di una certa. quantitì, di nrnterin prima. e le cui condizioni el'onomiche non ~ono COdÌ rovinose come quelle elci pii1 1>iccoli proprietari. I.e condizioni del Comune di ('unneto, come si KOIIO ,tescritto f)iÙ sopra, sono af– futto cliv('r8e, Pt. 1 rtanto <1ui è il Comune rhc deve agire nell'in– trre>~scdella collettivitìt, e che- deve farsi il centro di qurll'organizzazione della produzione e del com– nwrcio1 chC' altrimenti non sarchbr possibile. rnvccc di una. ('unti1m sociale ':li drvP fare una Canllna rr,– mu11ulr. 2° U•yittimitù r/1 una ranlma <·omuuale. - Ln Cantina co11111111. llc c he si propone presenta nella. fttt– ti~podc considora.ta, e cioò n<•llo condizioni cl1am– birnto t rn cciate, uno dei rasi piì1 tipici di mu11ici- 11nlizzu,do110 pura. Si trnttn di provvedere, da 1>artC' clC'll'lmpresa rom una le, 1ul un ,·ero hisogno generale, ri-.1>ondr11t<• non solo nlla toti\litit dei contribuenti, ma quri~i ulrin«'rn lllRH!ifi df'i C'Olllllllisti. Tutti i CO· munhdi trnggono il loro reddito da una sola indu– :,1triu1 tutto il sistemtl tributurio è imperniato ::.u quc~ru industria; intcrcs~e supremo dei sin~oli co– munisti e del Comune' si è quello di potenzhtrc al mus1:1imo la produttiviti\ dello singole imprese, otte– nendo un aumento nel margine dei redditi. Xel caso presente si tratta nnrhc di J)Orrc ostacoli alla ton• ilC'llZtl nel una diminuzione dei redditi, il che C'qui– VHll• nel un abbaijsllm<'nto nel tC'nore generale di vit1L Tutta l'economia clC'I sistC'ma è interesoata a <1uesto 8Copo: lo scopo non si può rRg,!?iungere indi– viduulmente, gi tratta di raggiungerlo rollettiva– nwntP. Ln ,i.:iustificazionc d(•ll'intcnC'nto del Municipio ò e,idenlc <' si im1>onc. Il co1:1to !!IOJIJ>Ortato per questo intcn-cnto non san\ sopportato da una classe cli rit– taclini a. vn.ntaggio di alcuno nitre, ma. ogni citt11• dino Hopporteri\ una parlo dì rosto proporzionata ni vn11tugg-i ohe ne potri\ ritrarre. In 11ltirn1l analisi, il costo del Comune si risolvr in unn scrio clioperazioni di credito fatte a vantag-g-io dei comumgti e sull(' quHli <1uesti ultimi dovranno fHt1,rnre rC'J!0htrmcnte quote d'ammortizzo e quote di int<•n:~sc. Il Comune dovr,'1 ~nrnntire la restituzionr cli un rnpitalo mutunto e dt•st111ato tllla costruzionf' ch\i loculi dt•lla C'antinn ('fl nl loro arredamento, t. 1 do, rà successivamente, anno per anno, garantire il

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