Critica Sociale - Anno XIV - n. 15 - 1 agosto 1904

234 CRITICASOCIALE ;,;ione legale della maternità. operaia. Le organizzazioni del proletariato hanno riposto sul tappeto il problema con ferma coscienza; l'Ufficio del lavoro ba condotto a termine un'inchiesta preparatoria, con quella precisione e quella larghezza di vedute che son proprio di chi lo dirige; e del materiale statistico raccolto l'on. 'l'w·ati ho potuto ,•alersi per porre le basi della nuova assicu– razione sociale, in una nitida ed esauriente Relazione che fu presentata e approvata, colle sue conclusioni pratiche, nell'ultima adunanza del Consiglio superiore tlel taroro (21 maggio 1904). La questione entra così nella sua fnse risolutiva. La Cassa,di maternità dovrebbe quindi divenire presto un ratto compiuto. Mentre si aspetta la presentazione del disegno di legge in Parlamento, non sarà male che si vedano da. vicino quali dovranno essere ~ a maggiore vantaggio del proletariato femminile - le basi tecniche della istituenda Cassa nazionale. Con questo esame porrò termine al presente modesto studio. (Continua). 01uL10 CASAL1s1. Prof. AN'l'ONIO GRAZIADJ;;[ (dell'Unl\'ersità di Cagliari) IL MOVIMENTO OPERAIO Cent. 20 (presso la Critica Sociale). PER L'IMPIANTO D'UNA CANTINA COMUNALE A CANNETO PAVESE. <•> r. lio condizioni clell'nmbiento. 1° Popolazione e suf rondizioni. - TI Comune di Canneto Pavese, secondo l'ultimo censimento, conta una pOJJOlazionedi 301•~ abitant.i, le cui condizioni sono le seguenti: 182 famiglie sono di nullatenenti, 955 sono di proprietari. Oelle prime, 156 famiglie esercitano l'agricoltura e solo 26 sono dedite od altre occupazioni (4 fa.le – gnami, 5 calzolai, I sarto, l fabbro, 1 arrotino, l bot• taio, 3 muratori, 4 fruttivendoli, 1 meccanico, 2 car– rettieri, I tessitore, I mediatore, L maestro), diven– tando esse pure quasi tutte di agricoltori nei periodi in cui si ha bisogno di molta mano d'opera, e risen– tendo tutte in ogni modo, direttamente o indiretta– mente, delle condizioni in cui si svolge l'agricoltura. Non si può dunque aver tema cli errare asserendo che l'intiera popolazione trae ogni sua risor1m dalla coltivazione della terrn. 2° Il sistema tributario. - Ciò che si dice della popolazione va detto anche del Comune, le cui on• trate complessi,,e, risultanti dall'ultimo consun– tivo L902, sommano a L. 41.834,24 1 di cui: L. 6027,98 provengono da imposte diverse, al• cune delle quali (bestiame, peso pubblico, ecc.), gra– vano indirettamente sull'agricoltura, ed altre (tassa. ( 1) Il Consiglio Comunale di Canneto Pa"ese, J)Crvenire In some,·o della crisi ,·lttcola, delll,era,·a nello scorso autunnO di 1i1111lantare una Cantina comunale e dava Incarico all'lng. Angelo Omodeo (Il 311lano di allestire un 11rogelto per 11relativo Impianto, mentre affi. dova n una Commissione llPCClaledi studiare Il 1,rogetto -1\nanzlnrlo e di fare J)rOposte sul funzionamento della Cant1n11 ste~sa. La Commtselo11e ,·enne cosl composta: Bazztn! Carlo, Jlroprletnrlo; dott. Glliertlnl, 11er la Cattedra ambulante di agricoltura di 1'1l\'la; Montemartlnl 1iror. Glo,•annl; .Yontemarttnl dott. Luigi, relatore; rerduea dott. G1use1me; Sal\'lnt 01use1ipe, enologo; 1.fL\'!l.tarelllFe• 11cc,sindaco. 1 suol studi e 1e sue 1irOJlOStesono rnccultt In questa m1a re1az1ono al Consiglio Con11.1nale. lm. cli famiglia) non sono, in ultima analisi, che sovra· imposte sul reddito agrario; e L. 35.806,26 provengono dalla sovraimposta sui terreni. Così che quasi il 90 por cento dell'intiero carico tributario proviene cla.ll\ 1gricoltura. 3° L'-i11dustria agricola, r la vìticQllura. - J~ ora da osservarsi che il tenitorio del Comune ha una estensione di ettari 580, are 75, centinre 50, di cui sono coltivabili e coltivati ettari 533) are 93, cen– tiare 61, e cli questi sono coltiva.ti a vigneto (classi• ficazione del Catasto nuovo): J-:tt. 63 are 96 cent. 75 di 1 3 cl. 187 " 62 :,4 . 2' " 158 " 80 26 3" " " 7] " 89 51 Il 4a !I e cioè un totale di Ett. 482 are 39 cent. G così che quasi il 96 per cento della superficie colti• vabile è a Yigneto e le altre coltivazioni si riducono a soli ettari 51, are 64, centiare 55 per la maggior parte cli 2a o di 3a classe e tutti frazionati e posso• cluti da propriehni, cli cui ognuno, si può dire, pos• siede contemporaneamente anche terreni vitati. i.,_: la coltura della vite è praticata in modo così intensivo eia non renderne possibile quasi alcun'altra, tnnto che, mentre la produzione viticola si può cal– colare (accettando una media di quintali 60 per et– taro, sapendosi che vi sono dei massimi di produ– zione cli 120·14-0quinbtli ottenuti da parecchi piccoli proprietari) a circa quintali 30.000 cli uva all'anno, le altre produzioni sono affatto insignificanti e la loro valutaiione sfugge ad ogni stntistica un po 1 precisa. 4° Evolu:;ioue dei redditi e delle condizioni econo– miche. - Ciò premesso, vedasi quali sono le condi· zioni della viticoltura. a Canneto Pavese. L'uva ed il vino di questo Comune venivano, e per buona parte vengono ancora, venduti a prezzi abbastanza rimuneratori nel piccolo commercio, spe– cialmente nella vicina bassa Lombardia (provincia di )filano o Pavia), dovo questi prodotti sono molto stimati e considerati come di lusso. Xon è però più possibile nascondersi che i prezzi di affez.ione di una volta vanno a poco a poco riducendosi e restringen· dosi a quantità sempre minori cli tali prodotti, così che ogni anno ne rimangono escluse partite sempre più considerevoli di uve, che devono esser vendute ai prezzi rovinosi comuni alle altre plaghe viticolo che dànno prodotti meno apprezzati. E se questo può essere qualche volta, ma solo in parte, spie– gato, o per il ritardo dei lavori agricoli autunnali nelhL pianura lombarda (per cui sono trattenuti lon– tani dalle nostre piazze i fittabili che sono i migliori acquirenti), o per le pioggia autunnali che precipi– tano il raccolto dell'uva e interrompono spesso (col– l'ingrossarsi del I)o) le comunicazioni colla Lomhar– clia, è specialmente però dovuto al monopolizzarsi del commercio nelle mani cli grandi negozianti i quali, portando sui nostri stessi mercati prodotti adulterati, o provenienti da altre regioni 1 o ottenuti con tngli fatti pili con criteri cli speculazione che seguendo le norme delPenologia, vanno abituando i consumatori a tipi di vino nè costanti nè naturali, mentre fanno via via scomparire il tipo classico dei nostri colli, un tempo tanto ricercato e apprezzato. La forte diminuzione dei prezzi medii delle uve, difficile a constatarsi in tutta la sua dolorosa. verità perchè specialmente i piccoli proprietari usano te– nere nascosti con ogni cura i prezzi da essi realiz– zatii si può però desumere dal seguente specchietto, comunicatomi dalla Camera di Commercio di Pavia,

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