Critica Sociale - Anno XIV - n. 13 - 1 luglio 1904

CRITICA SOCIALE 203 bussola direttiva per le organizzazioni dei paesi pii1 progrediti. Anche in rtalia, del resto, non poche organizza. zione sono già. su questa via. Cito a titolo di altis– simo onore la Federazione dei tipografi, la Federa– zione edilizia, quella dei cappellai, e l'organizzazione dei lavoratori del porto di Oenova. Xon va infine dimenticato che la condotta più o meno economica degli operai dipende, in gran parte, dall'atteggiamento stesso degli imprenditori. I quali ~ioveranno a. sè medesimi ed alla causa generale del progresso, se, invece di ostinarsi a voler conser– vate forme di autorità che non sono piì.1 dei nostri tempi, riconosceranno nelle organizzazioni operaie un fatto naturale e perciò inevitabile delle economie più progredite; conserveranno con esse un ragionevole contatto, e le informeranno lealmente, quando ciò sia necessario, della situazione della rispettiva in• dustria. 'l'roppi, veramente, si preoccupttno della condizione di cose che verrebbe a crearsi, quel giorno in cui gli operai non potessero ottenere un ulteriore mi· glioramento del proprio salario, se non a. spesa del profitto minimo dell'imprenditore. Molti anzi temono che il movimento operaio debba essere spinto, dal suo stesso impulso, a precipitare una situazione così grave. )Ja sembra a noi che una tale previsione riposi sopra un gravissimo errore: l'errore cli concepire in una condizione statica un fenomeno che, per l'am– biente stesso in cui si svolge, deve essere in,•ece considerato in una condizione dinamica. Se le nostre conoscenze non progredissero; se non si scoprissero ogni giorno nuove forze e sistemi sempre piÌ.Lproduttivi per usare delle forze già note; se il mondo industriale non si trovasse in una tra– sformazione continua: allora le domande degli operai raggiungerebbero ben presto i limiti che noi sitp· piamo contrapporsi loro in ogni dato momento, e potrebbero anche essere tentati di superarli. Ma poichè 1 al contrario, noi viviamo in mezzo ad una so– cietà che si evolve incessantemente, e la grande in– dustria crea le condizioni economiçhe più favorevoli per la immediata utilizzazione di mezzi sempre più perfezionati di produzione; i limiti, che esisterebbero in ogni momento determinato, tendono a spostarsi nel tempo con sempre maggiore frequenza e per uno spazio sempre più grande. 11 movimento operaio - nel senso eia noi inteso - è un fenomeno caratteri– stico dei paesi piì.1progrediti; e deve perciò essere sempre considerato in funzione del progresso econo– mico. Una delle principalissime ragioni, per le quali l'organizzazione deglL operai della grande industria è tanto più continuativa ed efficace che quella_ degli altri ceti di lavoratori, sta appunto in ciò: che essa può agire in un ambiente economico in cui i limiti, contro ai quali tenderebbe ad urtare in ogni <lato momento, sì spostano incessantemente. L'interesse stesso di tutti questi prolemi mi susci– terebbe alla mente una folla di altri e non meno im• portanti rapporti. :Ma io non posso abusare più oltre della vostra indulgenza. Mi sia solo consentito di rivolgere l'ultima parola a voi, o giovani, o amici; l'ultima, ma non la meno calda, di simpatia e di fiducia. La stessa vibrante attualità delle questioni che vi ho fugacemente accennate, vi stimolino acl amare ed a seguire una scienza, la quale, se, per la com– plessità dei fenomeni che dove indagare, non dispone sempre degli infallibili mezzi di ricerca, consentiti a molti altri rami del sapere, trova un compenso nella na.tura medesima de' suoi principali argomenti: argomenti che in ciascuno di noi investono non sol– tanto lo studioso, ma l'uomo ed il cittadino. Dacchò l'unità nazionale fu compiuta, il nostro paese uon ha mai attraversato un periodo più fe– condo di germi, pitL lieto di auspici e di speranze. Se, in parecchie delle nostre r·egioni, le classi operaie hanno saputo darci memorabili esempi di intelli– genza, cli spirito di sacrificio e perfino cli modera– zione, ò innegabile che anche nelle nostre classi dirigenti si sta operando ogni giorno una profonda e nobilissima trasformazione. Voi, o giovani, che appartenete in maggioranza a queste ultime, trarrete, dal culto dell'Economia Po– litica, una forza intellettuale e una forza morale. Una forza intellettuale. perchò ne acquisterete co– noscenze, col sussidio delle quali potrete pili util– mente ottemperare ni doveri cd alle responsabilità che vi sono imposte dalla vostra stessa posizione sociale. Una forza morale, perchè ne ricaverete una tranquilla e Yirile fiducia nei permanenti benefici clelia I i bertà. Un particolare incitamento io poi vi rivolgo, in quanto figli di una terra che ha. nobilissime tradi– zioni di fierezza e di tenacia, ma su cui pesaoo le iniquità degli antichi Governi e le incurie dei nuovi, cd in cui la ricchezza 1 questo fattore fondamentale di ogni civiltà elevata, è relativamente ancora troppo scarsa. Noi non ci limiteremo a studiare le leggi eco· 11omiche più generali; ma cercheremo di esaminare insieme le particolari condizioni economiche della vostra isola nativa, e di vedere se e quali imrngna menti si possa110 trarre dalle primo, per meglio com• prendere le seconde nelle loro cause e nel loro signi• ficato. Che se, per le comuni indagini, voi accoglierete, con animo deliberato a tradurlo in atti, quello che è forse il più solenne e il più fecondo insegnamento della nostra scienza: e cioè che il grado di ricchezza di ogni paese non è quale Ja natura lo impone, ma quale gli uomini lo vogliono; io avrò assolti i miei obblighi di insegnante e di ospite; e voi sentirete nelle vostre mani i destini della vostra terra. A~TONIO GR.\ZIAJ)~~I. L'ULTIMO CRITICO DIKARL MARX in un mio articolo, pubblicati) sul giornale ll 'l'empo del 20 marzo 1904 1 parlando sulle co,ulizioni della 1,iccola im• presa in Germania, cercavo di dimostrare- sulla. scorta. delle statistiche fornite dalla. Verein fiir Sozialpolitik - come la teorif\ marxista delle proletarizzazione dei medi ceti e della conseguente catastrofe sociale - (teoria predicata oggi in Italia alle plebi ignare specialmente da quelli tra i socialisti 1·ivol!tzi01iarl che sono più igno– ranti e pili rumorosi) - fosse in definitiva contraddetta dai fatti e venisse storicamente negata dalla evoluzione industriale e capitalistica. Orbene, la tesi sostenuta in quell'articolo (tesi certa– mente non nuova, ma elle merita di essere suffragata, come io tentai fare, con dati di fatto), è ora dimostrata, sebbene in modo astrattamente razionate e sillogistico, da un egregio economista tedesco, il dott. Franz Op– penheimer. Questo autore, che è conosciuto anche in Italia pei suoi studi sulla popolazione, che non è animato da sen– timenti reazionart di fronte alle classi lavoratrici, anzi, che ammette l'esistenza dello sfruttamento capitalistico, ha dettato recentemente un breve ma succoso libro sulla

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