Critica Sociale - Anno XIV - n. 13 - 1 luglio 1904

Critica Sociale ff!VIST .Il (}UJNDJCJN.JlLE DEL SOCI.JlLISMO Nel Regno: A.nno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia all'Ufflclo di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XIV - N. 13. Non si vencle a nt,nie,•i sepaniti. Milano, 1° luglio 1904, SOMMARIO Attualità. Uu po' cH Pt8S'1ni.smo (IVANO!s BOl'IOMI), lt 1woyetto di. rtforma trUmtari<1 deH'o11.Wo/lemborg (V. TONSl•IIAZt.i,). soelallsU fl•a11sigwu e nuHcali s!lullla11~ (Xl/,) 1,a base eeo,wmlco-sociale <tel partu,, nuJtccae, 11 (l'ror. ~'RASCt:sco C'OU:TTI). Studi sociologici. Il mor,,lmento operafq: Prclcztono nl Corao di economia 1iolltlcn nella l!nlver$ltà di Cagllflrl, I\' (Prof. Al>òTOl<IIO (HUZIA])EI). /!11/hmo cr~tl-co di Kart ,U(fl'X (Dott. 1-:TTORi: )IARCIIIOLI). L'oryrmtzzn~io11e det co11fod~n, e il rt1mova111tnto tco,ao111•coe 111or(llt; ili Sicilia, Il ($. CAllllAIU-:Ri-SCUJl.TI). Filosofia, letteratura e varietà. Il ,011tn>llo soci.Me (Dott. OUOf,H!l,;!,10 E\'ASS). UN PO' DI PESSIMISMO Son è la politica governativa che ci consiglia queste note melanconiche. Certo mai periodo politico ò stato pii1 di questo ultimo grigio, contradditorio, corruttore. Il ministero Giolitti, troppo abile per mostrarsi apertamente rea– zionario, troppo opportunista per essere lealmente democratico, è riuscito a smorzare tutti gli odii e tutti gli amori, e a navigare sull'acque quiete del Parlamento, fra i sorrisi compiacenti delle due rive estreme. Ma la bonaccia non ù mai stata un peri– colo. Basta che un fremito di vita corra per il paese - e le elezioni generali sono molto vicine - per– chè i partiti riacquistino vigore, perchè l'Estrema Sinistra riprenda la combatth,ità antica, perchò in– somma il duro contrasto delle classi, degli interessi e delle idee rompa l'inerzia che è foriera di morte. n nostro sconforto ha ben altra origine. ~sso viene di Hi Jove noi abbiamo la pericolosa. consuetudine di non guanlarc mai, o dove i nostri occhi, abituati alla mite penombra della nostra politica casalinga, non sanno resb;terc alla crudezza di una luce vio– lenta. 'Non è dir cosa. nuovo:i affermando che la politica. internazionale traversa. oggi un periodo di maggiore intensità. li vecchio equilibrio, risultante dal l)ilan– chusi di due forze pressochò identiche~ la 'friplice e la Duplice - sta per cessare. Gli aggruppamenti attuali, per quanto non anconi denunciati, dimo– strano per chiari segni la loro caducità, e sel'vono soltanto a coprire il lavoro occulto con cui ogni nn· zione JH'o,•vecleal proprio avvenire, magari assieme alla nemica di ieri e contro l'alleata di oggi. Due ordini di fat~: contribuiscono a rendere anche pili largo e vibrante qum1tomomento intcrna:donale. n primo consiste nell1ingresso ormai definitivo degli Stati Uniti e del Giappone ncll'arl'ingo della nostra politica estera, la quale, appunto perciò, ha cessato di essere una politica europea con un pili o meno hugo riferin:icnto allo competizioni coloniali, por di- ventaro veramente una IVeltpolilik, il cui orizzonto, infinitamente piiL ampio e piii vario, contiene mag– gfori elementi di tempesta. Jl secondo ordine di fatti trae la sua origine dalle necessità dell'odierna produzione capitalistica. Noi attraversiamo un periodo in cui l'egoismo nazionale, che si rivela nel più violento protezionismo, passa dalla fase difensiva a quella aggressiva. Le mag– gio1·i nazioni produttrici non si accontentano del loro mercato interno che chiudono severamente a. tutte le altre 1 ma ago~nano mercati nuovi, nuovi domini territoriali da includere nelle 101'0 muraglie doganali. Siamo giunti così ad un momento in cui ciascun paese acutiz:,,;a i suoi appetiti, sceme le sue prede, e si prepara, in questo disgregarsi delle antiche al• leanze, a difendere contro tutti quelli che reputa i suoi diritti. Ciascun popolo sente che, quanto pili sarà forte e quindi temuto, tanto pit1 sarà. larga la sua parte di bottino nel giorno forse assai prossimo nel quale, con la spada o con la cliplomazia 1 con Je minaccio o con le blandizie, occorrerà disputare palmo a palmo la terra in una nuova spartizione del mondo. Ora quale è, in questa vigilia inquieta, la situa– zione d'Italia? . .. L'Ualhi non può certo aspirare ad un più largo dominio nei continenti lontani. Esclusa dall'Asia, essa non ha troppo da chiedere in Africa, dove non ha saputo suscitare interessi e quindi accampare diritti. Un còmpito più modesto le spetta: difendere dalle insidie altrui il dominio dei suoi mari. E poichè, dopo che la Francia si è presa 1'unisi 1 il Mediterraneo non sarà. mai pili il " mare nostro " 1 così la vigilanza dcll'rtalia è ormai rh•olta all'1\driatico. Al dominio dell'Adriatico un'altra nazione aspira con tutta l'intensità 0110 le viene dall'essf'r quel mare l'unica via acquea che In. congiungi.i direttamente col mondo: l'Austria. Da Trieste, giù per Poh-1, l•'iume, Catbwo, Durazzo 1 l'Austl'ia allunga i suoi appetiti sull'Albania, oceupando la quale essa tcrrchhe uno degli sbocchi ciel mare aùriaco, chiudendo, come in un grande arco, hi co:;ta italica. Pet· questo anche l'Italia mira alla costa albane:;e. Interessi militari pii't che commerciali, orgoglio na– zionale e necessità. di difesa, congiunti per avven• tura a speciali inclinazioni della nostra casa regnante, spingono l'l'talia a rnclamarc per sò 1 in una prossima soluzione del problema balcanico, quelht stessa A J. hania sulla quale si accampano le pl'ctcse del- 1'1\ ustria. Chi aniverà. prinrn.? Certo quella che avrh 1 nel momento tiella crisi risolutiva, hi possihilith di mi– nacciare la rivale e di impol'le poi il fatto compiuto. lntanto l'Austria si prepurn. ~ssa. chiedo un ere• dito di -100 milioui per spese militari straordinarie, munisce il porto di Pola, e si ripromette ùi avere fra diciotto mesi lo stesso numero cli corar,zate che a.vova nel 1875. E noi? Noi per orn non ahlJiamo aumentate le nostre spese militari. Nou si è voluto affrontare una

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