Critica Sociale - Anno XIV - n. 12 - 16 giugno 1904

CRITIC,1 SOCIALf! l'ingngliardlr:;i della forzn o pressione economica e po– litica delle classi larnratrici. i,: non mono 0Yidento cito lo s,·iluppnr:i:I dei duo fenomeni si opera faticosamente o nttraYerso aspre, profonde, incessanti lotte: lotte contro lo resistenze dell'ignoranza o della natura bruta 1 lotto fm le clnssi proprietario o cnpitnlisticho e le infinito schiero rappresentanti il lavoro, lotto fra i ceti e le sot– torormo in cui le ~rand i classi si distinguono e suddi\>i. dono e nitri ceti e sottorormo concorrenti. In questo nggro,·igliato, tormentoso battagliare di in• teressl, che ~i s,·olg11ora nll'nperto 1 ora J)Cr ,·io nascostt"', ora coll'intcn·ento dello Stato o della legislazione, ora colla diretta e libera aziono delle i;chlcro combattenti, ognuna di quc,tc, cioè a dire ogni classe o partilo politico, ò portata, Re SCfl'U0nmmc,tlato e acuto ~timolo del ))r0• prio tornaco11to, a pretendere o resistere pili che lo è 1101-slbilc, a.nello per la froqucnlo accensione degli anirni e la non ram mancanza di visiono chiara del peso dello rorzo 11roprio e di quello delle a,•,·er~nrlo. l'er quanto sia vero che il senso della lotta tenda a divenire J>iù flnc o riflessi,•o, è J)ur certo che ~li attriti brutali e inutili, le dispersioni antieconomiche di rlcchez;,.a e di energia, I sacriflcì anche di sangue, gli arresti e spesso i regro.ssi del mo,·imcnto sociale, che pur sarebbero evitabili, sono Minora tri.;;t('corteo d'un mo, 1 lrnento che 1rnro adduco nel una civiltà superiore. l.o stabilimento, in breve, di quegli equilibrt, determinati di volta. in volta l!allo nuo,·e rocl• procho J}Osizloni conquistnte dalle forze concorrenti, viene a compier"i con ])Ordito o ritardi spesso grandis• slmi, che si risoh•ono semJ)re in danno generale per In collettività sociale. Ora, so queste classi in conttitto non possono gene– ralmente e sufficientemente esercitare dr. sè un'azione anth•eggeute, moderatrice od equilibratrice, diretta so1•m tutto verso quei punti di minore resistenza che nel rer– ,·ore rlella lotta. pos.30110facilmente perdersi di vista, non ò egli J)OS'-ibilee positl,•o ii ritenere che tale aziono venga nssuuta da un partito il qua.lo si fllCCin l'istrumento, cioò il coordinatore e l'esecutoro 1>olitlcodi tutti gli inte– rcsiil consa1>0,•oli che da quell'azione verrebbero an<nn– taggiati? E non sarebbe questo un partito eiscnzialmente democratico, quale, per comune consenso, de,·e essere Il radicale? Ammettendosi, Inratti, che il radicalismo con– sista principalmente 11ell'a1secondaro e interpretare lo duo grandi tendenze dell'attuale movimento sociale, si ammette implicitamente che esso comJ>ia funzione de– mocratica, cioè utile ai pili direttamente o indiretta– mente, o contraria a quante rorzo o a quanti intereRbl non intend1rno che per conservarsi è d'uo110trasformarsi e torso nuche rivivere sotto forme nuo,·c. Tale Il cbmpito che sembra. emergere, per il radica– lismo, dalla com1Jlessa realtà della ,·ila odierna 1'ale, in sostanza, ci &J)Jlarisceil prluclpio direUh•o che sembra ricollegare In una certa unità le svariato riforme e Jlro– posto del trudlzlonale 11rogrammn della democrazia ra– dicale Sulla di strano che oggi una critica fredda e 1>osith·n cl ri,•eli ciò che prima gli uomini cl'azione intuivano Apocialmente mcrcè il contatto continuo o sincero con le masse popolari. AI \'ecciti due canoni di libertà o di equità. sociale, nel c1uali ria'!-1umeYasi il "erlJo democratico, ora è pos· ftlblle dare una esplicazione e un contenuto più precl<10 e pH1corri1J)ondente a intorc,si e bisogni direttamente rllc,·ati, storicamente accertati. Se Il 1iartito radicale, lnrattl, s'isJ)ira al flne ultimo di rendere 1>lùcosciente, mono costoso, meno ritardato il mo,·i1nento sociale, esso de,•e far suo nece~1;ariamcnte duo norme genernll, che corrlspondouo, nel rondo, ai duo ,·cechi canoni. Prima norma, la liberti~ sociale o politica. ~: la condi– ziono J>IÙsemplice o assoluta, afllnchè, '-Otto lo ,timolo dell'egoismo e la prc'!sione dei bisogni, gli it1tcre,~i sociali Ri difl"erenziino e ciascun gruppo omogrnco ~i organizzi o diventi una. rorza politica. cosciente Seconda norma, l'equità sociale. Ei'lll ~i concreta nella mbsione ,lei radicalismo di CSJ>rimere, ra11preRcntarr, costituire quasi il romdato es,cut,ro dei succe~,h·i equi– libri d'interessi economico-sociali che emergeranno mnn mano dal libero conftitto llello rorzc nntagonichc, ma clù se o in quanto quegli equilibri saranno sulla via trac– ciata dallo due dominanti e fatali tondcuze rammcntat<'. ogni de,•lnzione dalle quali è, per i radicali, rea,l.ionc r rngrc.<Jso.l,'cquitìl socinle 1 pertanto, lu11iridall'essere l'ir1 doft11ita espressione d'un \'ago sentimonlali3mo umn11i– tarlo, J>UÒconsiderarsi come In formula compron,.i\n sotto cui si raccolgono di volta in volta. le ncc(' .. ~1t;"1 economiche e politiche dei succcihhi equilibri dcm0{'r.1 lici, segnanti i ~radini dell'ascen,;ionr del prolctnriato (' dollf\ societll tutta qunntn. In virtì, di questa seconda 11orma, il partito radicale> non può limitar:ìi ad esprimere il punto medio sul qual(' l'equilibrio si stabilisce, ma d('\"0 eisero iniziatore e 0JH.'– roso per cib che a tale c11uilibrio pili conrnuicntcmentc o rapidamente conduce. .Accogliendo questa intcrJ)retazionc, 11011 ci riesco dif– ficile di scoprire la ragiono del vario ntteggiar~i dcli<' democrazie moderne. Dopo che, cessato il dominio assoluto delruna o del– l'altra dello classi redditizie, si è formata la democrnzln, In classe o l'aggregazione d'interessi omogenei che di \ olla iu ,•olta o nei singoli ca11Isi ù dimostrata più rorhi <' meglio organizzata ò quella che ha pili largamente <' ,,h·nmente informato di :iò il programma o l'azionf' poli tlca ed economica delle varie democr11zie. In ltillia il radicnlismo ca,·allottinno o untcrioro al C'nvallotti ern prc• rninentcmcntc politico, nel senso che mirava pili vl\'ll– meute alla conquista. o al consolidamento di molle li. bortà politiche: era il lem1>0 in cui sopratutto la media borghesia, piena ancora dell'idealità della rirnluzion<', costituiva la. forza che escrcita,·a maggiore pressione ~ull,l democrazia. Sorto in a))prcs-10,da pochi llnni 1 un partito nuo,·o, il ,iocialista, o ,·criticatosi un tatto nuorn, rorga– nizzazione di classe <leiproletariato, il radicalismo se ne ò do,•uto risentire immediatamente: ha dato il po-;to d'onore nel suo programma a quello che suole chianrnr:-.i il riformismo socialista.. Quale meraviglia.? Non è for1-c il movimento operaio l'anima e la ca.rntteristica della democrazia moderna? So anche si confronta il tono del radicalismo dell'Italia settentrionale con il tono del mc· rldionale, come ho cercato di fare io chiacchierando con ,•art congressisti durante Il recente con"eguo romano, cl apparisco che quello è forse pili socialista. o, se meglio 1>lace,meno borghese di QU<'sto.I.a cau<Ja è facile tro– ,·nrla nella circostan1.a che l'influenza delle organina– zioni proletarie, nell'alta Italia, ò tale rhe eisa penetra ratalmcnto nella compngine e nello SJ}irito dei nuc-lei radicali; montro ncll'ltaliri meridionale, dove il proleta– riato ò lauto meno coscionto, l'aziono maggiore ò Mer– citata dalla piccola e media. borghe11la, che accenna a coniidcrare il radicalii:;mo corno l'Istrumento pii 1 ·a,latt,> 11er liberarsi dal paras,itlsmo nmminl,trati"o e J>Olitiro domlno.ntc e dai resistenti ro~idui del reudalìsmo terriero. {l,a fl11t rrl preuimo 1111111rro).

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