Critica Sociale - Anno XIV - n. 12 - 16 giugno 1904

CRITICA SOCIALE 179 Quale è, infatti, la ragione vera per cui 1 ad onta de1la nostra predicazione, le clnssi dirigenti mostrano di non avvedersi del frequente straripare delle spese militari fuor dei fragili confini del l)ilancio consoli– dato? fndubbiamente questa: che, in questi ultimi anni, l'incremento delle imposte indirette ha. fron– toggiato tutte le maggiori spese, esonerando da nuovi e tangibili sa.orifizi le classi ricche . .Perciò una. ri– forma tributaria che restringesse il campo della tas– sazione indiretta, che sostituisse a molta parte del dazio interno un'imposta progressiva sul reddito, che facesse di quest'ultima uno strumento atto a seguire dappresso la cuna della spesa, un indice ri– velante con le sue mute,,oli aliquote l'indirizzo po– litico prevalente, potrebbe essere il mezzo piì.t eflìcace per affrettare le soluzioni democratiche del problema militare. Solu·t.ioni che, appunto perchè offrono resistenze fortissime, debbono essere preparate di lunga mano, con accorgimento e con tenacia. I partiti democratici uon possono lusingarsi - anche per la loro int,rin– seca debolezza - di risoh'ere oggi interamente un problema che altrove, dove pure le forze del prole– bwiato sono piì:1 adulte ed agguerrite, non è ancora allo suo soluzioni iniziali. (.)ggi sarebbe gi.\ qualchecosa ottenere che la nostra politica estera non si lasciasse anelare ad imprudenze pericolose, e che l'ordinamento del nostro esercito fosse tale da non richiedere pili le spese straordi– narie che assorbe quasi periodicamente, e da av– viar:si, con la riduzione dei Corpi permanenti o della. f'erma, al tipo della nazione armata. Più tardi, col prevalere delle forzo democratiche in tutta J]:uropa, e con la loro azione simultanea sulla politica estera, potrit giungere il momento in cui la milizia cittadina sostituisca per sempre gli eserciti permanenti. [VANOE .BON0:\11. Labaseconomico-sociale del par ito radicale I. JI partito radicale, ehe nel recentissimo Congresso di Roma ha cercato, per così ,lire, di rico11osce1·si e di get– tare le fondamenta della sua organizzazione, ha base, caratteri, flni così reali e determinati da costituire 1111 vero e proprio partito? Poichè, a quanto mi sembra, il Congresso non ha avuto tempo di daro una diretta ri– sposta a questo pregiudiziale quesito, vorrei tentare di abbozzarne una io, anche colla speranza di suscitare una discussione che, per sò stessa, non mancherebbe d'oppor– tunità politica e di una certa importanza scientifica (' J. La maggior parto dei congressisti radicali sembrava ansiosa di dare anzitutto la definizione politica del par– tito. Per il contenuto le impazienze apparivano molto minori, sah•o che iu qualche gruppetto agitato e ner– voso di giovani. La rortunata formula, affermante che u l'azione del partito può esplicarsi con le attuali istituzioni flnchè ('i Ml sembra, se ml ò 11or.11essoULesvr1merc un'jmprtssL011t, ehc sinora, nella dotermlna1.lono Uel!n lm~e del ra<lleal1smo e <l<:l!n (u1·::t1 mcrcè la (lllfllC esso 11ossaattuarsi, slasl trot)ll0 trascurato l'elemento economico, - elemento che. ()er noi. dopo le ,·ltturtosc nlfermazlonl ilei materialismo storico, è di prc1ionllcrnntc Importanza, sopra tutto nena concezione delle clnsst e 1101 11nrtltl l)Ol111cl r1s11ettl\'t. 11 trascu– rarlo JlUÒ Rl)l)nrlrc un regresso solcnt!flco e costituire un grn\'C peri– colo di cnclcrr. In una ldcoloida poco consistente e 1>nrecchlonel.lulosn. \gglungasl elio rutti I caratteri tradizionali, f er <1unuto un 110• ,·aghi, ,101 rnd!eo.llsmo s•1nton(lo110 e si s11tegnno In rnaulcra che a noi scml)ra al.Jl)ostanza con,·lnccnto anello fondandosi prlnctpnlmente sui;ll ctomcutl oconomlcl, dctcrm\110.tort del rnr.lloallsmo mcdo~lmo. esse non ostacolino il progresso storico e,1 il libero esplicarsi dello iclee e tlegli intcres<ii nazionali n, fu ap– provata per acclamazione o salutata. come concetto o dizione capaci di riunire ogni tendenza o di dare fi-3io– nomia. definitiva alle incerte linee del partito. La formula, non lo nego, ha un certo valore pratico di fronte alla tradizionale educazione politica del paeso o sopra tutto in relazione allo stato degli animi dei de– putati radicali, accusati di aver creato, nell'ambiento invidiosetto di .Montecitorio, di~tinzioni bizantino che il paese 1 col suo schietto buon senso, stentava a compren– dere. Essa però non ha, e forse non poteva avere, nep– pure sotto l'aspetto politico, un rnlore sostanziale, perchò non distingue recisamente i radicali se non da chi professa la pregiudiziale repubblicana, sia questa socialista o no. Di fronte agli altri partiti la rormulettanon si risolve in altro che in una sfumatura, starei per dire, di Galateo monarchico. Un innocente gioco di logica può dimostrar• colo. Domandiamo ai monarchici autentici: quando H la monarchia ostacolerà il progresso storico ed il libero esplicarsi delle idee e degli interessi nazionali '" voi resterete ancora. monarchici·? ~on credo che ci sia coda cli cortigiano cbc <\bbia il coraggio cli rispondere: sì! r.a. soluzione etrettiva della questione ò quindi riman fiata ad un indefinito futuro, al giorno fatale in cui '- la monarchia ostacolerà, ccc. w Ma corno e perchè, cligrazia, sorger?~ tale ostacolo, che differenzierà politicamente tutti i parliti '? l~cco il punto, a cui la logicn. ci conduce. L'osta– colo sorgcrt~ per la natura, i caratteri, ecc., - è facile cnpirlo 11 del progresso storico, delle idee e degli iute– ressi nazionali,,, ccc., ccc., \'isti e interpretati - e questo nella rormula ò sottinteso - attraverso le ragioni di es– sere e le tendenze del partito radicalo. Non è vero, al– lora, che proJ)rio in codeste ragioni e tendenze de\'ouo ricercarsi la caratteristica e la fisionomia del partito radicale e che la questiono così verbosa o litigiosa della forma di Governo resta come assorbita. nella soluziono che daremo a quella prima e sostanziale ricerca? Eccoci dunque a. tentarla. . . . Che ormai le parti politiche si distinguano in ùaso ad interessi di classe, è ammesso generalmente, J)er c1uanto il rapido popolarizzar.si abbia un po' nociuto a questo principio, che ci viene ammannito spesso in ror– mule troppo schematiche, rigide 1 sempliciste. Così sogliamo riconoscere, ed entro certo grandi linee ò incontestabile, c·he i conservatori rappresentino la proprietà rondiarin, i progressisti la. proprietà industriale, i socialisti (o per questi si tratta di osserv:nione molto eviclente) la classe lavoratrice. Quale rappresentanza resterà allora a codesti tardi venuti che si chiamano radicali? 1~stato affermato da uno dei nostri pili noti e studiosi deputati radicali che" materia prima principale del par– tito radicale:, è .. la piccola. e media. borghesia n· .Manco male! Pure i radicnli, così, si darebbero il lusso di flgu– rnre come un partito di clns:-ie.[,'amore per la simmetria, così.,•i\•ace in noi italiani, verrebbe pìenamentesoddisratto. }li permetto però di dubitare che anche un primo esame conforti validamente (luest'estetica e comoda sem– plìcità cli concezione. A ben guardare, la piccola e media borghesia solo nstrattamcnte può considerarsi come un tutto relativa– mente omogeneo e tale da costituire una distinta classe i:iociale. I piccoli e medi llorghe,;i rormano anche econo– micamente una classe grigia o anfibia. Se è vero che essi per alcuni aspetti sono in conflitto coi detentori dello maggiori fortune delle classi a cui rispettivamente ap-

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