Critica Sociale - Anno XIV - n. 9 - 1 maggio 1904

l32 CRITICA SOCIAU} VIZIO D'ORIGINE (Che cosa ci aspettiamo tutti dal 'Parlamento) Ho da.vanti il resoconto stenogrnfico della dh,cus– sionc fattasi ultimamente alla Camern sul Bilancio d'Agricoltura. Sono sei lunghe sedute, durante le quali si chiese di tutto al Governo centrale: dalla protezione contro la mosca olearia e gli altri malanni delle piante coltivate, a quella contro la concorrenza della pro– duzione estera; dalle api, che non sono tenute in sufficiente considerazione dagli lbtliani moderni, agli uccelli, che son distrutti su troppo vasta scala; dai pesci, che cominciauo a scarseggiare nelle nostre acque, ai tori, che non sono ;d)ha:3tanza. robusti per le mucche di certe reµ;iorii. Tutte le :3Cuole agrarie piccole e grandi YCnnero rHccoma.ndate; per alcuno di esse parve anzi che non la scuola dovesse essere aperta per gli scolari, ma questi dovessero invece servire a giustificare l'esistenza della scuola. Non una piccola istituzione locai(', non una minima ini ;dativa privata venne taciuta: su tutto si richiamò l'attenzione del Govemo, quasi che l'iniziativa pri– vata o locale dovesse rivestire carattere ufficiale ed avere maggiot· forza cli sviluppo pel semplice fatto d'essere stata annunciata nel Parlamento. I vitictùtori, travagliati dalla disastrosa. concor– renza delle bevande sofisticate, invece di rifarsi con un miglioramento della produzione e con una razio– nale organizzazione del commercio dei loro prodotti, chiedono al Governo non solo quei provvedimenti che (come l'abolizione dùllo barriere daziarie) toglie– rebbero forza al commercio disonesto, ma insistono specialmente per una protezione impossibile contro le adulterazioni. F, il Ministro cl' Agricoltura, poi, dovrebbe far sor– gere Cooperative, smerciare i nostri prodotti all'estero, organizzare industriali e lavoratori, iniziare e far pro– gredire i rami di produzione pei quali siamo inferiori agli stranieri; egli dovrebbe curare e perfezionare l'industria dei latticinii, tenere d'occhio la pollicol– tura, non trascurare lo frutta così fresche che secche, piantare gelsi là dove non li piantano i proprietari di terra, e sugheri dove i privati li hanno atterrati. Con que:,te ed altre non meno varie esigenze, la funzione del Governo viene completamente falsata. Mentre suo còmpito sarehbe integrare, completare e coordinare le iniziative locali; perfezionare i servizi pubblici cli cui la produzione privata ha più urgente bisogno; provvedere alle pratiche che(come ad esempio la silvicoltura) sono piit proprie di una colletlh·ità che non cli prh,ati, e curare che le altre funzioni dello Stato non intralcino e solfochinu la produzione nazionale i ad esso invece si fa capo per le minime cose come per le grandi, da esso si aspetta e si vuole l'impulso per ogni piì't piccola mossa. E, cli fronte a tante aspettative che non si po:,– sono soddisfare, vengono necessariamente ..... molte parole. Così la discussione si trasforma in accademia, accademia non sempre <lotta (si è sentita magnifica.re come 1·ereute la. scoperta delle relazioni che passano tra le api e la impollinazione dei fiori!), e che riesce talora ad una gara tra Ministro, 'Relatore e Deputati per mostrare chi conosce cli più le miserie nostre e le ricchezze altrui. Vero è che in quest'anno, in arliculo mortis 1 la Camera dovette e dovrà ancora esprimere maggior numero di clesiclerii, sì che, in vistf, delle pros~ime elezioni, diversi onorevoli ruppero il silenzio di pa– recchie IC',!:dsli:1turc; ma questa considcrazione,am-,ichè togliere di valore alla tesi, serve m:1gg-iormente ;"\ dimostrare che non solamente i deputati 1 ma pure gli elettori, ed anche il paese sono inclini a consi- dorare il PHrhtmento come il luogo più adatto a ri– solvere le ditticoltiL della vita. . .. Nè si può dire che noi socialisti, nati e cresciuti in un simile paese, non ne abbiamo ereditato i difetti. ~[enti-e proclamiamo che non nei Parlamenti \·er– ranno rhwlute le maggiori questioni che formano oggetto del nostro 11gitarsi, g-iìt in due dei 1wstri Congressi (e proprio per col1>a di chi lo proclamava pii1 forte) non ci siamo ocrupati che dell'azione par– lamentare. - ri relatore sull'organizzazione dei cou– ladini, rimasto disoccupitto per due volte consecutive, non può a meno cli rilevare e lamentare il dzio (l'origine. Il qua.le , se è inevitabile nei periodi in cui (come dal 98 al 90L) le classi capitalistiche concen– trano la loro attività combattiva nell'Assemblea le– gislativa, non è perdonabile quando la lotta. tra ca– pitale e lavoro è generale e di tutti i luoghi. Jn questi casi l'azione nostra parlamentare è una parte (" non la pii, importante e non il tutto, e deve l'.lcrvire unicamente ad aiurare, coordinare, integrare e sanzionare gli sforzi locali, e ad impedire che le classi capitaliste si valg,rno cli vantaggi cli cui noi 'JOn possiamo trarre profitto. Dott. LUIGI ~(o~'rt<J.\lA.RT!Nl. L'amico :\lontemartini ci domanda, accompagnandoci questo articolo, se "concordiamo con lui nella chil1:H1. ,,. •~h ! altro, se concol'diamo, amico carissimo! •: ci sor– prendo che tu - tu quoque - possa dubitarne. Ci \'Olle tutta la. insigne buona fecle dei compagni ap• partenenti alla ditta - in permanente moratoria " Rivoluzione e candidature,,, J>er divulgare la leggenda che la parte, che ebbe il torto di la:iciarsi battezzare e cre,;irnare da essi per " rirdrmista m inten<la a concen– tra1·e tutta la propria attività nell'azione parlamentare. La verità è che - mentre, per essi, l'azione parla– mentare sarebbe uo qualcosa di distinto e di antagoni– stico a\Pa:r.ione proletaria di ela'!,;e e di partito - per noi, al coutrario 1 essa oon è e non può essere se nvn la prosecuzione 1 lo S\•iluppo, l'integrazione di quest'ul– tima, la quale, nel Parlamento come nelle pubbliche amministrazioni, non è, per dir così, che riassunta e polenzia,ta. )la non v'è soluzione di continuo fm l'una o l'altra, e l'fl.zione parlamentare socialista sarebbe semplice– mente nulla quando 11011 profondRsse lo sue radici nel– l'atti\•ità dell'organizzazione proletaria clel pae'!e. Con– cepirle divelte l'una. dall'altra è come ima~inare dei rami -;ospesi nell'aria senza radici nel terreno. 'l'utta la pro1laganda, che fu detta " riformista ,,, consistette ap- 1mnto nello sforzo di colmare il vuoto che esi.::teancora fra il movimento delle masse che si organizzano e lo sue ultime espres~ioni politiche, in modo che quello possa esplicare, colla, mas,,ima efflcaci.t, tutta la sua in– fluenza sulla cosa pubblica. La propaganda antiparlamentare dei "' rivoluzionari,, riesce quindi a indebolire tutta l'aziono politica de:I pl'Oletariato i è prettamente nichilista. Rinvigorire, come vuole il Montemartini, ogni libera inizia.tirn nel paese, è anche porre in grado l'azione parlamentare di uscire dallo sterile accademismo, per dh•cutare azioue nel pieno e più $incero senso della parola. LA CIH'rlC.\. La Critica Sociale e il 'l'em110, per Milano: wmo L. 20. sPmffffrf' L. I0.50 - pn- il re.-;fo d'[ht.ii11.: mmo L. 24, semestre L. 12,:.0 - per l'Estero: anno L. 40, semestre L. 21.

RkJQdWJsaXNoZXIy