Critica Sociale - Anno XIV - n. 2 - 16 gennaio 1904

CRITICA SOCIALI,; lemmi può trovarsi, ,·olta a volta, in acc?rdo o in contrnsto con la maggioranza del suo 1>nrh~o.Come, ad t'~t•m1>io,vi. s01~0 dei socialisti tedes~!11 - non ancora scomu111cat1 - che sostcnl!'ono I 1nopportu- 11itl'1 per la Germania di obhar~d~nnre. il protezio– nismo, rosì ,,i può essere un socu1l_1sttt fr~nces~ _elle sost.ionr rontro lit magcriorumrn, dei propri am1c1, la ino1>portuniti\ d<'I disar1~0 hwlato della !•'rancia. Chi ha rng'ionc, chi ha torto? _ Soi non vo1rliamo entrare in cote!.-lte contro,·ers1c 1 tanto piì1 diflfcili a ~iullica:e in qua1_1t~ si_ rif~riscon~ a paè:-1iche hanno interes~1 e trad~z10n1_ d11fer~nt~ dal nostro; ma, quali che sinno le particolari ~eduz10111 di 1111 metodo che attinge alla realtà la propria nor~rn~ 1 noi dohhhuuo riconoscer(' che ('0(11.'sto metodo e il nostro è il metodo che è glorin. del socialismo a,·cr introd~)tto n('Jls politica, e per il qunlc noi potemmo un t('mpo ,•nntarci partito sci('ntifico, cioè non conforme alle previsioni della scienza - il che sarcl:bc st"to puerile e inesatto ma operante secondo 11 m.etodo cli ossrrvuzione e di e::perimento che ò della sCJenza. Ora ò nppunto perchè la concc1.ionc di .\lillerand non ;/ dh·crsR dalla nostra, non è seporata per alcuirn twstonzialc differenza dn qu('lla del Bcmstein, elci \"ollmur, di qu,rnti in (lcrmaniu. non si rifugiano in c1uclhl attesa ieratica che non gc,,lfi~cc neppure l'e· pi<krmidc dell'lmpero 1 clw i ri\'Oluzionari france::ii hanno don1to colpire l'uomo o non il suo pensiero. R<•l'Indice socialista uvcsso messo al bando il pie colo libro lirl .\lillernncl 1 e proibito ai fedeli, pena. la scomuuica, di indugiari:li sui suoi discorsi, e~so aHebl)(' do,uto decapitare qm1si una metà dei socia– listi di Francia. E i nostri rivoluzionari, di là come <li qua dalle Alpi, sono una troppo misere,·ole cari ratura dC'gli antichi terroristi francesi per osare, anche mch1foricamente, una carneficina così vastu. * • * )In IH~rchè colpire )lillernud, o non Jaurès e non J11·(•~~e11Ht; e non \'i\'iani, e non tutti gli altri che non di:-.degnJtno cli chiamarsi riformisti J ("è una ragiono suh!Jiottiva od una ragione olJ– hirttint I nostri rivoluzionarì, sah•o qualche rara etce– zionc-1 non sanno assurgere alla comprensione dei to111plei..t,i rapporti politici. J•:ssi sentono l'atto che urta una loro formula ori un loro stato d'anima; ma non possono abbracciare tutto il concetto di cui quel- 1':ltto è l'episodio. Appunto per qucisto essi si fer– muno alla sensazione senza rnggiungere l'ideazione, e lit loro teorica è semplice 1>crchèinferiore. Orli, )lillernnd gli ha. urtati più ,•iolentemente, provoeando una reazione pili i_mmeclio.Ja.·rngli fu mi– niHtro c- fer) a morte la loro <-oncczionc della pro– trsta pl'l'petua; egli g-ovcrnò accanto a Galiffet e ~micitò le loro av,·ersioni sentimentali; egli disob– hr1lì alla rna~gioranza e urtò il loro senso religioso di diiwiplina. Ce n'era d'urnnzo (anche senza il !'011 \fillN1u11l chl\ fa capolino neg-li italici organetti della , i,•oluzione: perchè la collera riYoluzionaria esplo– dt>i-~cin una sentenza di esilio perpetuo. La rngione obbiettiva è nelle qmtlità personali ùi -'lillPrancl. L'ex ministro del Commercio ha tem– peramento di loico e non di tribuno. 1<:gli non co– r1oscc l'lutc <li ménager la, foule. L'affronta 1 la pro– vocc1, la sfida. e, invece di piegarsi alle sue super– stizioni, pare si diletti a contrariarla in og-ni occasione. Uditelo nella cortese polemica collo J·a.urèij. li grandf' oratore gli confessava di preferire a tutte le l'tichcttc quella piì.1 semplice cli socialista. Ed egli 1 isponde,,a esser pronto a rinunciare all'aggettivo riformi.'lfa, purchè gli altri rinuncins~ero a. quello di rirolu.:ifJnario. Egli, che " non ha 1urnra delle paro!(' ma chc- temr l'equi,•oco .,, non int('IHIC JlCr conto -;uo " nrnsçherarc il partito ijotto un. t!tolo che è in con• trnddizione assoluta C'OI suo Rpmto e col suo me– todo ,,. 1,: qurmclo Jaurès inshitC_a. dirnO:,trArgli che ~o.spi• rito rivoluzionario del soeutln:Hno è nella op1,os1z1onc irriducihilc fra la. socirtì1 presente e <1uella futura, ~lillcrand si ribella anche a questo rivoluzionari::11110 eopernichia110, a q,~csto inno?uo hlan.dimento. dc) \'Occhio spirito bai-r1rallrur e, 111vecc d1 accoacrnrs1 ai ,.,m,ti della folla, vi si rnrttc rccisftmente contro. :-rccondo il 13UOpensiero, un'opposizione assoluta. 11011 può esistNe: 1. l,'nrrlinc :socialista è, al con– trario un'estensione e uno ~viluppo dc111ordine ca– pitali;ta. 1'l Il fig-lio 11011 è l'opposto del padri;', è> la suu continuazione. J.a clottl'ina e il metodo di 1111 1,i1rti10 11011 si possono tH'indcrc\ 1. non si può es:H're rivoluziom1ri in teoria e l'iformi:sti in pratica 1')' l'N questo ;~ suo riformiiimo non ha. concessioni eia. foro alla fras('ologia rivoluzionariu. Ancora piì.1 recisa è la i:llla av,•crsione a quellu specie di riti 1 con cui si muntcngono, nella moderna concezione del parlumentarhuno, le superstizioni ilei pas:-oto. ~:l,:'liodia le clmw.-:frn::.loni parlamentari, e quundo tutti gli anni i so1.:inli:sti 1 per rammentare al pae~e lo scopo verso cui C1.ìmminano 1 ripetono il voto innocuo per 11.1. sopprt•ssione del hilancio dei 1·11lti. ej?li t,i rifiuta di S('guirli. La manifestazione gli par(' cnttiva perchè non t' serii-1. " Che cosa è una manifestazione - eg·li scrive ullo Jaurès - che non è possibile se non a condi– zione cli rimanere vana? Ora, l'immensa maggiornmm elci nostri amici, che hanno vohlto, contro il mini~tro Combes 1 la soppressione elci hilirncio dei culti, non 1wrobbero esitato a mutare il loro \'Oto se si fossero an·isti che con esso potcnmo fare, abbattendo il Gabinetto, il giuoco dei nostri peggiori avversari . ., Con tali propositi e con tanto rigore logico, è <1uincli facile intendere come :\Iillera.ncl doYesse essere per primo sacrificato alle ire della folht. E della folla. socialista.. Noi pf'r molto tempo ahhiarno creduto che lo schiere socialiste si reclubtssero fra coloro che, su– pernti i vecchi metodi della. politica giaèobim1 1 ave• ,•ano ac('oito lo spirito realistico delle nostre dot– trine. Nou aveva il nostro partito, nel hl sua inf'an1,ia, combattuto con tanto vittoriosa violenza i metodi, le fantnstieherie, le superatizioni dei partiti ,,ecchi d{'lià democrazia e della roaziont'J E non ave,'a diffuso nelle menti un poco della rude ironia del gran mae stro tedesco? Invece la folla socialista è rimasta ancora la folla gincohina, con tutte le sue imp,1zienze, con tutto il suo idenlismo vaporoso, con tutte le sue intollenrnze 1 le sue ingenuità, lo suo lcgg-crezze. La vernice nuovn non ha potuto compiere ciò che può cs::iere soltanto 01>ora lenta degli anni. Così 1 quando un uomo h1l osato interrompere le ,•ecchic consuetudini, pone11<losicontro alle tradizioni <lolla vecchia democrazia e n ciò che questa ha di pili sacro - le dimostrazioni rumorose, le ntrermu– zioni sterili 1 l'aYYersione al potere - rantico spirito giacobino, mascherato da socialista, sbucaYa, in u11a piccola parodia della Convenzione parigina, a purnre il colpevole. . .. Oli esecutori, quasi piwro:;i della loro stessa. in– tolleranza, hanno C('rcnto un motivo decente per la loro sentenza: l'indisciplina. :\fa che è questa indisciplina? 1::forse il distacco di un uomo o di un Gr111►J)O cl11 tutra la eompleflòsa azione politica di un partito, con cui è discorde nella concezione o nei metodi? E,·identemcnte co tet'\ta non è piì1 disciplin1t 1 è cli~erzione, e .)lillerand 1>rOfc!ò!Sftnclosi ocialista, adcrC'111lo,ti metodi del so'.

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