Critica Sociale - Anno XIII - n. 24 - 16 dicembre 1903

CRITICA SOCIALE Di qui doveva derivare una importante conseguenza. Come attenuazione del materialismo e come imperfetta critica della conosceoz:t, il positi\'ismo doveva approdare a una sintesi pura mento obbiettiva, a baso di leggi mec– caniche generalissime, donde è imprissibilo fur scaturire la vita, il pensiero, il fenomeno sociolo altrimenti che per mirncolose trasformazioni d'un modo d'inconoscibile in un altro. È vecchio assioma che dal meno non possa scaturire il piì1. Per questa guisa si dava facile appiglio alle critiche del neo-misticismo. N<'ll'eUca o nella socio– logia ciò dove\•a approdare a una specie d'impenetrabi– lità individuale e psichica parallela a quelln. atomica e fisica, donde l'individualismo assoluto e l'induslrialismo contrattuale concepiti come ideali o limiti della. con– dotta. li contratto è un legame troppo esteriore, ò un quid troppo formale per essere qualcosa di autonomo e di etico. Lo Spencer, e con lui tutti i pensatori inglesi, non arrivano che alla soglia della. morale. l~ per di piìi non arrivano che a un diritto formale e non ci chiari– scono il processo del divenire delle idealità altruistiche; il lato razionale della condotta resta per loro un mistero, non risolto se non a forza. di stiracchiature. La critica rli Ouyau e di Fouillée, critica non di avversarii ma di perrezionatori del naturalismo, ò decisi va su questo punto. Ne è venuto in questi ultimi anni un movimento filo• soflco curioso. li naturalismo spcnceriano fu attaccato daì positivisti per spogliarlo di ciò che conservava di metafisico (Ardigò, Morselii, Angiulli, Barzellotti, ecc.); dagli idealisti per incunearvi la sintesi subiettiva. o ciò che di essa vi manca.va (Guyau, l<'ouillée, Wundt); e dai metafisici per far posto a Dlo, tentando di ristabilire al posto del determinismo universale un universale inde– terminismo nel fondo delle cose (Ravaisson, Renouvier). Tutto ciò pare agli ignoranti costituire il seppellimento dello spencerianismo. Jn realtà positivisti e idealisti la– vorano a sceverarne le parti sanamente scientìflche dnlle scorie meh1!isiche, e lo coso sono giìL a tal punto cho ò difficile dire llovo l'idealismo si distingua dal positi\•ismo. Si ò già a tal punto da aversi sull'orizzonto un vero o proprio monismo o nientemeno che una interpretazione sociologica. dell'Univer;.o. Positivisti e idealisti concor– dano ormai nel ritenere che noi non conosciamo diret– tamente che stati di coscienza; solo più tardi e per leggi d'associazione sorgono le distinzioni tra mondo esterno e mondo interno; le nostre idee di materia, di movimento, di spazio e dì tempo non sorgono che da proiezioni al rli fuori di noi di es1)erienze nostre, al cui fondamento 6ta il fatto del1 1 idea. automotrice, ossia del pensiero che ò azione incipiente (desiderio), della volontà che è pen– siero in azione. Al!ora ò possibile, anzi necessario con– cepire l'universo, o ciascuna delle infinitesime sue parti, come una società di monadi che esteriormente appaiono materia in moto secondo le leggi meccaniche, ma in cui queste leggi non sono a1)punto che l'aspetto esteriore della stessa realtà che interiormente si rivela come de– siderio-volontà. La nostra esperienza subbiettiva ò qual– cosa di più profondamente Yero che la formulazione meccanica, la quale non YOlge che su simboli, su, astra– zioni tratte da questa esJ)erienza. Jn questa interpretazione la vita sociale, anzi la co– scienza dell'uomo socia.lo rappresenta la. piì1 profonda consapevolezza che cli sè abbia raggiunto l'universo. 1I determinismo meccanico non sarebbe che la veste d'un non meno rigoroso determinismo 1>sichico che ne è il fondamento immediato da noi conosciuto, o, conforme– mente al!1intuiziono profonda cli Augusto Comte, ma da lui stesso non sa1rnta appieno realizzare, la. sociologia, e no B1ar l'ultima delle 1-cienze a costituirsi, nella complessi fa del suo oggetto conterrebbe gli elementi di una. integrale e completa interpretazione dell'u11i\•erso. Il quale potrebbe cosl essere considerato come un assieme di monadi psi– chiche tendenti all'esplicazione do! massimo di encrgin, il che non ò possibile che in un equililJrio-solidarietò, ,·orso cui tutte tendono sistematizzandosi e che si rea– lizza per gruppi separati costellantisi pùi in gruppi sempre lliÙ vasti e tra loro coordinati e subordinati, sia. che si tratti di sistemi solnri e di ,,ie lattee, sia che si trntti di organismi e di società. L'atomismo obbiettivo o la meccanica del!e cose non sono che lo schema <l'mrn. vita psichica profonda, non psicologicamcnt.e concepilJilì che come tali. Solo l'abitudine ce ne ronde inconsci. .Allora il regime contrattuale cessa di rap1lrescntare l'idealo dell'evoluzione eticc-sociale; e non ne appare pii', che come un momento. li rispetto non è che una condizione della morale; l'essenza di questa è l'amore, che è la manirestazione dt'lla Yita, anzi clelPesistenza, più intensiva ed c;.pansil'a, l'amore J~cr cui un dato uumero di indi\'idni sente di costituil·e un'unità. o aspira a co– stituirla ccl ha anzi il bisogno dì cost.ituirla (!). Tutto, ciò nel mcnt.re ronda un monismo reale, basato sul fotto immediatamente vero dell'esperienza psichica, mentre rende pili flessibile il soverchiamente meccanico determinismo spenceriano, mentre dà all'ideale un'alta funzione cosmica, fornisce delle cose un'interpretazione che soddisfa e alle esigenze tiella coscienza etica e a quelle della logica scientifica, la quale nel fatto pilt comJ>lesso trova come ingrandito cla. una lente ciò che minimamente ferve nel fatto infinitesimo. Questo, in riassunto, la correzione in Yin.cli esecuzione alla sintesi spenceriana, per opera della reazione degli elemont.i da questa negletti. ì\!a chi non vede che la più grande sin• tesi snbbiettiva. non può tentarsi se 110ndopo che la pii1 grnncle sintesi olJbiettiva abbia mostralo tutto lo sue insufficienze o tutta. la sua grandiosa efficacia? l•;videntemcntc era impossibile e forse ò tuttorn impos– silJile tentnro una. sintesi psichica o una interpretazione psichica-sociale clcl mondo con la stessa facilità. con cui fu possibile darne una meccanica-biologica. I./uomo ò }liì1 portalo :\ veder chiaro o preciso fuori che dentro cli sò per evidenti ragioni cli sicurezza porsonnle <ii fronte al mondo esteriore. Non per nulla lo primo sintesi filo– sofiche sono materialistiche e lo spiritualismo, che non è se non del materialismo che s'ignora, ,•iene prima del positiYismo e dell'idealismo ornai convergenti verso lo stesse conclusioni. Date tutte queste difficoltà di vario genere, Io storico futuro non esiterà a considerare Erberto Spcnccr come uno dei maggiori Titani del pensiero d'ogni tempo, in– sieme con .Aristotele e Socrate, con Spinoza. e Kant, o non gli sarà mai abbastanza grato d'esser stato il primo arl escluderi.' 1 sia puro con molta cortesia, l'arbitrio me– tafisico da una sintesi meramente scientifica. li suo Iu– conoscibilo non ha posto nel suo sistema scientifico. 1,; noi, senza attendere Jo storico futuro, comprendendo quanta. parto di noi e do' nostri stessi pensieri non sa– rebbe senza di lui o de' suoi stessi errori - semrn il valore dinamico del suo sforzo - •~'inchiniamo reverenti innanzi al solitario pensatore, che nel fluttuare inces– sante delle onde innanzi a.I lido di llrighton vedeva ri– specchiato il ritmo eterno di tutte lo cose celesti cd umane. (1) \'. Fouu .t.tf ;: J.'évo/11Uo1rnismeet l(I p,sydwloyie de,s tdle~•fora;,. - /,(I 11r:te11u;iQClale r:011tem11orainc.

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