Critica Sociale - Anno XIII - n. 22 - 16 novembre 1903

Critica ·Sociale f?IVIST .Il QUINDICIN.!lLE DEL SOGI.!lLISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. i.O • Semestre L. 5,50. Lettere e Mglia aU'Ufflclo di CRITICA SOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno Xlii - N. 22. Non si vencle a nunun'1- sepaniti. MIiano, 16_novembre1903. SOMMARIO Attualità. J11termezzo (LA CRITICA SOCIAU:). Jt CQJ1(Jresso di Cremona (::ty.) Le spese mlutari sotto n ,llì11tste,·o z,mal'detU-GlolUU: I {SYLV.\ VtVIAli'I), Studi sociologlcl. A11co,·a la quest.0110 (el'i-ovJm•ui (l'rof, GIULIO .ALE~-,~, ùt.1mtato), L'orgai1izza::lone del partiti potl-Ucl 11euaclemocrazia: (Dott. Ali'0EL0 c1u::sv1). Pre{lhiamo {ll'i abbonctti 'in ,·ltm•do di sttlcla·1•e le qwltwnze postaU che perve1•1·<tnno loro ,fn qu,est-'i,giornL Non po.,;s,iarn,o cornin– cia1·e il n/1Wvo anno c111n1nùt/lstra,t:lvo sen::a, spe{lne,•e le vecchie pcwtite. INTERMEZZO 21 ,iovcmb,·e. La soluzione della crisi - che ci diede un :Mini– stero zoppo, giusta Ja definizione cli N_apoleoncCo– Jajanni nella Rivista Popol(ffe - ha schiantate molte speranze o parve a molti nostri amici un'amara ed inattesa ironia. Noi stessi, che pur c'ingegnammo di chiarirne Jecause meno accidentali (1), non possiamo dircene Jicti · sarà, a dire il meno, uno sterile in– dugio, un ar~·esto cli sviluppo_nella. politica italiana. E perditempo vale regresso 111 un paese, preso da quella tarantola di bisogni assillanti e contraddi~torii, che descri\'eva iel' l'altro nel Secolo ( 2 ) Guglielmo Ji''errero con un'analisi acuta quanto inconcll1dente, o concluùento al tragicomico motto elci Ferravilla.: " allora suicidiamoci tutti e la sia finita! ,,. Arresto di sviluppo politico, per la composizione policroma del Ministero, peL' l'assenza di carattere spiccato ed uni\•oco, por la delusione ch'esso incarna arrli occhi delle masso aspettanti - Ja cui compli• cÌÌ:à. è ormai necessaria 1 chi voglia lasciar traccia nelle cose; e a ciò nulla può mutare i/ programma verbale con cui \'on. Giolitti lo presen erà al Parla• mento e al quale il Gabinetto servirà da attaccapanni passivo cd indifferente. ]~;probabile che'"'" l'uomo di Dronero - come ora tornò cli moda qualificarlo - giuochi a"nche questo tiro all'Bstrema Sinistra., ch'egli ha abbandonato e che lo abbandona: ùi sfidarla con dichiarazioni così radicali o promesse apparentemente così sustanziose, da porne in momentaneo imbarazzo la premeditata opposizione. Non forse scrisse testò Enrico li'crri - riverniciando nell'Avanti,! la tarlata formula del "caso per caso,, - che non agli uomini s'ha da guardare, sibbene alle cose? ~ppure non (I) Xcllll, Ci'illcll 1~ 110\'l)ml)l'C. t~) 19 IIO)'Cmbrc: Umt t•i;/iti11J,. l no t11arcc v 1 è ormai, crediamo, artificio o malìa che possa riac. costare la più gran parte e piìt vi\'a dell'.1!:strema al Ministero inutilmente neonato. Per dispetto - come si insinua - di qualche "vieni meco" abortito? O per ~uel pr~potente e legittimo bisogno cli ~-iposo, di cm parla, in un n_rn– lizioso articolo della Lombardfri (1), l'arguto e mite Bistolfi? Puerile la prima spiegazione, insufficiento la; seconda. - Certo, il riposo a quando a quando ha clcl buono non solo per gli erni) ma altresì per gli uomini co'muni e per i partiti, ccl ò una legge della vita; nò ci passerebbe pel capo di contestar~ che, in questo paese e per noi, Pess.ere a~l'_?PJJOSJ· zione sia ineffabilmente J'iposatorc e s1 concd11 tutto le incoscienti e necessarie viltà dell'aninui nostra individuaJ.e ed elettorale. ~ppure anche questa spie• gazione ò !unge da adeguarsi al vero. Gli è che troppo tempo è corso, troppe coso sono mutate, troppe aspettazioni sono sorte e, sia pure, troppe illusioni, perchè sia possibile al Gruppo SO· cialista, in qualunque delle sue gradazioni, (e sul– l'esempio suo si modellerà quasi tutta. l'Bstrem:1) 1 perchò - senza volontario suicidio, senza qualcosa, che è peggio del suicid_io, il v_ivacchiarc ~ll~1.gior– nata, perdendo le cagiom del vivere - gli sia pos~ sibile ripetere l'atteggiamento di or sono tre anm - tre anni, lonr1um mvi spatiwn I -- di fronte ad un Ministero mutato nelle persone, non mutato nel– J'anima. Quell'atteggiamento di "diffidenza bene• vola,, - come suonò l'eufemismo foggiato ~cr !a circostanza - era. doveroso allora e lo ft1 cli poi; così doveroso, che lo stesso )ferri: cui pi~cqu~ poi drnppeo-rriarsi a dissidente e a censore, m111acc1ava, a chi 1;~1tenclessc altrimenti, il manicomio 1 non sap– piamo se criminale . .l~ra.allora. necessario, parve CO· cli no e fu audace; oggi esaurì la propria funzione. Se ogni giornata ha il suo còmpito, se la politica non vuol essere la ripetizione non richiesta e mono• tona di una rappresentazione sempre Ja stessa, quel còmpito è superato, quella rappresentnzione de? ca– dere dal repertorio. Ciò che fu non può segu,bne ad essere, per la sufficiente ra.gio1~eche fu. Scocca l'ora in cui è giocoforza o abdicare o procedere oltre. Le stesse conquiste innegabili cli questi tre anni la libertà bene o male rassodata (sebbene noi non' siamo coi nostri « rivoluzionari i,, a gridarla. oo-ni ...,.iorno indelebilmente conquistata e insieme o~ni :i.orno nefondamente calpcsta.ta !), la Destra e il C~ntr~ riconcilia.ti a una politica interna più ci\•ilo ed unu1.na , questi _risultati, di cui 1 ~oifum.mo . i coo~ peratori e Giolitti J'artefice, questi stessi nsultat_1 omri ci separano da lui. La politica non è, non puo e 0 1~011 dev'essere cosa sentimentale. Se i partiti hanno ragione cli esistere e di funzio– nare, se l'utopia vagheggiata clall'Ostrogorsky ne~ libro che pili lungo riassume il nostro Angelo Crespi non è ancora matura per noi, non può l'accostamento temporaneo di due partiti diversi, rappL'esentanti interessi essenzhtlmente clisformi, durare pili a lungo {,) JS uovcml.Jrc: /Jmt co/azto11e atto • S.[Kiltn/JnlU ~·

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