Critica Sociale - Anno XIII - n. 20 - 16 ottobre 1903

CRITICA SOCIALE 307 lotta di classe, suscitata là dove hanno la lor radice i rapporti fra capitalo e lavoro, è appena del pseudo• riformismo. JI \'Cl'O riformismo, ossia la feconda azione rivoluzionaria, consiste - il Ferrcro uon ha lapruderie di certu gente e lo può dire apertamente - noi cooperare al II rapido aumento della ricchezza ,,, nell'affrettare " la 1>otenzadella borghesia ,,. Giammai la teorica della cooperazione di classe trovò apostoli così convinti come i nostri rivoluzionari! .Ma la loro coo1>erazionc all'aumento della ricchezza o della potenza ca.pitalistica, mediante la lotta contro tutti i parassitismi e contro l'invadenza dello Stato per il trionfo clell'indiviclualismo borghese, non è neppure coopemzione di classe. La cooperazione cli classe presuppone almeno due classi di~tinte, e per clistingue1·le, nell'economia e nella politica, occorre quasi sempre una lotta. La cooperazione di classe - lo ha lucidamente dimostrato il 'l 1 urati - non è pos– sibile se non accanto e insieme alla lotta cli classe. Si conciliano - in date oro o in determinate circo– stanze - gli interessi opposti, non quelli che non hanno ancora incominciato a divergere. Quando i rivoluzionari affernrnno, da una parte, cho l'organizzazione ciel proletariato sul terreno della resistenza è una 1rrancle illusione, che la legislazione sociale intesa a rafforzare i lavoratori nella loro lotta di classe è puro un'altra grande illusione, e, dall1altra, che conviene aiutare l'incremento della ricchezza, In potenza del capitalismo, il trionfo della borghesia autentica sopra i Ruoi "succhioni " feudali e parassi tafi; ossi fonno 1>rcccdcrc la cooperazione <li classe allu lotti-.di clossc, ossia. attenuano la fisio– nomia carntteristka del proletariato per allearlo e confonderlo con altro categorie sociali. Questo riformismo rivoluzionario, che è la peggiore delle trunsigcn:1.0, non si differenzia gmn fatto dal riformismo democratico d'un tempo. Anzi gli asso– miglia, non solo nelle finnlità immcdhltc, ma anche in quel suo rivol~ersi a " t,utto il popolo ,,, a~li operai come alla borghesia magra, agli oppressi dal capitalismo, come ai tormentati dallo Stato. Così esso può accarezzare, tanto le tendetrno occulte e insop– primibili dellu piccola IJorghesiii che è nelle nostre filc 1 quanto la nostra smania di clamorosi successi elettora I i. I~ può nncho permettere che la politica dei Circoli abbht eia trionfare sullo spirito prole· tario delle organizzazioni economiche. . .. Perchè la tendenza teorizzata dal Ferrero avesse la sua piena espi icazionc occorreva però un fatto nuovo. L'avversione doi Circoli verso le Leghe, la rilut– tanza della piccola borghesia socialista a seguire il movimento proletario e a piegarsi alle sue esigenze, tutto quel dissidio intestino, in gran parte inavver• tito, cho lo Zibordi ha potuto osservare nel Manto– "ano, poteva preparare il distacco, ma non poteva ancora creargli 1111 proteslo decente. Lfl.piccolfl. borghcsifl. dei nostri Circoli era in quello stato 1>sicologico in cui si ha desiderio di novità., senza che questa no"ità. abbia assunte formo con– crete. Volcvf\ quoIche cosa da sostituire al movimento economico del proletariato, nHL non sapeva ancora. con precisione che cosa. Intcndeva battersi in una lotta sua 1 nm non sapeva scegliersi l'avversario. Ma ceco ohe \'on. Ferri, nppena. assunta la Dire• zionc clcll'Avcmtì. /, impegna. una battaglia contro la amministrazione della )farina. [I bersaglio è trovato; la. no"ità, cnpacc cli togliere i nostri Circoli dall'ozio che li minaccin. 1 ò gii\ pronta. Tutto l'antico fervore, che i Circoli 1 all'alboggfarc del movimento operaio e contadino, twevano messo nell'opera rude della organizzazione di classe, si riversa nella nuoYa con– tesa, prorompe nella nuova aziono. Le r.Jeg-hc, i Sin- òacati, lo Federazioni, dove pare"a dovessero sl )occia.re i fiori rossi delle nostre speranze, sono abban donate e derise. 'l'utti i nostri fiori sono oramai per i gla– dh1tori che si battono contro i " succhioni " della Marina. Che questa. diagnosi ris1>ondaa verità, cc lo attesta Bruno J.'ranchi, che nel S<Jcialismo del IO settembre espone il " metodo e la. meta nella campagna di Enrico Ferri 11• Secondo il rivelatore autorizzato del pensiero ferriano, pcrchè II l'azione contro i parassi– tismi compientisi da una borghesia igna"a a mezzo dello Stnto " fosse possibile, occo1-re,·a che il nostro partito si staccasse dal movimento economico dei la\'oratori. " Do"evan 1>rima dileguarsi - scrive il }'rauchi - la grande illusione creata alla organizza– zione contaclinn, costituita in vista cli immediati van– taggi - nel primo anno cli lotta rnggiunti di sor– presa - e la grande illusione sorta nel partito socialista dal fatto della organizzazione medesima, e, con l'una e con l'altra, doveva dileguarsi la grande illusione dolla legislazione sociale. " Distrutte coteste illusioni - che in sostun:m costituiscono la fede ani– matrice clell:i politica prolcti.tria - la lotta contro gli sperperi e le baratterie della Marina militare poto"a assorbire tutte le forze e tutte le attività. del socialismo italiano. Ma la lotta attualo non può racchiudere tutta l'azione socialista, così da dover relegare nell'ombra la nostra C\J)Cl"tl di un tompo. Anzi, essa non ò più socialista. di quel che non sia radicale, repubblicana, dcmocrutica e magari anche conservatrice. llentrc l'org-nnizzazione economicn.dei lavoratori era. un'opera esclusivamente nostro, connaturata olla nostra indolo e al nostro fine, l'azione odierna contro i parassiti annidati nello fìtato, appunto pcrchò è semp licemente u111.1 epurar.ione che ri:s111111. gli organismi inquina.ti, può essere assunta. da qualunque partito - e sono parec chi - cho c on i parassitismi dello Stato non abbia reln:1.ionie interessi (!). Si tratta, dunque, non cli un a battagliu c li classe, ma lii una lotta che stu. 111disopra deg-li antagonismi di classe, e può inter– prefa1·0 gli istinti di quegli clementi misti e diversi che compougono l'impu.lcntura. politica del nostro partito. I quali clementi -- ci premo dirlo per la. verità. - non sono affatto consopcvoli di aver abbandonato un'nzione essenzialmente prolotaria per un'altra che ris1>ondc più alla loro natura che non al carattere del movimento operaio. Cotesti elementi anzi credono cli affrettare lo ascensioni proletarie pro,•oca.ndo una grunde crisi negli organi difensiYi della borghesia. l~ssi si illudono di soppelliro il militarismo, e col militarismo tutti i ruderi feudali d 1 Italia 1 sotto la chunorosa vergogna di un grande scandalo. Il fenomeno non è strano, anzi si ripete in tutti i l)Criodi cli rivelazioni scandalose. Quando la Francia fu percossa dalla rovina del Panama, quando sul– l'Italia posò l'onta. della Banca Romana, par\'e nl proletariato dei due paesi che la. borghesia dovesse crollare sotto il putridume che l'aveva invasa e cor– rotta .. \nche oggi, fatte le dehite proporzioni, questa illusione si rinno\'n. La lotta contro le irregolaritlL e le lnclrerio della. Marina paro, pcrchè impegnata (I) Qucslo mio nlT<lrmnztonl trovano la loro conforma In un rccc11- t1u1mo scritto 00101rottl noi mo1·,w1t tltqt. tco11omi.su . 11l>attagHcro scrittore (ICI J(ru11110 m,crlstn si complnce che contro 11uot soo1J1l!sll, che hanno fictucla di nrrlvnro nl oollctt1,·1smo • eone leggi sul lfl· voro, col\o 11uu11l<rnl por lt~ malfl.lth1 o In ,·ccchlflln, collo cnssc JJ~r lii mntornlt\ col lnl111nmnl dcllrt m11nlclpalhz111,lo11c o dcll11 lndustrl11 di stt,to "' a111no11ortl I 80Clnllllll rlvolur.lonurf, I quull vanno" ll'ril• dntam<'ntc nccosln11do~J nlll'I concc1.1ono c110dello Stnto ha la scuola Hl>crlela et\ lntllvltltmllstn. " Quindi Cll'il ro1rnta giunta l'ora " di org1ml1..,.nre 11e11nCamorn o nel J)flO~oIl gruppo radlc1110-t1berlstn.., col <111111<) (oh 111trnn111ironzn (lo\ rlvo\111.lonarl !) I 11oelallsll dell'Acw1U ! o dcll'Avm1911111•dk11)otr11.11110 vroccdcre d"11ccurdo.

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