Critica Sociale - Anno XIII - n. 17 - 1 settembre 1903

272 CRITICA SOCIA~E di una volta 1 e nella quale à molto maggior parte la cultura tecnico-scientifica. L'uso di tali cognizioni, come di matematica, fisica, scienze naturali, storia e geografia, lingue moderne, è ora pili che mai generalizzato, si fa sentire come indispensabile alle più diverse carriere, si impone, come suol dirsi, al maggior numero. Come fare allora? Da una parte tutti convengono nella necessità di semplificare e risecare l'enciclopedia dell'istruzione secondaria; dall'altnt c'è una folla di discipline nuove, feconde di vitali insegnamenti, che da un pezzo e a buon diritto battono alle 1,orte delle scuole de~tinate alla coltura generale. Perchè - andiamo, via. - si sia pure quanto si voglia classicisti, ma questo non dovrà e non potrà costituire un velo tale da impedir di vedere che da tante dottrine e studi mera.vig·lìooi sulle energie della natura, sulle loro metamorfosi, sulla costituzione chi• mica dei corpi, sui vari processi e forme biologiche 1 sulle yarie epoche geologiche, sulle ipotesi stellari e cosmiche, sui rapporti inscindibili tra costituzione fisica e psichica, da tutto insomma questo vasto cumulo di scoperte e di indagini interessantissime, non si possa cavare un profitto pedagogico, teorico e pratico, elle possa con onore surrogare l'attuale lettura di contate pagine di scrittori classici. Come risolvere adunque la palmare contraddizione? Non altrimenti se non sostituendo, al concetto della scuola secondaria. unica e tipica, quello della scuoi"' molteplice, inrtirizzata a quei diversi fini, cui può es• sere rivolta l'atth•ità studiosa dei giovani. In sostanza 1 bene avverte il Piazzi (1), la scuola secondaria deve in– segnar tutto quello che può far parte dell'istruzione giovani le, non però insegnare tutto a tutti, ma ogni cosa ripartita per le diverse scuole. i: oggi giorno si vanno delineando nuovi tipi di classi dirigenti, agricoltori, in– dustriali, commercianti, elle non sono più i cortigiani 1 i monsignori, i legisti di una volta, e per i quali oc– corre una coltura più confacente e non quella che po– teva servire alle arguzie eleganti degli abati di un tempo. Che nelle scuole americane il latino sia studiato tre volte pili del tedesco e otto volte J)it1 del francese, non è ratto che ci sgomenti. Se questo è un merito 1 noi so– pravanziamo di parecchio gli americani, perchò nelle nostre scuole classiche il tedesco non si studia affatto e l'insegnamento del francese vi è ri1lotto a una burletta. Del resto in siffatto argomento quel che sopratutto im– porta è di vedere in che proporzione si trovino presso un popolo le scuole a base classica rispetto a quelle a base moderna. Ora, si durerà. - credo qualche fatica a dimostrarci che tutti i buoni Yankees si siano trasfor– mati in un J)Opolo di esclusivi e fanatici umanisti, un ci11quecento redivivo addirittura al di là dell'Oceano. " Secondo gli americani, il latino è la sola lingua che può forzare Io spirito alla riflessione. Che ne dicono i nostri riformatori? a Ma i nostri riformatori non si la– sciano scompigliare t)er cosi poco, egregio Lipparini, o a certe affermazioni così assiomatiche si contentano di rispondere che quaudoque bonus dormitat anche lo zio 8am. Oli americani sono innegabilmente un popolo J)ieno di energie, ricco di vitali risorse; e, da quel gran si– gnore ch'egli è, questo popolo si permette il lusso di una molteplice varietà. di tentativi e di esperienze so– ciali e pedagogiche, nè si preoccupa se, fra. tante. qual• cheduna non riesce. Ma intanto noi, vecchi latini, osti- nati Procusti custodi di una sterile unità. scolastica, cer– chiamo, piuttosto, di imparare dal mondo anglosassone il risJ>etto alla legge della libertà e della varietà anche nel campo dell'istruzione. E :;e gli americani, sinora in– zuppati sino alle midolle di modernismo e di praticismo ad oltranza, sentono ora il bisogno di forti iniezioni di coltura classica e di spalmare coll'ambrosia delle an– tiche Muse la loro ferinità mercantile, fanno cosa spie• gabile e lodevole nella loro condizione; noi invece do– vremmo fare una toilette in senso del tutto contrario: forti dosi di rude americanismo e di spirito business poco latineggiante; e quando, dopo questo salutare tirocinio, saremo diventati signori come gli americani, allora non ci mancherà modo nè ci mancheranno i milioni da pro– fondere per i più J)erfetti istituti d'istruzione classica e sopratutto per costruire delle scuole che, un po' meglio delle attuali, facciano onore all'aurea. massima Mens saua iu corpore sano scritta in testa al lodato articoletto. Ma, senza nitre risorse, carmina 110n dant pauem, e il proverbio vale anche e più per le intere nazioni. ARMANDO 'l'ARTAH.INI. RECENTI PUBBLICAZIONI della CRITICA SOCIALE F. MEHRING:Dodici anni di leggi eccezionali (1S78- 1S90); storia. della reazione in Germania con– tro il partito socialista; con prefazione di Claudio 'l'reves. - Un YOI. di pag. Vlll·288 . . . L. 3 -· (Per gli abbonati alla c,-m~a S<>ctaie, solo L. 2). F. ENGELS: L'origine della famiglia, della proprietà. privata e dello Stato ; traduzione di P. ldarti– gnetu, con introduzione critica di E. lJernstein e avvertenze fllologiehe cli F. 'l'urati. - Un vol. cli pag. XXXYI-244 • ,, 3 - (Per gli abbonati ana c,•mca 80(;lale, sole J,. 2). SYLVAVIVIANI: La verità sulle spese militari (I)a,. gine 48) . . • . ,, - 25 LOSTESSO: Le riforme militari tecniche, I. La marina - 50 RERUMSCRIPTOR:La questione meridionale e il fede• ralismo. . . . . . . . . . . . . . . ,, - 25 LOSTESSO: La questione di Napoli (Come si sgomi– nerebbero le camorre). . . . . . . . . ,, - 15 F. TURA TI : Il diritto di riunione. - La risposta alla Corona (discorsi alla Camera). - Un voi. di pagine 128 . _ . ,, - 50 LO STESSO: Il partito socialista e l'atluale m,1mento politico (3a ed.) colla Ris11ostaai contraddiltori ,, - 20 LO STESSO: La politica a zig-zag tlell'on. Giolitti ,, - 20 LO STESSO: ti partito socialista e le sue 11retese tendenze . . . . . . . . . . . . ,, - 15 LO STESSO: La politica postale•telegrafica e il per- sonale . . . ,, - 25 C. TREVES, F. TURATI, I. BONOMI e G. CASSOLA: Le Leghe di resistenze e il partito socialista . " - 20 F. TURATI e CLAUDIOTREVES: Socialismo e Radi· calismo; polemica. con l?rrico De .Marinis - 1 f> SCHIAVIA.: Gli scioperi e la produzione . 11 - 20 C. PETROCCHI: La teoria marxista della miseria crescente e la sua unica interpretazione . - 20 IN PREPARAZIONE: c. KAUTSKY: Il programma socialista - I principii fondamentali - con correzioni ed aggiunte o con una prefazione apJ)Osita dell'autore pel lettore italiano. - Un voi. di circa 300 pa.gine (uscirlL infallibilmente dentro il 1903) . . . . . n 3 - (Per gli abbonati alla Critica &ciate, solo L. 2), (N B. Gli stessi abbonati possouo avere i fre volu.mi qui annunciati, di Mehring, Engels, Kautsky, inviando, iu llllll !!llllll ,•olln, sole L. tiJ. GIUSEPPE RIGAMONTI, gerente responsabile. (') ALt'REDO l'JA,lZI' LCISç14-01a mtdkl e le clclss• dtrigt11H, llvO{)ll, l')()J, ).llluno, 4/'9 IOOS • Tipografia Operil! (Soc. coop,), 0, \'ltt. t:m. 12·16. Ult:l.; Dd

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