Critica Sociale - Anno XIII - n. 12 - 16 giugno 1903

CRITICA SOCIALE 179 di riforme: o così poneva un cuneo fra Giolitti e la rimanente parto del Onbinctto. La conseguenza di quell'atteggiamento era di giovarsi delle occasioni di crisi, che si presentassero, per rinforzare le ten– denze radicali al Governo e la possibilità cU una azione riformatrice. Ma l'applicazìono venne fatta a rovescio. Al Gruppo socialista (e al pedissequo Gruppo rc1H1bblicano) non _parve vero interpretare <1uella <lccisione nel senso più facilmente ncccssibilo alla meno cvolut-a co– scienza delle masse, corno cioè un saJvacondotto per ogni s1>cciodi chunorosa. opposizione al Governo: anzi fu contro il :Ministro degli Interni che si dires– sero pili accnnitnmcntc gli attacchi. La interroga– zione circa la venuta dello Czar, col preannunzio delle fischiato, quello contro l'Austria in occasiono dei conllitti cli Innsbruck, e a.Itri molti fatti consi– mili che potrebbero citarsi, non ebbero altro scopo, o almeno non potol'Ono avere altro risUltato, che di crcfu·o alla politica interna difficoltà insupe– rabili. Nella questione della marina, J'on. Giolitti era un giorno invocnto per l'illibata ouestà. corno un argomento n fu.vore clcll'inchicsta: il dì appresso si evocavano i ricordi della Banca Romana peL·ad– •(lita.rlo come manutengolo dei divoratori di milioni. l'utto questo avvcnh·a in nome dell'Estrema Sinistrn 1 senza che alcuno protestasse. l: la voce della propaganda e quella dei giornali s'intonava sul medesimo metro. Alla propaganda socialista, cho addita noi contrasti sociali la radice delle ingiustizie onde soffrono le plebi, succedeva In denuncia sistematica del ladroncccio personale, cli un'immensa rapina collettiva dei governanti: susci– tandosi così lo spirito impulsho del disgusto e del– l'insofferenza. J~:evidente che, di fronte a. questi attacchi e a queste minaccio, nessun ministro che tenga a "non governare contro l'J;istrema n potrebbe accettare il JJortafoglio: nesinin Oovcrno radicale può instaurarsi e vivere, nò esser lasciato vivere dal Parlamento. E così l'J~strcma Sinistra, da fautrice di riforme, di– vcnb.1. alle riformo il mag::riorc impedimento. l~ssa è l'arbitrn - ma è anche, perciò, la respon– sabile. E converrebbe sa[icàsc quello che vuole - e lo facesse sapere. Jjssa non vuole, o si on.pisce, un Governo reazio– nario: non vuole un Ooverno liberale più di nome che cli fatto, e impotente a riforme radicali, come sarcbl)e ora un rimpasto Zanard'elliano; rende im– possibile il Governo di un ministro democratico; fa quanto può 1>crdemolire (vcggansi gli attacchi del• l'Avcmlil contro Fon. Sacchi, già aus1>icato come il pernio cli un futuro .Ministero modernamente radi– cale, che cliccvasi sovra ogni altro clesiclerabile, oggigiorno, dal proletariato) gli elementi che po– trebbero accentuare il carattere democratico di un prossimo futuro Gabinetto; non sposa la pregiudi– ziaJc dei repubblicani, non vagheggia le barricate, e non può seriamente pensare,pcrdurando la monarchia, a un Ministero di repubblicani. l~ se al Gruppo più avanzato dell'Estrema - al Gruppo socialista - domani, per assurda ipotesi, fosse offerto il potere, risponderebbe, e con cento rag-ioni, che i tempi non sono maturi! Qual Governo vuol dunque, fra i possibili, l'E– strema Sinistra? O non no vuole nessuno? Questa tattica allom è rispettabile quando chi h~ professa crede ogni Ooverno funesto. Allora rove– sciare ogni i\linistoro, ad ogni Ministero presente e futuro rendere impossibile In vita, è atto di coerenza lodevole. A chi, fuori dei " Parlamenti corruttori n e delle immunità che Yi si godono, pone per questa fede l'opera e la pelle, noi - 1rnr clisscntenclo toto corde - faccia mo di cappello. ]lei partiti che vanno al Parlamento - che ere- dono possibili i Governi riformatori sotto la pres– sione cosciente degli interessati - che intendono la rivoluzione como risultante e sintesi di un ere~ scendo di riforme gradatamente conquistate - è tattica bambinesca. È poggio; è anche, un tantino, una ciurmeria. Poichè, mentre grida ri{o1'me e libe,·tcì, carpendo i plausi dcllfl.folla, sollecita. di quelle l'ahorto, di questa il funerale. LA CRITICA SOCL\I.E. PlWPAGANDA IMPlWDU'l'l'lVA "> Ln. forza princiJ)ale del socialismo, in tutti i suoi aspetti, di dottrina, di metodo d'attuazione dei suoi ideali, dell'ordinamento J)0litico o sociale che dovrà integrarlo, consisto nel carattere posith• o, t>Cr cui non deriva da principii astratti <li giusti1.ia , nè ad essi si informa, ma riconosco lo suo bas i o le su o ragioni nella realtà delle cose, nella necessità dell'evoluzione sociale, nella corri– spondenza sua alle condizioni dell'ambiento e dell'uomo. So i socialisti dimenticano questa nota tipica del so– cialismo e si attaccano al suo lato esteriore o sentimen• ta10 1 essi faranno qualunque altra cosa, ma non del so· cialismo. La J)ro,•adella debolezza di un partito socialista ò data, appunto, dall'ndcMiono a quei sistemi i quali, mentre soddi.sranno alla passione, al furore di censura e di demolizione, comune ai pili diversi ordini di persone, da chi vorrebbe restaurato un privilegio perduto Il. chi lotta contro un J)rivilegio perdurante, non stanno in re– laziono ai ))Ostulntietl alle ))remesse dol socialismo, per le quali si esigono, alla. diffusione ed alla a.pplicazione dell'idea socia.lista, particolari circostanze di coltura, di ricchez za, di etluca;,;iono politicu, di sviluppo indu– stria.le, ecc., ecc. Se io non sono soverchinmonto pessimista, un periodo di regresso 1 noi senso ncconnato, passa, oggidì, il partito socialista italiano. C 1 ò nell'aria, nei discorsi, negli arti– coli di giornale, unn. grande ventata di demagogia, che troppi confondono con una grande affermazione socia– lista. Vi ò chi gesticola senza posa o sembra al pubblico un prodigio di atti\'itÒ 1 quasichè nei manicomi non vi rossero maniaci cho si agitano molto di più pur non prorlucendo nulla. Si parla di critica imJ>ersonale,e si grida a squarcia– gola contro Caio, 'l'izio, Sempronio, osannando alle virtù peregrino dei J)roletarii, laboriosi, leali, ecc., a dispetto della miseria che darel..lboa supporre, logicamente, quasi \I) Con <111c1to nrllOOIOIl noetro a.mloo prof. Adolro zerbOgllo rii)\• glla un tema aho ru già Altro e ripetute voltti toocato e da 1101e <la CIRUdlOTre\·e• e dll f.ltoro Clocottl j nit\ 8111quale non è VftllOlnsl- 8tere, mentre, 1,er molti riguardi, !I miue lamentato Rccenna ,,tut• tosto tHIestonderil - cll\·ontAndo orontoo - cho non a <1ccllnarc; e lo llluslonl eho crcn, o 11ucllodi cui 81alimonia, non potranno non produrre, o g1à eomlnelf•no Il fi\rlo, 11e1uston1proJ)Orzlonatc. Al pe– riodo della co111111let11 o dcll'ap11lleiu:1011e,elio doveva logteamente sueeodoro a ( 1uollo 1u1z1a10dello tao\11e rumoroee arrermaz10111,81 convlono rnooou11monlo di nnlm! o J)repara1.10110di eiudl tenace o 8e\·ern; ma, mentre I l)rOIJICmll11cnh:1rno, non vediamo IO schiere eho ntllllno le nrml 1,cr J)OlCrllrlsolvcro. Clic rnnno - salvo rare cc– cc1.1onl- I g1ovnn1 non negati ngll etudl, e che puro dovrebbero 1rnllulnro numcro11t tlnll11. toun sompro orcsccute degli elettori o Ilei militanti soclnl!stl 1 A g!u<lh'nro dalla nostra J)rot1111.!one Intellettuale, o 1onnccch11u10 o 11eontentnuo di lrOPl)Ofacili prede clettoralL Per IILlgul1a Il 1~elall11110ltallnno minaccia di rlllunl a uno &cenarlo, dal colori v\11tos11 ma ct1otro Il quale c•ò li vuoto. {Nota delln CNITICA).

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