Critica Sociale - Anno XIII - n. 9 - 1 maggio 1903

CRITICA SOCIALE 141 maestosa di sul e ,•ntl nntichi, cosl la sua parola, J>ur cosl modernn nel concetto, 1>11re un'eco del posato e im• perturbato ragionare o discettare di Platone e .:lristotele. ... La J>0lemlca, recente, nacque cosl: Un giornale mantovano, il Risr:tf}liolibtrale, impegnato in una cnmpagna nntimaS!onica fervorosissima, richiese l'Ardlgò del suo 1>011.slero circa In Masioneria, e l1Ardigò risposo con una lettera, ove con la franchezza e la per• spicuità consueto si manifesta recisamente a,.. ferso alla tanto discussa e possente associazione, di cui non approva (cosl nnoho In una II conversazione ,, pubblicata nel Giornale ,t'ltaUci dol 12 corr.) nò "la sostanza nò le apparenze ,,. 1n uno Stato lil>oro !a ~fassoneria gli pare un " 11011 senso"' o ti coml)nttero efficacemente l'oscw·an. lismo - brutta l)tlr0ln e nncor pili brutta cosa - ritiene che giovi molto di pili " l'0J)Cra di educazione cd cle– ,,nzlone civile II o,))llcnta apertamente alla luce del sole, che non Il lnvorlo occulto di una setta. Non l'a\·csso mai fatto! La Rivista della illasso11eria - il giornaletto stampato in Roma a cura del Orande Oriente - uscl alla sua volta - il 19-20 febbr,do - con un articolo Intitolato: La scommrica di Roberto Ar– clir/lJ, hl ò rinfacciato al filosofo di avere dimenticato - <' chi mai lo StLJ)0va?- doversi alla secolare I dire.sa della libertà di coscienza e delln scienza n della lla.sso. noria, so In Italia si potè formare quel cosl schietto e diffuso I movimento nel peD.'Jlero pubblico n mercò il quale egli trovb un ministro - Guido Baccelli nell' 1 - che gli affldb la cattedra di storia della filosofia in una delle prime nostre Università; ivi poi, per togliere cre– dito o autorità al suo ti.ero scritto contro la llassoneria stessn 1 ò Inventata di sana pianta e ammannita con bella disinvoltura unn. novlssima storiella a proposito della conversione dell'Ardlgò. Il qunle - come si sa - vestì l'abito talare flno al 1 11 o in talo ~-nno, essendo ormni più che qunrantonuo e canonico nella Cattedrale di Man– tO\'a, rin un.ciò nll1i carriera occlcsiustica, tro,·ando incom– pntihlli con In qualità o missione - per lui era uno. 111fssio11e, come <l'nllom in poi ru una missione 11insc– gnnmento o l'apostolato positivistico - di sacerdote i suol convincimenti dol1nltivnmcnte e consapevolmente eterodossi. Ora, secondo l'artlcolistn della quasi clandestina Ras– segna massonica, la rinuncia dcll'Ardigò al sacerdozio non fu la conseguenu, onesta e dignitosa, della sua conversione filosofi.cao religiosa, ma l'effetto di non altro se non di un mi... ero e J>iccioloripicco. L'Ardigò anebbe dimessi gli nbitl 8acerdotall e si sarebbe fatto fautore ed espositore di una dottrina antitetica a quella, che sta a fondamento del cattolicesimo e di tutte le religioni, per aver visto piusargll o.vanti nella carriera monsignor Lucido llarla Pnrocchl, che sarebbe stato canonico con lui nel Duomo mantovano, ed essere assunto all'arcive– scovado di Bologna. L'Ardlgb prontnmeuto replicò con una lettera al diret– tore del llisL"eyUo, nella quale 1 rilernta la UlO(licillì dello scrittore massonico por clb che si attiene alla diresa da questi tentnta della Massoneria, metto a posto i fatti por rispetto alla propria conversione. " Uartlcolista ,,, egli dico, " fa che il Parocchi fosse :ni•:~'.~ 1 i: Cda~!~~1l~~t~~~rn,~:ncl~:l~it~l\~1. :t}~el~l~ecr~l (;~:{ nncora canonico quando Il Po.rocchi fu creato arciyescovo cli Bologna, o lo ill\'0C0 non lo era più allora già da ben 11ettoanni. 1-: rn che lo leggessi il mio discor30 sul PomJ>Onazzl noi Seminarlo, mentre inYece io lo lessi n_elTeatro Sci,enliftco 1 o come 1,rofessore del R. Liceo. l~ fa che ml s1 vedesse J>er ,•ia Pradella Ycstìto in bor– 'hcse alcuni giorni do1,o quella lettura, che non ru mvece se non due anni &pJ>rcsso. Eh! sl, Precisiamo le date non badando allo quali o falaandole,·si ,·olle anche far~ quella tanto sciocca Insinuazione che trapela pure dal passo dell'articolista che qui trascrivo ... Precisiamo, dico, I~ <lnte. Nel 1869. In seguito nlla 1mbblicazione del mio discorso sul Pomponaz1.1 1 ml ,·enne la sospensione a t1i– ti11is! non J)il1 revocata, non essendo possibile che mi r~tra tas:,I. I~ comincia cosl da quell'anno la mhl separa– zione dalla Chie!'.ln, compiutasi anche materialmente colla s,estizione dell1ablto Il IO aprile !Sii al momento della 1>ubbllcnzione del mio libro (!ella PsiOOU)!Jia comescie11.w positirn. J,: Il l'arocchl cm intanto pur sempre il sem– J)lico parroco di 11. Ocrrnslo, poichò vesco,•o di Pavia ru creato solo li 4 ottobre 1871. Cosa poi questa che io non potevo lnnnnzl p1·cvodcre e che, an•enutti, mi reco ~!~~s~rl~ S1 ~~°a~~~a"?is~~~~lto~uellavolta, Cl'll stato fatto u Correre il palio n chi sali!ISC pii, presto i gradini della gornrohla ecoloslnstica? Ma che! Una sola ru sempre la preoccupazione della mia vita: quella di avere l'nglo di nttcndero a' miei studi 1>rediletti. Aspirare io a rare II vescovof Per carità I PiuttoJto rimanere sempre corno puro sono stnto drt'prlnciJ)lo, un semplice maestr~ elementare. Ah, sl ! L'articolista non lo immagina il temperamento che sono lo. • E seguita, ricordando con nostalgico desiderio e con poetici tocchi le sue peripatetiche letture e meditazioni mantovane: quelle letture e quelle meditazioni, in che amua di approfondirsi, passe1giando nel pomeriggio, dopo aver fntto scuola e mangiato un boccone, e in che si determinava e sviluppan sempre più limpido e ana• litico li suo 1,enslero. La sera, inzaccherato e giocondo, se ne tornava a casa, cenava e poi si recua a giocare nl blllnrdo - ò ancora adesso o, almeno, ru sino a pochi anni fa la sua pas,lone - al caffì.ldel COr$0 ·J>er un palo d'ore. F: quindi II una buona dormita,,, e la mattina dopo era al tavolino a dar forma, in quella sua prosa disndorna o J)ur nrtistlcn, nella quale il concetto si svolgo e distinguo con l'ordine schematico ed enumern– tlvo contratto dnllo studio del metafisici, a quanto nYe,•n. ponsnto noi pomorlg,gio del giorno prima. Quanto nlla. sun. amblzlono o vellelt.à di " fare il Ye– SCO\'O 111 al corrispondente do! Giornale (l'Jlalia, che lo fln<lòa tro\·nro a Padova, nella sua 0ella casa. di ,,ia s. Pro• sdocimo - una delle J>IÌ1 eccentriche o tranquille strade della vecchia cittù - o in quel suo studiolo lindo e sin– golare, da una cui J)arete 1,cnde il mirabile o mistico ritratto di un bellbslmo giovane sacerdote - l'Ardigò ventenne - ebbe con lui una I conversazione 111 il filo• sofo ricordb un aneddoto. Compiuto il corso di teologia nel seminarlo di llanton, egli a,•eva ottenuto un posto di perfezionamento presso l'istituto teologico di s. .Ago. stino a Ylonna. Ed era andato. Ma poco di poi, un J)O' per la nostalgia, un po' J>Crla salute, a cui non si con– faceva Il clima viennese, un po' che quel famoso perfe• zionnmcnto si riduceva alla frequenza delle lezioni teolo– giche nella Untversltt\ 1 se no tornò. Jn viaggio raccontò i suol casi a un signore, Il quale si meravigliò con lui che fosse venuto via da u11Istituto" d'ondo uscivano tutti ,•oscovl "' E Il giovano di rimando: 11 Guardi a che pe– ricolo sono scnmpnto 1 n 'l'alo era il futuro instauratore del positivismo !tallano fin da quando era chierico! . . . La Rtoria della sua con,·orsionc, del resto, l'Arcligò la aveva già nnrrnta, molto tempo prima di do,,erci tornare sopra con maggior copia di particolari cronologici 1 in alcune JHlgino indimeutlcabili clolln Morale dei posilj•

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