Critica Sociale - Anno XIII - n. 2 - 16 gennaio 1903

CRITICA SOCIALE 2l a pag. 77, accennando ni ,·ari serbatoi da costruire, parla, ad esemJ)iO, di quello dol Oama..'3,che scelgo a ca.so: ca– pacilù nutri cubi tli ac<111a 281.282.000 per irrigare .J:J– tm·i 11.200 posti nelle piw1e di D<wwse &,berguma. Prendiamo una carta to1>ograflca qualsia.iii della re– gione, e misuriamo il bacino imbrifero utilizzabile del torrente Damas. Risultano all'incirca .110 milioni di metri quadrati. La Relazione stessa afferma (l>ag. GrJ)che le stazioni meteorologiche J>iÌt prossimo al detto bRCino {:\lassaua. Ohindn, Asmara) Regnaiano un altezza di pioggia uguale a circa metri Oli, Facciamo una semplice moltiplicazione, e si :wri\ che: :110 miliouf dì '11/l'friq11atlrali, moltiplicati ver metri o,s tli altezza d'acqua, clwmo 111milioni cli metri cubi <ii O<,'fJU<t piornla. Il 1>rojlctto grandioso (ricordiamocelo) ne rac– coglie 281 milioni I!! Un calcolo nnalogo, cou n11aloghi risultati 1 si può ri• petcre per tutti Erli nitri serbntoi progettati. L'idraulica ministcri1Lle 1 ndunquc, anche per gli incom• potenti devo risultare somJ)licernento mostruosa. Hiconrermnto ciò, veniamo ad esaminare l'nrgomcntn– zione del signor Lavelli de Capitani. a Certnmento - egli scri\'C - sariL a Sua cognizione che qui a Milano si sta seriamente i,tudiando la possi– bilità di cOlti\·are il cotone in Eritrea (\'Oda il giornale Il Commercio del 3 gennaio). Questa è basata esclush•à– mente sulln coltum non irrigRtoria, valendosi solo del J>Crii)dO di J•iog'fiO torrenziali, che in alcune regioni sono estive cd in nitro lm•ernali. Su di esse si può calcolare in modo certo, o so mni non cadessero nella quantità nl>ituale e ciò avesse conse11uenza dannosa sul prodotto, sarebl>e questa. una eventualità 1>revedutn. da. fronte~• ginrsi con opportune risen'e. Basta questo per dimostrare come la. questiono dei serbatoi ò affatto estranea ali;\. coltivazione del cotono. 11 E pii, oltre: a Dati o provo danno seria garanzia. di :-aggiungere ILsuccesso clesiclornto. 11 In ratto di coltura di cotono mi dichiaro, in modo as– soluto, incompetente; 1>orò ricordo una dichiaraiionc dell'on, Mnrtiui nl corrispondente parigino della. Trib1111a: " Non S(rrere i11cli.1crelo w1111wziamlo che a illila110 Ilo acq11istalo le migliori spera11:eper coslilui,·e w1a Socielù per la collica:io11e su lar[/(t scala del coto11e, con capit(lfi italia,ii, ., Adunque i c1ati e le 1woceche clco1110 seria, garan.::ia,ecc• a\•rebhero la stessa origino di <1ueglialtri di cui sopra ~ una. mia opinione J)Crsonnle, ma, sinceramente, io non mi fiderei. Tentiamo un calcolo elementare. [,a regione J)iì, indi– cata per IA.coltura del cotone si ò detto essere la zona torrirla della colonia: l'osservatorio meteorologico più prossimo ò quello di :Mnssaua. Jl Bolletli110 dal 18S6 al 1892 segna le seguenti preci– J>itazioni annuo in millimetri: 153 1 146, 167 1 JjG, 161,500, 264 (1), di cui potrol>l>ero utilizzarsi solo quelli caduti nei mesi della coltivazione, e cioè millimetri 143, 130, 154, 143, 120, 400, 227. Jn Algeria, dO\'O il cotone si in·iga, si ritengono ne– cessari millimetri 64S di flCqun. Mi pare che la differenza sia note\'Olo, o tale da pormottormi una conclusione 1110- de:;t1~:ammesso ))uro che, con questa differenza e11orme di acqua, sin 1>ossil>ilela. coltirnzione del cotone (e lo ( 1) l,'nlleg11to rnlnlsierlnle, dll (llleltl (\11tl e da (JUC'l!I IIICOllll)letl del 1ss:i, desumo unn mod111 annua di :!9:. mllllmetrl, mentre In rC'alli\ è di zzo. SI tratta evidentemente tll altri caleoli lne11lllc11bl\l. diranno i competenti), non è permesso pronosticare, come fa l'on. i\lartini, 1111<1 cu11correu:a ,:illoriosa aWl~/illo! Per ottenere questa si dO\'e,·a ricorrei-e ai serl>ntoi lodati ,,,,u,, /Mazim1e 111i11i11teriale; i quali, alla loro volta, per essere surt1cicnti, dO\'C\'ano progettarsi con calcoli mostruosi. li signor I.avelli de Capitani de'-idera eman– ciparsi in 1mrte nlrneno dalla produiione estera. Perchè no? Un tempo il cotone veniva ,•antaggiosamente colti• vato in Sicilia. 1•:i;(li prereriscc l 1 Eritreai chissà che non ottenga 1·i-:ultati miµ-liori. l'n consiglio, se permette: Si tentino da prima piccole colti\'azioni 1 ma non ... ministe– riali. Oel reillO augurli sinceri, IJuoni affari, e molta pioggia! Nell1ocrm;ionedel 11uovo an110, saremo grati come sempre agli amiri, e/te ci sugyeriiwmo i.mlirizzi di abbonati probabili, rui .~pediremo a 110.,;fro 1·ischio numeri di saggio. LAPOLITICA DEGLI INSEGNANTI Anche i proressori, dunque, hanno affermato la loro virilità e il loro 11 sonersi\'ismo., j irnch'essi - i J)a\'idi, i timidi, i mahestiti e malnutriti di5J>ensicri della cul– tura italiea - hanno 05ato di lanciare da Firenze, se11za aml>ngi, senza 11enune11sionie, persino, senza tele– grammi di omai;rgio alla Eccellenza della ~Hncr\'a, il Yerbo e il grido della loro redenzione. Xon l'avessero mai fa.tto ! [,e gazzct.te della reazione, che si nspettrwano <11avcredn istoriare, nella solita prosa stereotipata, uno dei con~ueti innocui e stucche\'Oli con– ~ressi di bra,,1 e ortodossi figliuoli, che, prima di dar ))rincipio alla plutonica e umile litania delle loro l>cn note miserie e dei loro antichi e non mai soddisra.tti desideri, si profondono in espressioni di devozione fenicia. e inlllternta alle patrie istituzioni e alle superiori bene amate autorittt. e <li poi SICIn spassano giocondamente in scarrozzate e in l>anchetti, rimasero crncciosamcnte fra stupite e sl>igottìto all'inopinato S))ettacolo e l>adarono tosto n rìvalcrsl dclht patita disillusione con il cercare, mediante nstiose Insinuazioni cd invenzioni, di maldi– sporre l'opinione J>ul>l>lica verso i no\•issimi " SOV\'ersivi 11• I quali non J>oternuo invero desiderare nulla di meglio che questi attacchi lh•idi e Inani della stampa. retro– grcula, suo malgrado testimone della loro no\'ella alacre vitaliti1. .Nessuno inf!Ltti s'nccorgon\ di loro, nessuno cercava di colJ>lrlì, flno a che era.no curvi o docili. Se occorre\·a di nominarli, erano lodi, ma di quelle lodi scipite o me. lense, che sanno un 1>0'di minchionatura e che si so– gliono tril>utnre ai deboli o ai rassegnati. Xon appena accennarono a dirizzn.r la schiena e a ))l\rlare dignitosi, mn fieri, ceco che i giornali roaziouarf, ol>bliosi dei con_ venzionnli encomi o riguardi della. vigilia, mostrarono una volta ancora. In loro anima ,·era. e si affrettarono a desigunrli nl ùo,·crno e nl pulJIJlico come ri\'Olu– zio111trt,come ribelli, come grci;rge ol>l>ediente ai cenni di un deputato soeia\i-.tn e di un segretario di Ca– mera ,101 lavoro! Quale Regno piì1 chiaro e pil, lieto della loro p1·0111ettc11to gnglinrdia? Anche i proletari della rucina e della terra erano " i nostri cnri operai 11, J)rima che s'in.;cri\'essero nei Circoli socialisti e nelle Leghe di resistenza. DiYcnnero u canaglia lli subito che furono non J)ecore, ma uomini.

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