Critica Sociale - Anno XIII - n. 1 - 1 gennaio 1903

CRITICA SOCIALE temente a. impedire la iattura. degli scioperi e della chiusura delle fabbriche. Infatti l'articolo 60 dice che si dichiarerà. risolto il contratto per colpa di quella dcìlo parti clw non YOrrÌ~ ot.t.cmperarc alla risoluzione arbitrale oppure ai provvedimont,i diretti o a far riprendere subito il la\'Oro, o a. far riaprire la fabbrica, o a far sospendere provvisoriamente il licenzimncnto cli operai, o il paga.mento della retri– huzionc, ccc. ccc. Questo articolo, quando sia com– binato coll 1 artico\o 42, obbliga la parto inadempiente 11!pagamento di una somma ragguagliata alla metà. della retribuzione media che dovrebbe venire corri– sposta fino allrt scadenza del contratto. Ora ò da chiedere: il hworntore, se, per esempio, non obbedisce subito all'ordino della Giuria cli cessare da uno sciopero, correrit pericolo di Yedersi condan– nato a pagare unn somma, che potrebbe anche essere cospicua, per ingiusta risoluzione del contratto? Evidentemente, sì. Jnf'atti, ()uanclo l'operaio ritorna ol lavoro, esso potrà vedere la. sua retribuzione fal– cidiata dalle ritenute del padrone, il quale si paga l'indennizzo a cui la legge gli cli\ diritto. T/11rt. 18, che riconosce la legittimità di questa ritenuti,, o l\1rticolo 3 l che dichi11ra la, sequestrabilità. della re· tribuzione per indennizzo al padrone, non lasciano nlcun dubbio. E non basta: ma la risoluzione del contratto dà diritto ni padroni cli sostituire gli scio– porn.nti con Altri la,·ora.tori, senza che i primi pos– s;1110 lcgittimamonto richiedere la propria rinmmis– sione. J,; questa la pnrte della. legge che può riuscire pericolosa por il proletnriato e sulh.1.quale sarà bene richiamare l'attenzione degli interessati. :Koi pos– siamo anche concedere che si cerchi cli dare qualche autorità alle- risoluzioni arl,itrali, tanto piì1 quando il ricorso all'arbitrato deve rimanere facoltatirn. Vorremmo anche che la legge avesse sanzioni rigo– rose per la pnrto che si rifiuta nl tentativo della. conciliazione, parendoci che il mett.ere di fronte le l'nppresentanzo dei padroni e le rappresentanze dei la,•oratori possa in molti casi togliere le asprezze e vincere i puntigli. Ma. crediamo che sia eccessivo dare al Pl'Osiclento della Oiurìa. o all'Arbitro - si noti anche questo: ad una sola persona - Ja. facolt:1 di ordinare, per esempio, !fl. cessazione di uno scio– pero finchè dura il semplice tentat.ivo della conci– liazione, e di procedere 1>oialla risoluzione del con– tratto, con il relativo indennizzo al padrone, quando lo sciopero non dovesse immediatamente cessare. * * * Ed ora provir~moci a concluclere. JI disegno cli legge, benchè nella sua redazione lo si distingua a mala penn, si compone di due parti hen diverse: una prima parte, in cui soggetti del contratto di lavoro sono i singoli operai e i singoli imprenditori j e una secomla 1n1rte 1 i11 cui nei rap– porti contrattuali entrano le A.:,sociazioni. La prima parto, che occupa un piiL largo posto nel disegno di legge, è già matura per fa, sua cri· stallizzazione nelle formule del diritto. La giurispru• denzn dei probiviri ha già elabornto questo diritto nuovo, e il legislatore non ha che da tradurlo in un codice del lavoro perchè le conquiste del proletariato piiL pl'Ogredito abbiano da profittare a tutti i la.YO · ra.tori rnamrn.Ji cl'Italir~. La seconda. parte invece non può essere so non una creazione artificiale. li diritto, nascente dai rap– porti contrattuali fri\ lo Associ11zioni dei lavoratori e i pa<lroni isolati o associt\ti, non può essersi ancori, elaborato, per la. mg-ione semplicissima che queste Associazioni sono cli origine recente, o non sono quasi mai comparse come persone giuridiche nella stipulazione dei contrntti o nella risoluzione delle controversie. Quindi, prima di legiferare sn questi rapport.i contrattuali, urge creare la nuova persona– lità di queste Associazioni, con una capacità per orn parziale e limitata, ma sempre sufficiente a creare il diritto nuovo. La libertà. fari, il resto. La libertì1, che pcrmet.te il vario atte~giarsi delle forze e il mutevole intreccio degli interessi, determinerà. le consuetudini, e le consuetudini genereranno il diritto. Allora potrìt in– tervenire il legislatore nel integrare quel contratto di laYoro, che oggi non può essere in tutte le sue parti maturo. IVANO}; Boxo:i.11. li.e fantasie di un \lieetrè Se questo articolo ci giungesse da fonte non bene conosciuta, ci ricuseremmo cli stamparlo, tanto la. notizia che ci dì1 ci par grossa cd inrnrot1imilo. .Ma la coscienziosità del nostro collaborotorc in– gegnere Omodeo e i riscontri fatti da noi stessi nella Relazione sull'Eritrea. ci tolgono ogui dubbio. :Kon fa bisogno dire quanto saremmo lieti di pro– vocare una smentita che, dimostrando il nostro er– rore, ci tranquillizzasse come cittadini. Pur tropflO non lo sperinmo. Bene spesi davvero quei sci milioni o mezzo per la gloriosa Colonia! :Kotiamo -- per scrupolo di esnttezz1\ - che 1'111- legato, onde l'Omodeo tolse i dati, ò firmato dal dottor Gino Hartolommei Gioii. Nella UClazione– prefazione (pag. 19) il Oovcrnntore, on. )fortini, così si esprime in proposito: 11. A. un n1lcnte dottore di scienze ngrarie affidò (il Governo) lo studio generale dolio condizioni ngl'icole della Colon in i la Helaziono sua che, nob in parte, chbc gi,ì il plouso di autorevoli istituti, allego qui intern; ricca di dottrina ngrono111icn 1 frutto di esami diligenti e di amorevoli inch1gi11i, è da sper:1re che val~a a dist.ruggere (che è tempo ormai) qua.nto fu eletto o creduto della sterilib'1 delle terre eritree (Allegato C)." ]~ adesso la parola al nostro collaboratore. Premetto due nozioni di idraulica elementare, perchè i nostri lettori mono competenti possano cOm))rendere l'idra11lica crm1plicatissi111a di S. E. Mnrtini, Oovernntore della colonia Eritrea. La portata di un corso d'acqua varia entro limiti di– sparatissimi (da. un massimo in tempo di piena, ad un minimo in tempo di mngra, che può essere anche zero) a secon,la delle stagioni, delle pioggie, ecc. 1 ecc. Funzione dei serbatoi è quella di immagazzinare l'a.cciut\ in tempo di ))iena, per lasciarla defluire in tempo di magra; o meglio ancora, è quella di rendere la 11ortnt.a. dei corsi d'acqua - naturalmente varìllbilc a seconda dei fenomeni meteorologici - Yariabile a seconda dello, volontà. e dei bisogni dell'uomo. Come si calcola. un serbatoio? Ogni corso d'acqua ha una superficie iu esso scolante (bacino imbrifero). ln ogni reqione cade abitualmente una certa altezza di 1JiO[/{lia, che di anno in anno varin, ma che si mantiene entro limiti estremi, i quali si JJ0ssono determinare con lunghe sistematiche misure m'lgli Os– servatorii meteorologici. A,·en<losi l'altezza, <1.mwamedia di piOg(Jia e la super• ftcie del bacino imbrifero, si ha JJalesemeute l<t quanfitù annua 111~<li,,_ di acqua che cade in questo. Ma.non tutta l'acqua che piove defluisce nel fiume o torrente; una ))arte si perde 1 per evaporazione, assorbi• mento, filtrazione, ecc., ecc. Il rapporto esistente, fra. la quantitìt d'acqua defluente e quelli\ che piove nel bacino

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