Critica Sociale - Anno XII - n. 18 - 16 settembre 1902

CRITICA SOCIALE 287 SUL PRINCIPIO D COOPERAZIONE nei suoi rapporti col socialismo (Xotertlle criliditJ) Il. Ila. notato il Bernstcin, nel libro che ha. sollento tanto rumore (') 1 che la capacità J>Otonzlalodelle associazioni operale non è stata trattata che assai superfteialruente dalla letteratura marxista. Questo spiega in modo diretto la sorpresa che reca ogni studld"'ffidirizzatoad nssi"urare la preminenza della. funziono dello associazioni operaie nel movimento generalo del 11oclnlhm10.Perciò la. demo– crazia 11oclalista int.crnnzlonnle, assorbita nella sua ve– duta quasi bla11q1ti~f<i doll'imJ)os11os1tnmento del pubblico J)Otcro, come forza decisiva rivoluzionaria della società, uon lu, accordato grande lmportnnza in genere al movi– mento economico del proletarlnto ('). Nò 1mò rar soste– nere Il contrarlo l'lntereisnmento che nddimostrano da tem1>0 I vnrl partiti socialisti internazionali pel movi– mento sindacale. pcrchò esso •Ò la manifestazione J>iù caratteristica ed espressiva della lotta di classe. Ma altro ò Il domandarci ftno a qual punto il Sindacato operalo possa scnire di strumento di trasformazione della presento rorma di produzione ,,:ociate. f.: su questo terreno che, in vario grado, l'altonzione del J>artito ò completamento distratta dalla sua occupazione politica. L'Indole speciale dell'economia marxista, che schema– tizza tutte le categorie economiche In un'enunciazione astratta, avulsa dal mondo J>ratlcoed operante dell'uomo economico, nel suo volgare istinto del tornaconto, ha tolto ch'eisl\ racchiudesse una veduta precisa e determinata Intorno Rll'indole del movimento sindacale e cooperati• "lstico. Il Marx si atteggia ad una com1>leh.indifferenza per l'a<1~oclazlone cooperativa. Nò quella assai fugace riflessione, trattcggintA nel lii volume del Capitale, sulle ~ Cooperativo, concepito come ponti di pnssaggio al 1wvus orllo sociale, J)Ubrinnnodarsl In un modo organico a tutto IO spirito tlolln.dottrina. Questa trnscuranza del problema coOperntlvo In :\larx deve n\·ore gradatamente inftuito sugli spiriti della sociale-democrazia, la quale si mani• resta ancor oggi incerta e riluttante nella esperìmenta– zione dolio Cooperative. L'anima scettica di llarx, erom– pente cosl chiara nella critica al programma di Ootha, si ò trasfusa nel più rinomati socialisti dei due mondi, onde con occhio più iudlftèreuto ed incredulo non patrebbe essere ;J"Uftrdato il mo"lmento associazionistico. .Malgrado ciò, la forza delle cose si ò rnnuta imJ>O· ueudo dappertutto. Anche Marx ha dovuto 11iù volto chinare li capo dinanzi alla lrreslstibile tendenza J>role– taria alle Cooperative. Valga, per tutti gli altri esempi, quello della risoluzione da lui stesso dettata al Congresso di Olne"ra, cosl formulata: • Xol raccomanrliamo agli operai di occuparsi assai pili della produzione cooperntiva che non dei magazzini (1) J)U l'01'flllfllt/:.1111gt11 t/f/J &J:Hflk<IHII,,. ('i A1111oml Oglfl 1,a>1nlncl11110 11 11ordcro fùndiuucntu lo crlllchc 1n•, l't.!llilllu (lnll'1tnArchl&mo HOclllllRrn contro In d(lmOOr11zht80CIHIC, ,,cl ~uo c11rRtll.1ro1111IIMornlmuntu 11-0llllco,l'ur tulttt1'hl ,1ucsto 1,roi;ru&R0 111togrtdlv-0 <101 (luo l!Ul dCII/\ \'lii\ 1)rulu1n1•h1:111polltlcn o l'economia, Il VII tuccndo IISRIII ICnlmncnto ~lm(l11 nllr/\v0ril0 la p,,1lt/.comt111/tl ln111dcnto, 11lmc110 1t gludlc11rno d1tll'lm11rb1i1I0IIU che prothu:o IICI le11d11·• tlcl 1111.rllto aoch,11.uademocratico ogni lncllna:z:louo trop1JO 1plcea1a vcrM> Il 1110,1mc11101lnd~alo e cooperallvlsllco. Ecco perchè la Coo1ier111h·11ht. meno t1~1-1 aH'f'r'Hrl I rl,oluzlonarl deU-anar• chiamo 1c111)lgllatot'he no11I praUcl rtrorn,1.11 della democrazia so• chilo: coo1>ernti\'istici. Questi ultimi non fanno che toccare la. superftcle economica attuale, mn,lre /(I prima l'allUI.X(l 11elletttr stt1Jsebasi. Per evitare che le Società. coopera• the dCjlenerino in SCIUJ)licl I\C('Otnandite borghesi1 biso– gnerebbe che tutti i ln,•oratorl occupati da esse rice\'es,. sero una parte eguale. Como misura temporanea si po1rcbbo pagare agli azionisti un interesse moderato. • In questa rh,otuziono llarx afferma: 1° la 1>osi1ibilità del cooperatl,•lsmo produttl"Oi 2° li suo runzionament·o antlca1>ltnllstico. DOJ}O lo J)rime astratte formulette aneniristiche, lo sviluppo poderoso della l11ttrm1:i<male sul terreno dei ft\tti "euiva ora. imJ)Onendo la &oluzlone dei pii'1pres• santi 1>roblomi J)ratici di utllltìt Immediata. La molhLad opornro nu11stRva soltanto noi riconoW,mento del <'On– ttitto gonernlo d'Interesso trn. J>rOlohttlà.too borghesia, coucuziono ohe recll\•a nlla lotta tlSJH'it e disseminata di J)Orlcoll; ma la molla plì1 J>l'OJ>ulsh•a. era nell'intere~so o noi giovamento diretto che Il mo"imento proletario saJ)evu produrre a vantaggio delle cla;i:,i disereda.te . ta mozione marxiana di Oinevrn contiene una sugge• stiva lezione di spirito pratico: essa \':l.lea provare come la noncuranza dottrinale del lfar:c doveva venire a patti eon la ,·olgare J>ratica della vita. l'lù tardi le dirftdenzo socialistiche ripresero maggior ,•lgore. l,a ,•lolenza polemica di Ferdinando Lassnlle contro Il Giuliano economico, quell'entusia.dico conser– vatore dello Schulze che nveva creduto di poter fare ar– gino alla marea soclallshl col suo spo11la11eo cooperati– vismo, era. anir.1ata in fondo da una vera ubbia inter– ,•enzionistlca, che col soclali11mo non ue,·a nulla di comune. :\la l'equh•oco perdurb 1 malgrado quella Polemica stessa, a 1>ro,·are l'inesistenza d'un conflitto dottrinale tra. soclnllsmo e coo1>erath·lsmo. Una Polemica quasi Identica era interceduta fra Luigi Hlnnc e P. O. Proudhon, ti quale avea dichiarnto la Cooperativa sfornita di ogni forza oconomlcn. 1-:J)J)Ure C. )lnrx dovè 1 almeno per un ceri.o tempo, riporre flduoin nella organizzazione coope– rali"n, in cui gli operai, come associazioni, "'sono i capi– talisti di sè stessi II o fnnno <In.quello. scaturire la dimo• strnilono M posi ti va,, dolln SO))))rimibllltàdell'antagonismo tra lnvoro o caJ)itale e della metnmorfosi dell'intrapresa speculativa In azienda soclnle. Piì1 tar,li egli, sugge– stionato dalla sconflttll fatta!!! più clamorosa dal J:,60 al tSiO, e negli anni .-,eguenti 1 dei varii tentativi coo– perativi, SJl6Cialmente di ))roduzione, fluì coll'aderire di nuo"o alla Idea di Proudhou, che la Cooporatin !!ia lo stolto tentatl,•o dì org,rnlzzaro quel la\'Oro che iovece si organizza da sò stesso. l~n teoria catastroflca 1 come ru dotta la concoziouo urnrxi,ta dol conce11trame.nt9 delle ricchezze o della conieguento 1>resadi J)Ossessodel pro– letariato di tutta la. ))roduziono sociale, non ò cito la traduzione scientifica dell'enunciato "che il Ia,·oro si organizza socialmente dn.sò stesso, per le leggi immanenti del prOJ>rio s,·ilupJ>O n- Cou;;eguenza? lndìtrerent-ismo o i111possibili11111c, a tutta prou, di fronte ad ogni scrio tentativo di organlzznzlone cooperath•ll ! ... tiuosta ò la condizione inlziulo di spirito in cui si trovMa ltt democrazia socia lo di fronte allo Coopcra.th•o. ]In l'eloquenza doi fatti i,I ò vouuta imponendo e ha rivendicato il loro "a.loro. tJuesto movimento, per l'nm· J>lezza di rormo o 1>or lu larl{n scrio di difttcoltà eco110- miche cho de\·e su))erare, non può essere rinchiuso oniro gli angu.sti cancelli di un partito. 1'utte le legislazioni J>iÙavanzate hanno atteso lnfntti I\ provvedere questo nucleo economico, fondato sul 1>rlnci1>io tiella solidaricti,

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