Critica Sociale - Anno XII - n.5-6 - 1 e 16 marzo 1902

CRITICA SOCIALE agli esercizi privati nella produzione di ()uanto serve a grandi masse di cittadini, non perciò sinmo d'av– viso che risponderebbe alle attuali esigenze industriali convertire /lic et mmc tutte le industrie principali in congegni di Stato vcl'i e propri. Nò Pinvoca.to esempio del ~linistero delle Poste o dei 'l'clegratì, la, cui origine si deve, piì1 ancora che a intcrnssi poli– tici1 a. ristretti interessi pA.r!amcntari, scema., anzi mfforz1.1, le cagfo11i di dubitare. L'inframmettenza. PO· litica 11011 è certo la migliore amica del buon anda– mento cli un servizio, la cui natura è e deve rimanere essenzialmente t.ecnica) e la cui direzione dovrebbe essere sottratta all'influsso diretto di vicende parla– mentari, che il pii', sornnte non hanno con essa alcun ragionevole rapporto. Al progresso delle aziende industriali, cui allude Ausonio Lomelli110, meglio converrebbe, credia1110,l'esi– stenza di altrettante Direzioni generali, economica– mente ed amminist.rativamente aut.onomc, collocate sotto l'alta vigilanzft. del )rinistro dei commerci, la cui responsabiliti't. sarebbe quindi limihitft. alle linee generali dell 1 andamflnto dell\lZicnda. Non conviene dimenticine che 11011 ancora ò spuntato il giorno in cui l'Amministrazione delle persone farà luogo alhi pura. e semplice rnnministrazione delle cose, ordi1rnta secondo i concetti d'11na rnzionale democrazia. LA ÙHITJCA. IL PERICOLO NERO ;\nche il prete ha contribuito a. fornrnrn la p1·e– sente condizione ministeriale e parlamentare. 11 di– vorzio, povero mostriciuo che, per essere nato da disegni di legge tisieucci, appare fratello germano della separazione personale, ha. messo a soqquadro le sagrestie. rer cagion sua, alcuni onorevoli gi sono schierati contro il ministero e contro il re. Di qui un po' di scompiglio tra. i liberali e molte appren– sioni per il pericolo nero; e la. mente, fantasticando, eone 11ll'esercito clericale cli riserva. tenuto nel chiuso) come le pecore, dal 110n expedit pontificio e rabbri– vidisce pensando al giorno in cui le pecore usciranno a. brucare l'erba nel campo della politica liberale. Questi timori sono fondati? Due sono i modi di conquista per il clero: l'evan– gelico ed il temporalista.; la mite parola cristiana del fraticello d'Assisi e il domma. rigido dei dome– nicani congiunto all'astuzia volpina dei gesuiti; 1n democrazia cristiana e la politica vaticana. La prima, al suo sorgere, parve Ja degna rivale della propaganda socia.lista. Poteva essere un fastidio grosso per la democrazia 1 qualora si fosse mescolati\ tra le plebi con animo sincero e con un sicuro pro• gramma cli riforme intese, con l'aiuto ai piccoli pro– prietari, a rafforzare il principio di conservazione; in fale caso 1 il misticismo r_eligioso sarebbe stato un buon lievito all'impasto. Ma uomini e 1>rogrammi ebbero, fin da. priDcipio, indeterminatezze ed esita– zioni, risultanti clal contrasto che sl1bito si ve_rifi.cò tni i giovani cristiani e il vecchio Governo pont1fic10. Di là claH'AJpi, lontano da Roma, il contrasto deve essere meno vivo, onde più agevole fu l'opera della democrn.zia cristiana. ln Italia) a tarpare Pale agli aucl11ci s'ebbero dapprima i discreti avvertimenti dei maggi~ri g-iornali pontifìciii poi l'enciclica Gravis lle co1111mmi. La clcrnocrazhi cristiana, abbassò il tono della voce e predicò 1>crla costituzione di associa,. :..:ionimiste, le quali comprendessero in un solo fa.. scio capitalisti e lavorat.ori. Parnle buttate, poichò i padroni non sentono la necessità di affratellarsi coi loro dipendenti. Sel>bene l'anim,, dei gesuiti si fosse clistesa sopra Ja democrazh, cristia1rn, il Vaticano ate :i C rno B1arco non tollerò che, all'ombra di san J'ietro, si venisse meno 1 anche solo in a.ppare11zt1, al principio di nn– torit,'t. La democrazia. cr·istifrna si è sottomessa. La democrazia socialista conta un uemico di meno. fn questo fatto c'è qualchccosii che importa di pii1. La Chiesa, scrissi altrove('), fu potente per i suoi fles– suosi adattamenti alle forme e alle cose, alla monarchia e alla repubblica, al feudalesimo ed al capitalismo. Si 11clattavaalle forme e alle cose materiali per adattare a sè le anime. Quest'era il tentativo che, consape,,ol– mente o no, facevano ora i cristianelli d'Italia; e il tentativo è distrutto dal Vaticano, macstrn di adat– tamenti. La lupa, che si 1>icgòa tutti i costumi e che fornicò con tutti i potenti, invecchiando, imbe– ghinisce e fa l'austera. Ha perduto essa. la virtì:1 di adattamento, che le fu ragione cli vita e di dominio? O ha intuìto che nelle l'onne e nelle cose socialiste 11011 s'insinua, per una virti1 di repulsione, l't111i111a cristiana.? La politica vaticana. domina sul clero italiano. Per In prima. volta, credo, si manifesta, in formi~ chi:na, dentro :Montecitorio. ComlJatterà con aspre;;;za l'irsti– tuto lici divorzio. Alcuni deputati vestono la modn neocattolica; alcune schede biirnche, nella. votazione pc1rh1-mentaredei 2l febbraio, volevano significare la protesta cli m1i111c timorate. Dunque il <:loro è fort.c, molti concludono, e sarà temibile quando il nou exJJedit sia ritirato. Noto che la sollcvn:..:ione ncocat.tolica di deputati si è verificata ora, dopo il rumore Jevflto dai preti circa fa, questione del divorzio e dopo l'intransigenia espressa dalla. Chiesa, nei riguardi della democrazii1 cristiana.; e non prima, quando hL propostft del di– vo1·zio fu fatta o discussa, cioè quando piì1 opportunt potevano 1tpparire le prot.este di parte cattolica. I deputati neocattolici si sono svogliati cl'u11 tratto, evidentemente pcrchè dal cli fuori il l>1tccnnoclericale ne ha turbato il sonno. Noto anche: tra i deputnt.i, cattolici professanti, sinceri, che ·accettino a viso aperto tutta la dottrina deJla Chiesa cli noma, non cc ne sono forse; molti sono cattolici per opportunità, in quanto credono alle supreme necessità clelht consen•aziono sociale e alla virti, deprimente dello spirito religioso; scettici sono quasi tutti e, come il Voltaire, credono in ])io. Il pulpito e il confessionale non possono niente su loro. Questa piccola turba neoeatt.olica a quali pressioni h,i ubbidito? Di certo non a pressioni d'ordino spi– rituale. Ha. ubbidito a ragioni di convenienza perso– nale ed elettorale. I fedeli, eccitati dalla. violenzi\ dei pl'Oti, hanno minacciato di abbandonarn coloro che itpproveranno il djvorzio. I voti clericali, a scorno del non exJJed-it, contano per quaJcosa nell'urna. Chi ha. pratica di elezioni sa che il 110n exJJedit non è osservato, ne' casi più gravi, nemmeno dai sacerdoti. Gii\ è stata fatta la riprova di questa operazione di aritmetica elettorale mediante il confronto numerico dei voti contribuiti alle elezioni annniujstrative, nelle quali i preti intervengono senza. sotterfugi, coi vot.i dello elezioni politiche; e la riprova è riuscita, perchè non c'è nessuna differenza notevole tra le due vota• zioni. Onde è vano il timore, espresso in quest'occa– sione eia molti, per le forze clericali d.i riserva ge· losamente custodite dal non exved'it e, come un tesoro, sottratte alla vista dei curiosi. Queste forze sono già attive per la massima parto e costituiscono un ele– mento di pressione elettorale o parlamentare: debole pressione 1 scarso elemento, se si pensa agli eserciti neri delht Francia, del Belgio o della. Germania. )◄; i deputati che si muovono per l'impulso di quelle for:..:e sono neocattolici 1 cioè di formazione ibrida. Quantunque la loro protesta. contro il divorzio sia i1 risultato della recente politica vatic1tna, affermano

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