Critica Sociale - Anno XII - n. 1 - 1 gennaio 1902

CRITICA SOCIALE diventate sètte. La crisi, da cui è tra.vagliato il so– cialismo italiano, è crisi di accrescimento. . .. Ma i buoni compagni timol'ati, seguitando a mor– morare, sintetizza.no Ja loro poltroneria in questa esclamazione: - Lo Zanardelli è com.e il Pelloux. - E pH1 d'uno incalza: - Peg)!io ! J'lerchè il Pel– lonx viola.va i corpi, mentre lo Zanardelli corrompe Je anime. Or questo significa non capire i benefizi della libertà. Ed è molto istrutt.ivo l'osservare come i so– cialisti di questa maniera ed i reazionari, pur ten– dendo a fini 01>posti, siano turba.ti dallo stesso pa– tema d'animo. Gli uni temono che le discussioni, frutto necessario della libertà, rompano l'unità. e la. disciplina di parte; gli itltri che conducano alla so– billazloo.e delle plebi ed a.Ila rivolta: cioè, questi e quelli, i primi inconsapevolmente e gli altri con chiara. coscienza, hanno in sospetto la libertà. I so• cialisti, augurandosi 1111 altro po' di 1:.elloux (al limbo l'astrologo!) che ci riporti al fascio dei partiti po– polari, e i reazionari, che sognano un Pclloux senza partiti popolari, non capiscono che la reazione al– lont,ma, non evita i contrasti e le coUere, Che sor– geranno tanto pii1 violente qua.nto più sa,rà. durata. la tormenta reazionaria, così come pili pingue è l'interesse usuraio di un debito se lunga. è la sca· denza. del ·pagamento. Gli uni e gli altri hanno l'aria di chi, imparando a stare sul ·velocipede, volesse cominciare ch1lla ... seconda prova., saltando la primil lezione e gli annessi capitomboli. Per altro, i rea– :donari meno arrabbiati, dopo questo primo speri– mento di libertà, non sono più i neri pessimisti di una volta. Ali' incontro, i nostri compagni, che cre– devano dover il partito seguitare nelle gesta eroiche anche in tempo di bonaccia., non apprezzano il la– voro mirabile di tt·asf'ormazione di coscienze a cui attendono i nostri migliori, e le nuove battaglie pro– letarie, meno ricche di bei gesti ma pili feconde cli bene per gli umili, che raccog-lieranno tra. breve, se noi sap1·emo r~ue, i 1>rimi frutti, sia pure scarsi, della. politica.socialista. I compagni timorati vanno col naso all'aria, corno gente senza bussola, lesti n cogliere le frasi, i gesti e gli atteggiamenti che f'i. corda.no le difficili battaglie combattute dal partito contro la. reazione: ma quelle frasi e quegli atteg• giamenti sono vuoti cli significato e sanno di reto– rica e spesso cli demagogia, come le declamazioni patriottiche usate fino a ieri da certi democratici nelle cerimonie di parata. Un esempio: anzi, l'esem– pio degli esempi. Finalmente il partito ha ritrovato sè stesso. I com1>agn.ihanno il loro duce. Ricordate la penul– tima scena nel second'atto del Cirano a,;, Bergemc? Cirano tollera le ingiurie al suo naso, che piovono come grag11ola dalla. bocca cli Cristiano; i cadetti, stupiti della improvvìsa mansuetudine clel loro el'Oe e addolorati, ri1)ensa11O alla bella impresa compiuta da Cirano nella notte; Cirano a un tratto, punto sul vivo eia una nuova insolenza, balza. grida111lo: - 1'omierre! Sortez tous! - Urli e capriole di gioia; i cadetti hanno ritrovato Cirano. Qualche cosa di somigliante è avvenuto ora tra i socialisti italiani. I quali stavano gittando al vento voci dolorose sulla dipartita del.l'anima eroica, quando, d'improvviso, Enrico J'erri, col suo novissimo atteg– giamento alla Camera dei deputati) li ha sollevati dallo scoramento alla gioia dei plausi. Hanno ritro· vato sò stessi e i " nostri tempi ,,, i tempi beati della reazione. Mi fermo a questo episodio clamoroso, perchè fo. al caso mio. Il latte dei plausi è condensato in questa. crema dell'Eco del popolo (ehu! quantwn mutatus ab mo!): In questo suo atto (del Ferri), spiaciuto ai superuo– mini della politica, amanti del ~esto estetico, egli ha inteso di interpretare l'anima intera del proletariato d'Italia, a cui dai nostri com1u,g11i migliori - che oggi, clir.iamolo pure, non sembMnO soddisfatti dell'atto del Ferri, ma che ieri, per ri.<::JJOndere ad una violenza, spezzarono le urne ed urlarono frasi supe1·lativamente eterodosse - ru insegnato, ecc. L'estetica c'entra poco. La questione è ben altra; nè deve ristringersi alla. rottura del Yetro. Ù super– fluo premettere che ipocriti e brutali furono i depu– tati urlanti, insieme col loro presidente. Il fatto è questo. Discutendo il problema meridionale, il }"'erri · disse una frase che fu prete~to al chiasso dei rea– zionari. Uua frflse di una persona: ecco il motivo dell'episodio. Kella seduta del lunedì, nonostante !'in• timaz.ione a ritirare fatta dHI presidente, quella frase poteva venir chiarita dal lì'erri senza rinunzia alcuna all'integrità del suo pensiero; perchè la frase, non avendo il significato attribuitoJe da certuni, avrebbe mantenuto, nelle spiegazioni date, il senso e ,la por– tata che il }"'erri le aveva voluto imprimere. TIli'erri, a causa della tracotanza. av"ersnria, oppose uno sde– gnoso rifiuto a qualsiasi spiegazione. Il fatto è dunque personale. .:\la il b"'erri pretese dargli un significato pili grande, come se contenesse il 1u·oblema meridio• nale, ed ebbe accenni al mezzo eroico dell'ostruzione parlamentare. 1~ l'ostruzione, dopo l'atteggiamento del li'crri, sarebbe stata inevitabile qualora. gli altri deputati socialisti si fossero dichiarati solidali col collega. C'è un equivoco: l'episodio 1>arvecli proporzioni gigm1tcsche perchè fu occasionato da un dibattito sopra la grande questione <leiproblema meridionale; ma non ha riferimento necessario a siffatto problema e poteva nascere anche da una bazzecola. D'altronde, la discussione era del tutto accademica; nò il Ferri si scontrò eon gli avrnrsari perchè ostacolasse una proposta caldeggiata da loro, o viceversa. Una frase e un fatto personale: ecco tutto. Come strampalato è, dunque, il rllffronto con l'ostruzione di buona me• moria! L 1 ostruzione, del resto, dev'essere usnta. con f)arsimonia e può farsi soltanto per respingere una legge; sopra una frase non troverebbe punto d'ap– poggio. Allora si conclude che i compagni, i quali sono corsi con la mente alla battaglia contro il Pelloux, hanno visto l'atto, altra volta. eroico, e l'hanno ap– plaudito in quanto corrisponde al loro stato di co– i;cienza. Atto sciupato, applausi di prodighi che non sanno dove collocare i tesori dei loro entusiasmi! Qui è il torto del li'erri, e non dico paradosso: è nel favore venutogli da mille part.i, è ne!Peccitamento a buttare le nostre energie nelle forme vane. Non un motivo di legislazione sociale o di organamento proletario, nè di metodo o di dottrina, ma una frase, un fatto personale ha levato in a.rmi i compagni, quasi fossimo alla vigilia di grandi giornate. Il gesto ciel !t'erri ha trovato rispondenza nell'inerzia intellet– tuale dei moltissimi, lieti di trovare uno dei 1>iùce· lebrati compagni che, invece di stimolarli verso nuovi lavori e nuove fatiche, li riadduce a forme di lotta, per le quali ciascuno aveva già su1>erato lo sforzo di darsi una coscienza e un metodo. Il 1.i'erri ha man• cato all'ufficio di educatore. Scotiamoci clidosso la 1>oltroneria! Che cos'è questo YOciaredi gente che vuol ripi·enclere l'armi, in que• st'ora di tregua? Quando non ferve la guerra., le armi sono 1 agli eserciti, gingilli di parata e l'ozio è vita nelle caserme. Alle officine, ai campi! Fuori, all'aria. e al la.voro, dove l'opera è meno vistosa ma più feconda! g per carità, non scimmiottiamo gli eroi in tempo di pace! Ce 11 1 ha l'Cgalati mai tanti il patriottismo, che non sarelnmo nemmeno originali. G,UlZI.A CASSOLA,

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