Critica Sociale - Anno XI - n. 12 - 16 giugno 1901

CRITICA SOCIALE 187 per la conquista di un massimo edonistico di grado su– J>eriore, io seguito alla scomparsa non solo della disoc– cupazione forzata, ma ancora della correlativa sovra– produzione nella sua forma borghese, Oltraciò, allo stimolo inclividuale del capitalista, cho ha per guida il saggio del profitto, si sostituisce, in re– gime socialista, quello ben pii1 largo e profondo delln. società intiera e del solo incremento della produttivitl~ del lavoro, qualunque sia la proporzione di questo in• cremento J>cr rispetto al valore dei me;-;zi produttivi anticipati. Il saggio del J>rofltto, infa.tti, ò la stella pola1·0 che domina la produzione borghese e presiede alla con• tinua migrazione dei capitoli, che vagano - nuovi ebrei erl'anti i11sta,ncabili- continuamente in cerca di paesi che forniscano un saggio J>Ìl•rimuneratore. Ed ò in quest'uHima differenza che - a. mio ,wviso - sta la soluzione del quesito riflettente la municipalizza. zione delle imJ>resepubbliche eia parte del partito SO· ci:ilista. Si noti che io prescindo dal vantaggio, che viene alla massa lavoratrice da una equa retribu1.ione <lei soprn– valoro creato clagli operai e che s,·anirebbe allorchè l'impresa clovesse rimanere nelle mani del J)rivato caJ)i• talista, poichè, anche a prezzo minore di beneficio poi consumatori, il profitto sarebbe pur sempre intascato da chi non l'ha prodotto. E così siamo al nocciolo elciproblema, che si manifesta problema di produzione socialista e 1>roblemadi valore nello stesso tem1>0. Plusvalore e profitto. Plusvalore e profitto, come tutti sanno) se sono legati indissolubilmente, sono però l'indice di forme sociali diverse. 11· J)rofltto) quale attributo del capitale, forma la caratteristica della società borghese, mentre il plus– valore si verifica dovunque il lavoratore ò giunto a produrre pili dei mezzi di sussil:;tenza.necessari J>0r il mantenimento e la riproduzione della forzo.-lavoro. lnfatti 1 il saggio del profitto illumina e dirige la 1>ro– duzio110borghese. Se esso diminuisce troppo rapidamente, la produzione si arresta; un'inerzia spaventosa, collegata com'è aì1una disoccupazione pili larga, invacle la società, generando crisi industriali e commerciali oquindi miseria. r. tutto questo J)erchè la vendita dei prodotti creati non pnò pi\! realizzarsi in base al saggio normale del pro– fitto. t vero che, dOJ>O un certo inten,allo di tempo, il commercio si rianima - lasciando dietro cli sè i vinti aggiustarsi 1lelle file proletarie~ aiutato dai nuovi per– fezionamenti industriali, che a loro volta produrranno una nuova sovraproduzione, una nuova crisi e nuove miserie; grazie alla correlazione che si deve stabilire tra la domanda e Pofferta. nella complessa lotta che anima la produzione capitalista degli imprenditori fra loro, dei proletari contro proletari, della classe capita– lista contro la classe operaia e dei produttori contro i consumatori; ma è vero altresì che in questo sta essen– zialmente la ragione per cui il Marx sc,·isse che i limiti della produzione caJ)italista non sono i limiti della pro– duzione in generale. Jnfatti, in regime socialista, l'aumento della produr.ione J)uò avvenire regolarmente, non solo per l'aumento straordinario del consumo, data la distribuzione eguali– taria dei prodotti creali, ma pili ancora perchè qualunque aumento sarà preso in considerazione dalla novella so– cietà, per quanto la percentuale sua sia pili o mono grande di fronte ai mezzi produttivi anticipati. Mi spiego con un esempio. Abbiasi, in regime bor- ( o aro ghcse, un capitale costante di L. 9000, sposato net un capitale variabile di L. 1000 1 con un plusvalore di L. JOOO: il saggio elci profitto san\ del 10 ¾ ed il saggio clel plusvalore del 100 °lo• .Si SUJ)J)Ollg1\ ora che, mediante una in\!0nzione mec– canica, il capitale costante salga a L. I !).000, 1rnr re– stando invariato il capitale varìal,ile dì L. 1000,con un plusvalore assoluto di L. 1200. Allora, quantunque sia salito il plusvalore tanto relativamente quanto assolu– tamente, siccome il tasso del profitto di.~cendeal G 11/ 0 (cioè ciel 40 /,), certamente nessun capitalista vorrl~ impegnarsi in un'im1iresa che appa1·0così poco rimune– rativa pel suo capita.te , quando non vi sii~costretto dalla caduta generale del J>roflttodovut,J a cause pili generali e profonde. Nò cambiano le conseguem:e, quando il plus,•alore ttumenti nssolut-amente, ma non relativamente al valore della forza lavoro. Se, infatti, il capitale impegnato fosse composto di L. 18.400 per la parte costante, e di r,. 1600per la J)artc va.rialJile - JH1rrestando invariato il numero dei lavo– ratori, 1>er il maggior valol'e assunto, per ipotesi, dall.t fono\ lavoro consumat.t per il laYoro relativamente J)it'1 denso - allora, supponendo un plusvalore di L. 1200, non solo il profitto scenderà dal 10.•/ 0 al 6 °/ 01ma anche il saggio del J>lusvalore dal 100 °lo si ridurrà al 75 ¾– Ciò malgrado, iu regime socialista sarà semine più van· taggioso, avendosi una J)roduzione maggiore di plus– valore (da 1000 a J200) e, quindi, una 1>otenzialit1\pro– duttiva del lavoro accresciuta. Prezzo di produzione e valore di scambio. Dalle recenti polemiclie sul terzo volume del Capitale, ((ualunque giudizio si voglia portare sulla dcrivuzionc storica. e teorica del prezzo di produzione ca))italistico dal valore di scaml>io misurato dalla quantitì~ di lavoro socialmente necessario alla. produtione di una merce, risulta però all'evidcn1.a che il prezzo di produzione correlativo alle indusl,rie in cui domina il capitale tecnico, e quindi pil'1perfezionate, ò superiore nl valore di scambio deriva.nto dalla quantità cli lavoro im))icgato. Ora 1 in regime socialista, storicamente sostituendosi il Vlllorc di scambio secondo il lavoro al prezzo di pro– duzione, il valore relativo delle uniti\ dei prodotti nelle industrie pit1 perfezionato discenderà. notevolmente di fronte a quello dei prodotti avuti mediante industrie più arretrate. Le industrie, che i socialisti intendono di municipalizzare, essendo in genernle le industrie pili sviluppate, possono dare quindi luogo a J)rezzi - misu– rati dal vero valore di scambio - minori di quelli pos– sibili ad un capitalista privato, anche quando siano identici i mezzi produttivi antìciJ)ati, sì in qualità che in quantità. Onde, mentre in regime borghese un llerfe– zionamcnto meccanico, a rata di profitto minore, può essere soltanto talora adottato nelle nazioni industriali J>iiìs"ilu1>pate ove il tasso del 1>roflttotrovasi a.d un'al– tezza analoga, invece nell'economia socialista sarà sem)lre adottato, risolvendosi un vantnggio collettivo mrig– giore del primiero. Quindi, o si esamini la produzione sotto l'aspetto del saggio del profitto in coutrasto col J>lusvalore, o sotto l'asJ)ctto del 1irezzodi produzione in contrasto col valore di scambio, il massimo utile collettivo consegaibile nella, società. socialista aJ)pare animato da leggi economiche differenti e che sarebbe errore confondere con quelle che regolano la società contemporanea.

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