Critica Sociale - Anno XI - n. 11 - 1 giugno 1901

166 CRITICA SOCIALE Qwrndo io propon~o che il da; r.io sul vino venga, anche nel Comuue aperto, esatto a tal'iffa, io intendo riferirmi al vino introdotto negli esercizi cli minuta vendita. R la riscossione del dfl:-:io giusta la tariffa sarebbe in questo caso regolata sempre dall'art. 70 delle Istruzioni 20 ottobre 18"70sui dazi di consumo, che è con Veniente riportare: "Il vino, l'aceto, J'al– " cooJ 1 l'acquavite. e i liquori, introdotti negli esercizi "con J)fl..gamentodel daiio giusta Ja tariffa, devono " conservarsi in botti i cui fori si pongano sotto sug• " gello, riscuotendosi una tassa in ragione di cent. 10 " pei· ogni ettolitro di cnpicnza della botte, qualunque "sia il numero '1ci suggelli applic,Uivi. 'l'nlc. tassa " però non può in niun caso eccedere i cent. 50 per " botte, qualunque ne sia la capaciHt. Se i Jiquid.i " sono chiusi in bottiglie e vengono assoggettnti al "dmdo secondo il numero di questo, sono posto sotto " suggello, esigendosi per ciò una ta.ssa. di ccnt. 1 " por ogni bottiglia. Da. queste discipline sono eccet;.. " tuati i venditori al minuto di aceto) acquavite e " liquori, ai quali è concesso tenern un conveniente " numero di bottiglie sturate per la vendita. in det– " taglio,,. :l'enute ferme queste discipline anche nel caso che nel Comune aperto la esazione a tariffa diventasse obbliga.toria e denrnncla.ta. ai Comuni in economia) è evidente che quel tanto di \'igìJanza, che Ja esa.zione stessa. rendesse necessaria) sarebbe automaticamente, per dir così, pagato aJPatto e per opera della stessa. vigilanza. La quale avrehbe fmchc l'effetto di ren• clero 1u;sni più difficili, per non cliro impossibili, le òsercitazioni di chimica enologica cui si abh:rnclomrno molti osti ncJle tenebre delle loro cnntinc. Che se proprio gli amici dcll'J.i,'cotrovano ancora da rielire, io non posso loro rispondere aH.l'Oche questo: che il dazio è sempre dazio e che con nessun regolamento al mondo si pot,dt levarne quel tanto cli odiosità ohe Jo accompagna. come Fombra accompagnit il corpo; che il dazio è una. imposta e come tale non può esi– gersi senza una sposa. },'F.DRIHCO MA lllON'I. li movimento proletario nelMantovano VJ. LA LOTTA E I PRIMI RISULTATI. bi froute al movimento di organi,:zazione dei lavo– ratori, i J)roprietari (lei :Mantovano cercarono di istituire le loro Leghe. Le Leghe elci proprietari e conduttori di fondi, suddivise in Circoli agrari per ogni Comune, si propougono di " risolvere lo controversie che insorges– sero coi lavoratori, di stabilire le tariffe delle mercedi e le altre condizioni del lavoro. i, L'articolo secondo del loro Statuto dice anche: " ogni intento politico è estraneo all'Associazione, la cui azione J)erò sarà, libera. nel campo della difesa degli ordini sociali. i, Lo scopo duuque di queste J,eghe parrebbe dovesse essere quello cli con– ciliare gli interessi del ca})itale con quelli del lavoro, di rappresentare la volontìt collettiva dei conduttori di fondi per discutere le richieste collettive dei la\'oratori, tenendosi sempre lontani da ogni manifestazione politica e da ogni raucore partigiano. Invece lo scopo e il carattere di queste Leghe non tarda.rono a manifestarsi in niodo ben diverso. Nella loro prima riunione generale, i conduttori di fondi emette– vano un voto per invocare l'appoggio del Governo, ossia per trascinare il Governo alle solite violenze co11tro la Ol'ganizzazione proletaria. Piì, tardi, in altre adunanze, B1b1otec~ C' no B ar o i J)roprietari, dopo a.ver uditi i discorsi dei pii, decisi ed implacabili reazionari del J>artito moderato, invitavano il. Ooverno a far rispettare la" liberti\ di lavoro 11 • Quale J>Oifosse questa libertà di lavoro, invocata dai ))l'Oprie. tari J)Cr i loro diJ>endenti (oh quanta sollecitudine e quanto altruismo!), lo ha detto il noto cliscorso·<lelconte .Arrivabene in Senato. Quel discorso è il commento espii• cativo piì, esatto e 1>il1 chiaro degli scopi e delle ten– denze delle Leghe padronali. Nò è da credere che le Leghe dei conduttori ~lifondi ab– biano fin qui servito a. rappresentare collettivamente gli interessi clella. J)rOJJrietù.contro gli interessi collettivi della classe lavoratrice. Por un tale ufflcio occorre\ 1 :t che le due specie di Leghe, quelle dei J>roprietari e quelle dei lavora.tori, si riconoscessero a vicenda, e si considerassero ùguali nella trn.tta;done difficile e delicata. degli interessi dn. conciliare. Invece le Leghe J)adronali cominciarono a non riconoscere le Leghe dei contadini, oppure a JJorre a queiìte ultime degli aut aut, rifiutando ogni ulteriore discussione. 1,; questi rifiuti a discutere ragionevolmente, senza imJJOsizionie senza malanimo, non trovano nep– pure qualche pretesto nella solita riluttanza. a trattare con persone estr,inee a.I ceto contadino: ìnfatt.i nel !fan• tovano le richieste delle Leghe di miglioramento sono presentate e sostenute dai coptadini associati) e il Co– mitato della. 1-'edera.zionenon interviene se non quando è chiamato ecl in casi molto gravi. Certo, ad un osserva.toro superficiale potrìl parere che le Leghe pad1·onali siano animate dalle migliori inten– zioni. Questo inverno infatti esse si annuuciavano come risJ>ettose del diritto di organizznzione proletaria, e quasi disposte a riconoscel'e la necessit.\ di un aumento di mercede. f,a Lega fra i proprietari e conduttori di fondi del H ::\Iaudamento di :Mantova e del )l'andamento di Ostiglia invhwa un " saluto ai lavoratori che per il co– mune interesse desi<lerava amici ed alleati ,,. Ma che cosa sono mai queste cortesie formali, davanti alla·cruda realtà. dei fatti? E i tatti, che dimostrano l'ostilità dei proprietari al movimento dei contadini, sono purtroppo numerosi. Valga per tutti questo recentissimo. 1118mag• gi , la Lega di.migliornTTlentodi YillimJJenta mandava al presidente del Circolo agrario locale (una. sezione della Lega eh.e inviaya il cortese saluto ai lavoratori associati) un invito per tratta.re insieme il nuovo contratto di la– Yoro. La risposta ,·erbaio del presidente del Circolo agral'io è stata questa.: "lo 110nr1conosco Leyhe di mi– {Jlioramento: questa, lettera non la 1.:oylioe 110nriconosco 1/CSSWIO ,, (1). Dopo cli che è natura.le che le Leghe padronali si dimostrino pressochè inutili 1 bastando, per organizzare la resistenza dei padroni, la intesa ))ermanente che ,,iene dalla identità dei loro interessi e dalla molteplicitì~ dei loro rnpJJOrti. Ormai le Leghe 1>adronali sono diventate tante n1>pendicidel partito moderato, il quale. vuole, còn il _pretesto di difendere gli interessi della proprietà e della agricoltura, continuare la sua lotta politica contro i partiti avversari. Quincli ogni intento cli conciliazione e ogni proposito di eguaglianza e cli equità ò del tutto esulato da queste asSociazioni, promosse dai capi della moderateria e ad esclusivo vantaggio del loro partito. Ma appunto JJer questo le Leghe J>adronali sono ben lungi dall'accogliel'e tutti i conduttori di fondi. Coloro, ad esempio, che fanno parte del partito clemocratico•rn– dicale si rifiutano, benchè proprietari) clientral'e in queste ~eghe che ha.nno carattere 1mrtigiaoo. Di 1>ii1 la diversa ( 1) Vedi 1'1·(J11i11ci(I (H Mm1/QV(I del 21 maggio 1901.

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