Critica Sociale - Anno XI - n. 7 - 1 aprile 1901

CRITICA SOCIALE 103 si intendono risoluti i contratti di appalto già sti– pulati per In riscossione dei dazi di consumo, neg-ilndo così la t>rctcsn. intang-ibilib\ dei contratti privati. Orbene, questo 1>rincipio potrchbe utilmente appli• carsi per la municipalizzazione cli molti servizii pubblici. li 1>artito socialista potrebl>c integrare il disegno di legge con alcuni articoli intesi a f,worire quella. munici1>aliz;,.azione dei servizi pubblici che, nelle grandi citth, costituirebbe certo un'im1>ortante risorsa l)Cr le finanze comunali. l~d ecco in qual modo il gruppo purlamcntare socialista. llOtrcbbe, senza note– vole 11ggr1wio dello Stato, proporre di estendere l'abolizione del chudo comunale sul pane e sui fori• nacci anche ai Comuni di l" e 2" catci::oria. . .. Esamin:1,to cos\ nelle sue lince gonora1i il disc:.:-110 ministeriale, rosta n. vedere il carattere e le inton– r.ioni dell'Opposizione, che il progetto stesso ha. in– contrato negli Uflici della Camcrn. L'ordine del giorno Curioni, che può parere sibil– lino a quanti non ricordano l',rntico progetto Carmine· Bosclli, si illuminn cli ,·h•fl luce ap1>ena lo si raffronti col progetto di leg~o 28 noYembre IS!Hl. [n quel progetto cli marca sonniniana vi ò infatti il commento esJ>licntiYO <logli atteggiamenti e delle intenzioni dell'Opposizione. L'ordine del ~iorno Curioni dice di volere 1o1 la gr<ttluale abolizione elci dazi interni sui fiuinacei ,, e 1o1 {atori1·r l'apertura delle barriere daziario.,. JI progetto Boselli infatti non voleva abolire il dazio sui ferin1woi, ma solo 1>on·i dei limiti massimi, di– versi secondo lo rnrie catct-{orio dei Comuni. Anche il passaggio dei Comuni cli 3"' e 4 11 classe da chiusi ad a1>erti doveva farsi molto lentamente, ed in ma• uiera. da non recare mai allo Stato una perdita annua mn,.,,.giore di un mezzo milione. J'.?ordine elci giorno Curioni prosegue: ~ doversi arcelemre 11at,tuazione di questi desiderati ~enzfl. com– promettere fa solitlifù llef bilcmrio ,,. l~d infatti ecco nel progetto Bosclli-Cormine ribadito qucst.o concetto: Io Stato non dove concorrere nella, t.rasformazionc dei tributi loctili e non devo perdere piì:1 del mezzo milione asseg1uito nl grach1HIC passaggio dei Comuni chiusi ad fll)Crti. Altro che il doppio fondo di rein– tegrazione, o l'f1bbuono dei 0 / 10 di canone gow:irnativo del progetto "'ollcmborg! r Honniniani ,,ogliono darsi il lusso di rifornrn.tori senza rimetterci nemmeno un quattrino. Nell'ordino ciel gi_orno Curioni c'è anche la preoc– cupazione cli 1o1 non turbare la finauza. e l'ammini– strazione comunale 11 , e il consiglio ùi 1o1 non ricorrere ad altri ag~ravi 11• Ora, ò IJene riconlure che il pro– getto BoselJi ritoccava le tariffe daziarie pel Yino e per le carni, modificava. le imposte di esercbdo e rivendita, cli famiglia, e sul valor locativo. Quale ò dunque il disonli11e cho,si teme clall'applicazione del J)rogetto ,vollcmborg? Qui vengono 01>1>0rtunigli articoli del S:1landra, un nitro sonniniano, Sul Cor– riere della. Sera. Quello che si teme è la. facoltà di eccedere il limite leg-ale delle sovraimposte, è la. pro· l)al.>ilit.\che !fl.proprietà foncliRria nbbia da pagare cli propria tasca una piccola parto della progettata riforma. Riassumendo, dunque, gli intendimenti della Oppo– sizione sono duplici: impedire che lo Stato concorra, anche in maniera 111odesb1,alla riforma, dei tributi locali i salvare le ch1ssi ricche da. ogni onore nuovo o mag~iore. Como ò clunquo possibile, con tali idee, npn solo unn politica cli sgrnvii 1 ma anche semplice* mento una traslazione di tributi? Come si possono alleggerire i pesi dello imposte comunali se lo Stato non compensa le perdite sofferte? B corno si può credere cli chiamare le classi ricche a sollievo delle po,•ere, se si respingo o~ni lieve aumento nello im· poste reali ? :Xon vi ò dunque alclrna conciliabilifa fra le pro- 1>ostc lici )linistcro attuale e lo r>roposte della o,,. l>0.:!izionc. li contrii>uto dello Stato (per <1uanto della. sua forma di fondo cli rcintcgrAzione si possa clispu• tare) è assoluhunento necessario pcrchè si possa sul serio parlare di sgr,wii. I 1>nrtitidemocratici faranno quindi bene ad im1>cdirc che, dietro la pretesa " so• lidità ciel bilancio 11 , si nasconda hi taccagneria di coloro che g-ettano nllc~mmentc nuo,•i milioni nelle spe.-;e militari e li rifiutano ad una urgente riforma. Anche sulla estensione della riforma. non ò ()0SSi· bile alcun accordo. I/Opposizione ,•uolc ridurre hi trasformazione elci tributi locnli olle modeste pr0J>0r· zioni di un ritocro fiscale/· i partiti democratici invece debbono voloro che la ri 'orma. sia. la pili ampia. pos– sibilc. In fondo il conflit.lo è frn, due tendenze opposte od irrcconcilia hili: diL una parto coloro che vogliono lo ·"'latu.c., quo, In immobilib'L rigida. prcn11mda, deJla. morte, lo piccole le~A"itributarie che non "compro– mettono la solidità. del bilancio ni che non " turbano In finanza localo 11, che non urtano nessun interesso perchè sfiorano solttrnto la superficie delle cose; dal– l'altra i partitì gio,·nni o nuovi clic vogliono portare un alito moderno in <1uesto nostro sistem:i tributario, che ò frn. i 1>iì1arretrati cPE:uropa, o che vogliono muoversi <hwvero, 1>oichò in loro il sangue è Yirn, calcio e circolante. J?ra questo due tendenze dovr.\ :::indicare presto o tardi il 1u1cse; ma intanto SJ)ctta ai partiti llemocra– tici il dimostrare le occulte intenzioni di coloro che, essendo rcazio1rnri ncll:1 politica interna, non possono certo convertirai nlla llemocrnzia. nella politica finan- zia ria.. JBJ. lff. Carlo Pisacane. So in Oiuscppo Mazzini provnle l'agitatore politico, se in Giuseppe l•'errari prevalo il filosofo delln st.oria.; noi trovinmo in Carlo Pisacane, puramente e sem– plicemente, il socialista. Pisacane non è un precursore. Giudicarlo tale sa– rebbe troppo 1>oco.Egli è, pienamente, un soci.dista moderno. };gli, non solo intuisce, ma. chiaramente clilucida. i concetti fondamentali del materialismo storico, che stanno rtlla base del suo sistema, e ne traccia una llpj>licazione che, in tale larghezza, non fu piì1 tentata dappoi. Egli finalmente comprende e concreta tutti i principii del socialismo, quali noi li professiamo, richi&mR con grande evidenza. la ne– cC'ssità che essi presiedano alla. rivoluzione italiana, e ne prOilOne 1>crPltalia, una originale attuazione. Lord Bercsford, in un articolo pubblicato sulla. North Amerie<w Heriew 1 che ha. fatto di recente il giro elci giornali, s1>iegando come il pericolo che corre Jlavvenire della. razza anglo-sassone consista nella plutocrazia, la quale minaccia di soffocare la democrazitt, partiva, daJl'esempio elci Yecchi Imperi babilonese, ossiro, romano In cui rovina è dovuta appunto nl fatto che il <lominio dellti plutocra.zia non vi trovò nlcun freno. La priorità di questo concetto, e del medesimo richiamo agli av,•cnimonti della storia antica, spetta a Carlo Pisncano, che lo sviluppò aissai pili ampia– mente di Lord Bercsforcl, o Io trasse a quelle con– _seguenze cui questi non osò venire, nel suoi Saggi

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