Critica Sociale - Anno XI - n. 7 - 1 aprile 1901

102 CRITICA SOCTALE forme di delinquenza nel 1S!'.18, prova evide11tcmente che l'organizzazione prolebuia ha saputo di;;infettarc l'am– biente da questi germi malsani. Qui infatti le cause gc– nerali1 che si possono invocare 1>er spiegare l'attenua– zione della delinquenza, non bastano pitt; il fenomeno è così collegato alla vita delle cla.~si lavoratrici, da rite– nerlo esclusivamente dipendente dal movimento di ele– vazione economica e morale del proletariato campa– gnuolo. Co:,ì è della diminuita ubbriachezzn 1 così della diffusa istruzione, coi-i clclla passione alle lotte politiche cd amministrative. 1 l'utti cjuesti fatti non po~sono spiegarsi ammettendo un ·miglioramento in ogni individuo, in ogni atomo sociale; è soltanto dopo la costituzione delle loro Societì~ di miglioramento, di istruzione, di cooJ)erazione, che i lavoratori si persuadono a abbandonare le osterie, a frequentare le scuole, n conquistare Pelettor:1to. i•: la collettività. che si migliora e, migliorandosi: ele,,a gli individui che ne fanno parte. 1'iè si può pensare nll'influenza moraliu11tricc (lella propaganda religiosa. 1 contadini mnnto,,ani erano molto J>Ìltreligiosi d'oggi quando la delinquenza era mnsilima 1 l'ubbriachezza frequente, l'odio di classe minaccioso. La' 101·0 elevazione morale cammina di pari pa.:;so con la loro irreligiosità.: il suicidio 1 le unioui libere, le facili c011\'ersionial protestantesimo, dimostrano come il senti– mento religioso si Yada afftcvolendo JWOJ)rioment1·e di– minuisce num.ericamente la delinquenza, si attenuano le forme della criminalità, e scompat·c l'ubbriachezzn. J.: questo un fatto inconfutabile, che al>lJandoniamo alle meditazioni di tutti i sognatori di un ritorno al mc– dloe,,o. Questi reazionari, a cui i fatti non hanno insegnato mai nulla, continuano a credere che l'opera di organiz– zazione e di ascensione morale del proletariatosiaopera diabolica, produttrice di tutH i mali e di tutti i c\clitti 1>iùtruci. Ebbene, noi siamo lieti d'1we1·dimostrato che essa, al contrario, coopera cfftcaceme11tc a distruggere nell'atmosfera sociaJe i germi della delinquenza, e che essa ò arra sicura del procedere serio, calmo e ordinato dell'attuale movimento di resistenza c\elle classi Iaro– ratrici. GLI SGRAVII TR BUTARI EL'OPPOSIZIONE Le proposte nel ministro \\'ollemborg per· una riforma del dazio consumo comunale consisto110 so– stanzialmente in (JUesto: ci) 1 Comuni attualmente chiusi di 3n e 4" classe vengono dichiarati aperti col l 0 gennaio 1002. Le barriere daziarie non saranno quindi conservate che nei H Comuni di J" classe, e nei 48 di zn. /1) Alla stessa datf,) tutti i Comuni aperti (e quindi anche i Comuni attualmente chiusi di 3n e 4n classe) dovranno abolire il dazio comunale sul pane e sui farinacei. Questit riforma recherà. ai Comuni athrn.lmente aperti u1HLperdita cli J.1. 3.i00.0_00; e Ai Comuni di W' e 4" classe una perdita dì L. 21.500.000. Quali dunque i compensi proposti? Eccoli: rt) ])Ue fondi di reintegrazione a carico dello Stato o per cinque anni, l'uno di L. 2.500.000 per i Comuni aperti, l'altro cli L. 10.400.000 pCL· quei Co– muni chiusi elio vengono dichiarati aperti. b) L'a.bbuono di 9 /u del canone governativo percepito finora dai Comuni di 3.. e 4:" categoria, B1b I te '1 C ,no B,a e così da permettere che questi Comuni risparmino l,. 8.100.000. r) J~lernzione delle sovraimposte; sviluppo della imposta sugli esercizi e L·ivendite e della tassa vet• ture e domestici i concessione di un dazio sui ma– terif1li da costruzione, e sui foraggi (sotto forma di fossa cavalli), sul gas e sulle energie elettriche a scopo cli riscaldamento e di illuminazione, sul riso, burro, olii 1 semi oleosi e zuccheri i infine ·aumento del ch1zio sui vini e sulle carni. 'J'illc 1 nelle sue linee ge11erali 1 il disegno cli sgraYii proposto <lall'at.tuale Gabinetto, e intorno a cui ferve oggi la. lotta dei gruppi e clei partiti. Consideriamolo ora, non nei suoi particolari tec– nici, ma nelle sue intenzioni e nei suoi risultati. Si trntta anzitutto di una riforma democratica? La ri s:posta è molto complessa. li'abolizione del dazio comunale sui farinacei ò certo inspirata a criterii democrnticì. Qui infatti si tratta di abolire un'imposta indiretta che grava sopra un consumo di stretta necessità, ed anzi si deYe lament11rc che da una tale utile riforma rimangirno e~clusi i Comuni di ln e 2" categoria. l)iscutibili sono inYece le conseguenze pratiche della seconda riforma: il passaggio alla categoria degli aperti dei Conn111idi 31\ e 4" cl11sse. In fondo la riforma non abolisce il dazio, ne muta soltanto il modo di ri– scossione. Ora, se è giusto riconoscere J'odiosità delle barriere daziarie e gli ostacoli che esse frappongono alla. libera circolazione delle merci, è anche giusto tener presente che una tale riforma giova special– mente alle classi ricche, che possono far senza di comperare nella bottega. molti dei generi soggetti al dazio. Su questo punto il partito socialista farà. bene a. portare la sua critica e a presentare i suoi emenda– menti. I quali ci pare debbono essere duplici: da una parte proporre (in opposizione a quanto è scritto nella Relaziono ministeriale che precede il disegno di Jegge) maggiori priYilcgi daziarii alle Cooperative lli consumo; dall'altra. colpire pili risolutamente le classi ricche, cioè quelle che dal passaggio del Co– mune da chiuso ad aperto risentiranno i maggiori vantaggi. • l)i questo secondo indirizzo Yi è qualche accenno nel disegno di legge ministeriale. Jnfatti si concede ai Comuni la facoltà. di superare il Jimite legale della sovraimposta 1 e di applicare questi aumenti anche nel una sola delle due imposte reali immobi– liari. Quest'ultima è una lodevole disposizione, in q1rnnto J)ermette che i terreni ed i fabbricati - il cui valore varia in diverso modo - sia.no tass'ati in diversa misura. Ma questi accenni sono ancora molto timidi. An– :1.itutto non è giusto l:assarc la sola ricche;,;za immti• biliare, come purn non è esatto il credere che u1\a. estensione dell'imposta di esercizio e rivendita col· pisca i proventi di fonte mobiliaL'C, A parte il fatto, che l'imposta cli esercizio e riYendita si riduce nelle piccole borgate ad un duplicato del dazio consumo; ma si crede proprio sul serio di colpire con questa impostit hL ricchezza mobiliare? B non sarebbe il caso di chiamarla direttamente a. concorrere nelle spese locali? J•icco gli emendamenti che il partito socialista po– trebbe sostenere, in omaggio al pl'incipio che occorre rovesciare sulle classi ricche il peso fin qui soppor– tato dalle classi povere, sia come riparazione a (JUC!la finanza di classe durata nllegramente fìn qui, sia come mezzo di sicura efficacia per guarire Je nostre clas!:!i dirigenti dalla mania militarista che le trae alla L'Ovina. C'è poi nel disegno ministeriale l'affermazione d'un principio che può essere sviluppato e utilizzato dal partito socialista. Si tratta delhL disposizione con cui

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