Critica Sociale - Anno XI - n. 7 - 1 aprile 1901

110 CRITICA SOCIALE LALIBEH'liACC illEMICA (Co1tUHtt«:lo11e I /hit). lo sono il 1>rimond ammettere che il ra1>1>0rto fra Stato e scienza non ù così semplice, come parrebbe a primo giudizio. )loi pretendiamo dallo Stato che a1>ra sempre nuo,·i istituti, li fornisca cli dotazioni annue sempre crescenti, stipendii professori sem1>rc in maµ-gior numero.}~ dovrà lo Stato J)Crmettere che, entro I suoi recinti, trn i suoi stessi funzionari, tro– Yino posto i suoi critici? Jn America, dO\'Cla scienza o l'insegnamento scientifico sono iniziativa privata, la cosll viono da sè; 1111\ in rtalia viene da sò il contrurio. Nessuno sti1>cndin, il proprio sicario. li rnglon11me11tonon fu. una grinzRj eppure è falso. Lo intempemnzc del professore c/\donosotto il rigore ctclh1 lcgj!c comune, 1,cr la. quale è delitto degno di J?RICril il " vilipendere in pubblico le istituzioiii Co• "stituzionali dello Stato,, (urticolo 126 del Collice penale). g se al 1>roccdimcnto giudiziiuio si sostituisce l'Rtnmiuistrntivo, alla serenità della giustizia. subentra la passione di parte. Giustizia tunminist-rativa è giu– stizia cli parte. In ultima analisi, la libertà accade– mica ci SArebbc solo per la scienza protetta dal 1>artito governante e utile a 1 suoi fini politici. ni– s1>011derebboquesta al concetto di scienza? No. JI pensiero scientifico ò pensiero libero, senza 1>rcsup– posti; meta e misura. cli esso è la sola verìtà, non mai l'utilità per questo o quello sCOJ)0 1 per questo o quel 1>artito. Certo esiste un rapporto intimo fra l'apostolato poli1ico' e c1ucllo scientifico. L'idealità. scientifica e la J>Oliticasi assommano o si integrano o sono duo aspetti della stessa pcrsona1ib\ vivente. L'insegnante, che nella fiumana dello opinioni politiche sia passato r1lla spondn degli eterodossi, per associazione natu– rale e organicn di serie m1>prcsenttttive e di fatti psichici consci e inconsci, concc1>isce,atteggia, espone la sua scienza divor1mmonto di (Jttello che sia rimasto sulla sponda degli ortodossi. 1,; co1:1ì dev'essere nell'interesso scientifico e didat– tico. Innanzi agli uditori de\'C stnrc la persona del prof'essore intern, scl1iettn, sincera, senza infingimenti, senza. reticenze. .l,a scienz1l dev'essere trasmessa all'uditore nella forma di una persona che la. pos– siede, che "i"e in eesa. Vale ancora il detto di Ari– stotele: '"Bisogna credere per inscgnarej bisogna credere per impa.rue. l'I Il professore deYe aiutare lo studente a credere, deYC trasfondere in lui una forte e sincera convinzione. Professore significa profe~santo teorie e ,•cdute 1>ersonali. Questo ò suo dovere, questo ò suo diritto. Si esige che abbia buone ragioni; ma il contenuto della coscienza scientifica. è insindaca– bile o nl di fuori e lll clisopm di <1ualsiasi autorità. esterna. E parimente l'uditore sta innanzi al docente con 1>ienalihertìa. di accettarne o di respingerne le opinioni; egli non è uno f!COlart? ~na. u_no .s~udcntc, un cit"i:1acatlemicm1, con 1ueno dmtto d1 critica, cor– rezione, miglioramento. l.'Universirà ò uno stabilimento cli Stato; ma non come la Prefettura o l'Intendenza di finan:1.a., le quali ricevono clnl 1>0torccentmlc gli ordini o li escgui– scono. li lavoro scientifico o l'insegnamento supe– rioro non possono essere materia di comandi e di divieti. l~ perchò la scienza. sia. libera., anche alle persone che la scienz,i rappresentano, néi limiti della legge comune, vn. data 11ssoluta libertà: libertà scientifica, didattica, politicll. l..n verità, al pari della bellezza, non si J>UÒ imporre. La scienza non ò meno bisognosa cli autonomia della politica. La cattedra dev'essere im•iolt1l>ilc non m(mo della tribuna parla- meutarc. Dal cozzo dello op1>0sle dottrine, dal fer· mento delle Idee vecchie o nuo,•c balzerà fuori la verità a1t1rnle, socialmente utile, ammirabile per bel– lezza morale cd estc1ica. La ,•ittoria nei vari rami dell'attività sociale odierna. si consegue con ben altri metodi di lotta. che non sir1no le esclusioni o le repressioni. ~essuna. forza 1>otrcbbe risosJ>ingerc il 'ricino verso le gole alpine, ond'esso scende nrnestoso a distribuire ric– chezza e benessere nella pianura. Che valse per la classe dirigente lo sfratto inttitto aJlo Straordinario di storhl antica~ che valse l'iniziata azione ammini– strativa contro un Ordinario di F:conornia politica.? Essi se n'anelarono dalle nostre unh·ersitù; ma, forti della. coscienza. moderna, ribelle a codesti ostracismi cli llltri tempi, ritornarono innnnzi ai loro avversari ph'1 gr1gliardi elio mai, per elezione di 1>opoloe per voto di commissioni scientifiche, .I~ prevedesi che nncho il dottore Arons, l'escluso dall'UniYersità. di norlino, nelle prossime elezioni farà. _ingresso al Ueid1slag. fm1>crocchò in Prusttia o iu Italia e in ogni pneso civile ò vero questo: che l'accettare il principio della. libertà come fondamento della costi– tuzione politica, e il rinnegarne questa o c1uella poco comoda conseguenza, porta all'arbitrio, alla violenza, alhl persecuzione. E la persecuzione ringagliardisce lo Idee, che abbiano vive radici nell'ambiente storico o sociale, ne accresce Ja potcnzialib\ diffusiYa, ne accelera lo svilup1>0. Ve lo dico l'etiperieuza. quoti- di~:1ia '':e~n:\:~n~Ìls~f;:\ecolo 1H1ssato il boia. 1Jru- cia.,·1l sullo 1>iazzodi Pflrigi o di Lione i libri SO\'• versivl cli Voltaire, Diclerot, Housseau e compagni. Nelle università francesi il mono1>0lio della scienza e della filosofia era gel osame nte risonato ai be11pe11- 1Jt11tli, devoti al cloro o R.ll 'aristocrazia; i liberali ne crnno esclusi, come cle ment i cli disordine. Or bene: in nessun tempo, in nessuna nazione il materialismo e l'ateismo ncc1uistarono con tftnta ra1)idità e inten– sitì~ il predominio degli s11iriti, come in Francia nella. seconda mcb\ del secolo 1u1:ssato. Nello stesso tempo in Oermnnia nlcuni principi illun1in11ti hu-;ciarono libero movimento alla ragione. Sorso la filosofi!l kn11tin11n. D:t questa le parti divh:10 del popolo tedesco, non esclusa la cr1ttolica, attinsero nei giorni del pubblico pericolo la forza. riorganizzfl– trico delPunità rrnzionalc. Le libere università furono il centro dell'unità gernrnnica, specialmente al tempo della reder11zione. Ma <1uando lo Sbto prussiano, nel secondo decennio del secolo nostro, innalzò riclea– lismo di llegel nll'onore la filosofia di Stato e lo coprì col manto dellll sua protezione, In gioventlt unh•ersitnria concepì dei sospetti ,·erso il sistemil favorito; corse al 1>essimismo di ~chopenhauer, che sorgevi\ vinclico della i11leyra libertas J>hilosopltamU contro i professanti In filosofia di Stato, eia non confondersi - come Schopenhaucr raccomandava - coi filosofi. Mai come nllora fiorirono in Germania. la letteratura e la filosofi!\ n111terinlistiche 1 reazione dei liberi spiriti contro l'idealismo di Stato. F, 1>ro1>rio così. Yoletc che trionfi il materialismo? Proteg::eto lo spiritualismo; futene la filosofia offi– ciosa. Volete rendere sim1>atico alla scolaresca il clericalismo? volete che il maestro profitti di tutti gli atti della vita scolastica 1>er trasfondere nelle tt11ime degli educandi i suoi sentimenti clericali~ Vietategli, con u11 1 i11tcrprotuzione meccanica delhl lei::~c, cli YOlgere, per IJl'evi soconcli, ttl principio della. leziono, come fu suo costumo_ da hrnti e tanti anni, la parola alla divinitì~ ('). La compressione, (') l,n&Clnmo 111nostro eicrc1tlo ~olli-1,0rnlorc lulla lnt~ra 111, N.'1'110H• ,al;UU/ì, non diciamo de.11"1(\('fl, cho C'lllJflRIO - 11Nl11 11uale 00111"-.'II• t111mo.ino a un ttrto 1cicno ma 1lell'e1em11lo, tb'eg-11 dta, a 111f– frav10 tll t&•a: eaem1110c11c1>11r~lllK'etan: "courono tlcll'«glttt'zlono

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