Critica Sociale - Anno X - n. 7 - 1 aprile 1900

CR!TIOA SOClALE 101 credute pili elevate, o - so1)ratutto - J)erchè così poche <\onne samio ancora e:,sere delle ,·ere amanti - quelli l'icorrera1mo sempre al eomo<lo e inferiore mezzo della prostituzi011e; e tiuchè penluren\ (Juesta donrnuda si trovera11110 (loune pel' .-;oddisfarla. Sulla deficienza d'amore J)O:ìftdunque ht prostituzione, e .~olo l'amore, molto pili amore nel mondo, un abban– dono più pieno dell'anima e dei sensi, JlOtdi far dimi– nuire quella ve1·goguosa compra-vendita. ('o:;ì è, diciamo ancora, che mentre in questo prog-etto di lex lleinze l'arte è acconHLn:l.ta al ruffirrnesimo per gli etrett.i sulla prostituzione, cs:m n'è il miglior antidoto spargendo l'amore. Questa grande sobillatriC'e che ri.-:,•cglia 1 educa, rende cosciente, allarga, nobilitn. il J)iacere ses1wa.1e, fa come la sobillazione J>Olitica,che trae su dalla, bestia.I nutsMt della plebe degli uomini; essa no trae <!egli amanti. "Mavi ò di JJil1. L'idea singolare che anehe questa sobilhu:ione possa essere punita o frenata. J)resuppone n<'ll'urte in hloeco e in ogni singolo flrtista una cosciPnr.a 1lell:l l'OSJ)Oll1:albiliti\ <lolla 1wop1·ia azione ,-.ul lllOHclO j una ma!va.gità \'Olontaria, secondo quei signori. Ma ciò è una JH1ra illusione; ,'le pure qualche artista si dOJ)JJiatnlvolta dì un mornlista, l'11rte presa nel :-:110 complesso è un J)rOdotto mttura.le che ha, come tutto il resto, tanta parte <l'iueonscio, tanto abbandono all'istinto; ond'è che, attribuire Jlroprio all'arte, per legge, uni\ re• sponsabiliHt di sobillatrice d'amore, ò ridicolo quanto im1le<iireper logge ai:,rli usìgnuoli <li cantarf' di uotte nei giardini, e alle rose di odorare, e a.I vento <li sci• rocco di ,'loffiure: tutte co1;eche:. f;enza e.'l:-:erC immorali i, come dice il progetto, inducono le 1·agazze in tenta.• zione. AMEDEO '.MORAXDO'l'Tr. L'ULTIMA F SE OELL 1 ECONOMIA LORIANA Le leggi organiche deH'oconomia moderna. In questa parte del nostro studio, il quale mira a segnare in modo assai generale un primo linea· mento critico del sistema loriauo, dobbiamo lascia1·e più larga prevalenza all'esposizione inferiore del– l'opera che esaminiamo. Addenseremo perciò in tratti sintetici il complesso delle leggi particolari alla dinamica economica dell'attuale sistema sociale. La scuola classica poneva a base delle sue inda· gioi premesse che assumeva come naturali ed eterne. La concezione storica delle leggi economi– che in Loria viene spinta alla sua estrema espres· sione. La legge di decrescente produttività, che universalmente si suppone un fenomeno della na– tura, dal Loria viene presentata come contingente e storica. I molteplici fattori di deteriorazione descritti, tra cui domina la sopra valutazione, creano una crescente limitazione del capitale sociale: ed è da tale con– dizione particolare che deriva, oltre che nella agri• coltura, anche nella manifattura, la decrescente pro• duttività delle successive applicazioni unitarie_ di capitali ('). Come conseguenza della sopravaluta– zioue e della limitazione produttiva scaturisce la legge, universalmente notata, della depressione del ( 1) Anche Marx, al pari dei classici, ha aseegnato un valore assoluto alla lei;rgedella decrescente f~rtilllà terriera, ammeltendo il salire progressh·o della Rendita differenziale - ammissione che pare anche a noi come al Masè D.' .l.ri (lll/Ol'ma 1ocl-:ile, '99, Il) una inc'>ngruenZ'l teorica nel sistema marxist:i. d U saggio del profitto ('). Da qui quell'arresto di ac– cumulazione, che spiega la storica deficienza dei capitali, e che origina l'esistenza di sempre più enormi distese di terra incoltivate. Tutte queste leggi 1 proprie dell'economia moderna, tendono, come si osserva nel loro funzionamento, a ridurre sempre più la massa della ricchezza so• ci aie. La riduzione dei capitali porta seco I'adozione di mezzi tecnici di produzione a!'retrati, ossia rende l'industria ref,·~ttaria a rivoluzionare i suoi rapporti materiali (2). E da tale complesso di condizioni eco– nomiche che discende la disintegrazione economica, la quale agisce con un processo simultaneo sulle imprese capitalistiche e sulle aziende proletarie. Questa figurazione delle leggi interiori ed orga• niche dell'economia moderna pare che ostacoli l'in– tendimento di quel fenomeno d~lla sovraproduzione su cui é stato un così vivo disputare. La sovrapro– duzione di merci, nell'aUuale forma sociale, non indica già una disponibilità di ricchezza superiore di bisogni sociali, ma essa è proprio l'effetto della produzione sempre più deficiente. Ed ecco come. Si ha la sovraproduzione relativa ogni qualvolta il capitale, di fronte ad una diminuzione di richiesta delle merci alla cui produzione è diretto, continua nell'istesso investimento senza trasferil'si ad altre forme d'impiego. Ebbene, la limitazione del capi– tale sociale toglie o diminuisce la possibilità di mutare forma di produzione appunto perchè il mu– tamento esige un capitale supplementare. Inoltre è proprio la crescente diminuzione del pl'odotto che spinge il capitale ad una lotta estrema contro il declinante profìtto, o col crea1·e merci non richie· ste, nell'illusoria speranza di nuova clientela, o col gettare merci esuberanti sul mercato. Onde la pro• duzione deficiente genera la produzione eccessiva. La produzione insufficiente, la produzione di rapina, la produzione eccessiva, avente per conseguenza il deprezzamento generale delle merci, questo trino mo• stro, nato e cresciuto coi nuovi tempi, genera quella condizione di cose che il lini:.tuaggio volga.re designa. col nome sintetico di dep,·essione: uno stato cioè di generale marasmo, un processo di deteriorazione e di ruina della produzione e del capila\e e d'impoverimento progressivo del produttore (3}. . . . Abbiamo visto come la sopra valutazione produca la disintegrazione delle imprese capitaliste: vediamo ora come, secondo il Lori a, essa sopporti la co– stituzione della piccola industria. La sopra valutazione, con l'esigere un crescente ca– pitale improduttivo controvalore, mette \'agricoltura in condizione di ricorrere al credito ipotecario, che é un gravame iuproduttivo per l'agricoltura. Essendo poi la necessità del credito agrario sempre più dif– fusa, esso crea un extra-interesse che origina la condizione di insolvibilità dell'agricoltore. Di qui le continue espropriazioni fondiarie, che generano un accentramento delle terre sempre più pro– gressivo. Tutto al contrario, le piccole aziende fondate dagli operai mediante il loro risparmio resistono a que– sto processo di accentramento ( 4 ). (') l..0R1 -'• Cosut. econ. odiet"na, pag. 603. r21In Das K. Manl/elt. pag, 11, è niostt·ata da Marx la necessità di continui rinno~'amentl tecnologici nella produzione capitali• stica. Ed è rn eh) il segreto del suo divenire socialista. La. teorica loriana non pot;!va esprim~re un'antitesi più decisa allo spirito genel'ale del sistema marx sta. Avviso agli impenitenti credenli nel plagio .••. lori ano. t*! LORl.4., ibidem, pag. 619. ('ì Ad un certo punto Lor1a dice, pag. 648: che il risparmio favorisce la distruzione d~lla Jliccola proprietà, quando il pre• stilo vien faU? agli economisti oberali.

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