Critica Sociale - Anno X - n. 7 - 1 aprile 1900

CRITICA SOC[ALE 107 torto e:.sl\ e I:~ scuola mMxistka; i-econdo noi, riguardo all'imlole <lella ricerca-, avrebbero ragione ambedue. Qui non si tratterebbe pit1 del carnttere della. ricerca, ma (l('lln. vcrith o falsità di una dottrini:l. ~; qm\lc scienza. si è del tutto :,ottratta i\ tnli incertezze? Certo, la Mnstataziouo s<'ie11tiflca non è tutto, pel mo– vimento soeialistu. Qui entrano interessi, elementi pa.s– siouali, Pentu. o.ia .; ;mo, la fede. La.scien;,;a non può creare <p1e,tc forze, e,-sa J)llÒ ;;;olo :-ipiCA"ilrne l'esistenza ( 1). E la J>iì1 bella pro,•i\ C'he il :mciali..:mo s<:icntiflco è nel vero ò che e~~opuò, con gli strumenti teorici di cui dispone, spiegar la ragione della pro1)rin esi-,tenza. Mn nel l)rogramma di un partito, nota il Croce, entra il enlcolo dell'opportuno o dell'utile, che non è scienza. ~o ciueiitO calcolo f:i riforisco a particolarità di pro– gramnut. o di tn.ttica, niente di pili giu.. ,;to, o nessuno llit. preteso lllil.i che sin. clh•ersrnnente. .\hi questo calcolo scom1Hu·o o, :i dii· meglio, ò reso :-u11ortluo,riguardo Alla. mòht. ultima da. raggiun~ere, perchù il socialismo scien• tifico dimostra. /(I, 11ecessitù della lotta. del proletariato per ht. nppropriazione i-:ocialedei mcz:.d di produzione e di scumbio. Ciò ò utile pel solo ratto che il ))roletariato tlne battere ([UClht."ia, e nou può fare altrimenti 1wr i;:-iunj:{cro nll:L :.ua emancipaziour. 110 previsioni comunisti<·he :-0110 dunque una coni!c– guenza di leggi scientifiche, ccl ò questn una. giu,~tìflca– zione irnfflciente del nome di " so<·iillismo scientifico 11 cho pare Al C1·ocecosì J)0C0Jll'0J)ri0, Concludendo, a noi pa1·eim1>ossii.Jìle négare il carattere di teoria scientifica. al materiali-lmo f.torico, e, pur essendo d'accordo col Croce nel di:dinguerc hLconcezione storica. generale dalle conclusioni socialistiche, crediamo che queste siano le conseguenze legittime della. concezione materialistica della. storia, e delle leggi dell'ecouomia cttpitnlif-tica, scoverte e dimostrnte dal :Marx. f-'., Ù. 1,0N'GOBAIWl. (I) [.() nolo (UJCIH'.l I Ocnllh'. LA RE.FEZCONE SCOLASTICA (I) lii. Elo,nento otico so<-iale. Soi>ra una Herezione modc;;tn, l"Ome è quella che la \'Ostra Giunta ha studiato di proJ)orvi, non si pos:,ono ronclnre grandi speranze ili miglior:unenti etico-sociali. Una. pagnottella, con poco di salato o di formaggio e per i soli giorni di scuola, 11011 può certamente rigenerare a vita fisiologica, morale, sociale i fanciulli che ne frui– ranno. Però, anche in questo ordine di renomeni, gli effetti della pr0YYicla. istituzione non :~a ranno tra.~curabili. Intanto i miglioramenti didn.ttici si rifletteranno sulla ,•ita morale e sociale. l filosofi o i pedagogisti illuminati, che nell'ordine dello idee fanno riscontro al moto della Rivoluzione francese, onde primamente si SJ>rigionò la scintilla della moderna istruzione J>0J>0lare,che prese fornrn e concretezza. nella leggo zmll'obbliga.torietìi della. istruzione elementa.re, hanno intuita l'alta. ìmJ>0rtanz:~ socinle della scuola. Leilrniz dicevit: " Chi ò padroue della scuola, è padrone <lei m ondo. ,, Houssea.u, lt'ilan– geri, Pestalozzi: ":\l bene o al ma.le, alla. prosperità. o alla rovina delle nazioni si va per mezzo della. scuola e colh~ scuoltt. ,, ~;oggi, pili che in altro tempo, è vero (') Rela:dono dell'assessore per lll 1mbbllca ltlruztono at Consiglio comunale di l'ft.\'la. (\'cdl I duo 1111mcrlprcccdc111l). questo: " Nella scuola stanno i germi della sociefa av,·o– nire; la scuola è uno Stato in ))iccolo." Perciò miglio– rnre una scuola. ò migliorare la società. :Ma. anco vantaggi estrinseci n\Pazionc educativa e cli• dr~ttica po1· teriì.la nerczionc. Pur non accettando come vc1·itìt.scientifica il rnate– rialì,.mo fiidologico del Bncklc, che deduce il carattern delhl civiltà degli Egiziani <lni ,la.tteri, degl'lndiani dal ri:.o, dei Hr1u:i\iani anteriori alla seopcrta d'America dalla melica, onde ciascun 1>opolo:.i nutriva.; J>urfacen<IO qualche risen·a. sull'Rforh,ma che la questione sociale è tutta. una questione di stomaco (Maye11frt1ye), è eo;:;a ormai ricono::;ciuta ,lai J)iÙ o dni migliori scienziati t' 11eda~og-isti e dimo::;lrata. clallo 'Jlencer nel suo lihro sull'cclucazione, questa: <•ho il fondumento di una sdcn· tillca c,lucazione umana ò l'educazione fisica e che questn. (•omineili dalla. nul-rizionc. Quel pezzo lii pone, col reht• tivo compnnatico, un \'antaggio f\'liCO darfL ai nostri JliC• Nli scolari. L'anemia, le bronchiti, le ipertossi, la scro– folu, la rachitide, le irrita.zioni intestinali, i mali di capo, di VC'ntre,della pelle, dovuti in buona parte a deficienza o-cattiva <1ualit:\ di eibo, non suranno certamente ru– g-nti dalla nostra 1)agnottelln; ma <1ualche diminuzione 1nrn11no. E minor numero cli vi,._ipullicli, emaciati 1 patiti, :.<'ne:seenti, si presenterà fra q11nlchc irnno ai vi~itatori drlle nostre scuolf'. Il tipo OrJlanico della classe dei 110- vcri sur~, almeno in piccola 1m1·tc,migliorato. E quulche dimiuuzionc si avnì. n.nche nella. mortalitìt. L'eg-ua,:tlia.nzacerto non esiste inrrnnzi alla morte. La vita media. del ricco è di M anni, quella. del povero tli 28; Sl)l'0porzione nrn!?giormente accentua.ta. nei bam– bini, :.ui quali non ha ancora ngito la. leErgedi selezione. La mortalitù dei bambini ricchi è del .i '/ 0 ; <tuella dei bambini J)O\'eri è del 30 11/ 0 • Come IHL dimostrato un Cf(regio medico uscito dalla Universiti:~ di Pavia (Zubiani 1 Il J>rivilegiodella salute. Pa\'ia, 1893, pag. 7): rispetto nll1\ mor/Jilitù, i J)Overi, in co11f!'onto dei ricchi, hanno nrnggio1·e probabilità. di nrnmalare; - 1·ispetto alln. tera1>ia 1 i f)0\'eri, in confronto dei ricchi, lrnnno minori probalJilitli. di supernre le llll\· lattie; - ri.-:petto alla mortalifù, i J>0Yeri,in confronto clei ricehi, hanno tutte le 1>ro1JabilitÌl. di morire in eb\ <li A'rau lunga inreriore. 111 un paese, come l'ltali:1 1 che si distingue J>Crmi~erin. flslologiea e per numero di morti di febbre malariCA 1 ha. ragione di dire il )lante– guzztl: l...,amalari<, sl<inella pentola. Se colla. rerezione potremo dare alla. ocietà qualche fanciullo più robusto, prcscr\'arnc qualche altro da ma• la.tue, prolungarne l'esistenzn, noi potremo dire di avere ratto opero. di utilitìt pubblico. generale. lmperocchò le mnlnttie acute e croniche dei ))0\'eri gravano sui bilanci dello StAto, delle 1>rovinciee dei Comuni, delle Opere pie e costituiscono per le ramiglio J)rivnte un lucro cessunte e un cllurno emergente grandissimo. La vita. di un bambino da 6-10 anni rappresenta un capitale di denaro per la colletti,•itù. e un capitale di affetti e di risorse economiche J}er la ftuniglia, cui appartiene. Clii a1n·e mm scuola, chiude w1a J>rigio11e. Ciò è vero a un patto: che la. scuola aperta. sia educativa. 111ase la scuola ò un locale umido e malsano; se il maestro ò inetto; se ogni giorno siedono a fianco il figlio del po– \'Cro collo stomaco tormentato dai crampi della rame e quello del ricco col J>anierino fornito d.i ogni grazia di Dio, credetelo! la. scuola. non è educativa. Sulla efficacia dell'istruzione elementare itaUana sono di\'ersi i pareri. L'esimio pedagogista. Nicola ~'ornelli, or sono pochi giorni, cosl chiudeva. un suo studio nella Uivista J diritti della

RkJQdWJsaXNoZXIy