Critica Sociale - Anno X - n. 3 - 1 febbraio 1900

B CRITICA SOCIAL.E 41 derna, che la ripartizione del prodotto sociale deve essei· fatta ia modo da stabilire una rendita mas• sima, la legge di concorrenza deve neces5;ariamente essere sbandlta. Quando si è ammesso, come fa il Loria, che il capitalista, ad assicurarsi un profitto massimo~ debba rico1·1·a1·e alla creazione di una massa di lavoi·atol'i imprortuttivi opp11re rli soprau– numel'i disoccupati, e quando si è ammesso che il proprietario, ad assicurarsi una rendita massima, debba ridurre il profitto con la limitazione dell'of– ferta delle terre e co11 la creazione del capitale eccessivo (sistematico ed automatico), allora l'esclu• sione della conconenza, iu quanto è distruttiva di queste condizioni, è logica uella misur-a precisa in cui è logico ed ammissibile il complesso delle con– dizioni supposte. Dunque questa parte dell'opera del Loria, per cui si nega forza positiva ed operosa alla legge di concorrenza, non ha base di dimostrazione, ma poggia tutta sull'assunto ipotetico d'un profitto massimo e d'una rendita massima, in quanto l'uno e l'altra sono irraggiungibili senza limitazioni di capitali e di terre. Sotto questo rispetto non si può, senza offendere il procedimento positivo delle indagini economiche, affermare che l'esame del. Loria, su questo punto importante della sua opera, sia provato con dimo· strazione scientifica. Perchè invece risulti provata l'esclusione organica della concorrenza dall'attuale costituzione capitalistica, occorre ammette,·e col Lo1•ia una ipotesi, di cui invano nel suo libro si cercherebbe la prova convincente. Questa ipotesi è che l'espel'ienza dei danni collettivi è avvertita in modo cosciente dagli uomini, per modo che que– sti rinuncino ad un bene prossimo .per evitare un male remoto. L'egoismo immeàiato dell'uomo lo spinge, in un sistema economico fondato sul lucro pl'ivato, a porre le sue forze economiche in concorrenza. li'intanto che un privato capitalista può, almeno transitoriamente, percepire un pl'ofitto maggiore del saggio medio, e fintanto che un proprietario te,·– riero può godere una ret1dita superiore alla media, eglino non esiteranno a distruggere per conto proprio quelle condizioni causali che determinano un pl'ofitto massimo pel' tutti i capitalisti, o una rendita massima per tutti i proprietari. Il capita– lista pl'ivato, a ridurre il salario che escludeva un profitto massimo, aveva dovuto creare una massa d'improduttivi, viventi su una parte del suo capi– tale, oppure aveva dovuto formare una massa di sop1•a1rnumeri. 1 quali lasciavano inerte una parte del suo capitale. Se egli dunque cessasse dal limi– tare il proprio capitale, si verrebbero, è vero. ad iufll'mare quelle condizioni da cui dipende un pro– fitto massimo, ma, col potenziare le sue condizioni produttive impiegando tutto il suo capitale impro– duttivo, egli si assicurerebbe un profitto industriale superiore all'ordinario. L'effetto di questa iniziale concorrenza sarebbe appunto la riduzione del profitto al. di sotto del saggio massimo. L'istesso argomento regge pel gruppo dei proprietari, onde anche qui la concor– renza farebbe declinare il saggio della rendita. Queste conseguenze a cui noi veniamo urtano con– tro le premesse !oriane, ma viceversa si conciliano con i teoremi dell'ecooomia marxista e ufficiale. L'economia uillciale, specialmente edonistica, mo– stra che la libera concorrenza è una forza ef– fettuale, la quale, ovunque sia inostacolata, rag– giunge il massimo utile sociale, sia eliminando ogni soprareddito, sia deprimendo ogni reddito or– dinario. L'economia marxista, nella sua formulazioneesclu• sivamente obbiettiva, non può trarre conseguenze ULv come quella suenuuciata, pI'opria dell'economia uf• ficiale, ma essa, a differenza del sistema lariano, l'iconosce l'influenza che la legge di concorrenza esercita sulla dinamica del reddito. Lo spirito dei due sistemi economici è pretta– mente diff~rente. Marx baga sulla legge di concorrenza la caduta del saggio medio del reddito in quanto essa spinge il ca– pitalista singolo a mutare la composizione 01·ganica del suo capitale per ridurre col valore il prezzo del prodotro. E in questa guerra dei prezzi Marx l'ipone la forza di attrazione, per cui i grandi ca– pitali assorbono i piccoli e la produzione si asside SJ d'una accumulazione p1·ogressiva ed accentrante della ricchezza. Il principio della concorrenza, dunque, !unge dal· l'essere sconosciuto dal Marx, è essenziale per spie– garci la sua teorica dell'evoluzione capitalistica. Il sistema loriano invece si erge come radicale ne– gazione dei priùcipl dell'economia ufflciale. La so· cietà capitalistica è basata sul monopolio degli ele– menti p1·oduttivi: essa esclude in modo organico la concorrenza piena e integrale. La forza della concorrenza è operosa nella cir– colazione delle merci, ma non altera i rapporti della distribuzione della ricchezza. 'Basato su tal princi· pio - qualunque ne possa essere il positivo valore - il sistema lariano è l'antitesi teorica più radi• cale dell'indirizzo prevalente iu Economia politica. E. LEONE:, I SOCIALISTI ALCOMUNE I FR~NCIA Pal'iyi, !ftlllW/Q, Jntorno n.ll 'opern. dei socialisti al J)Oteremunicipale in Francia. noi non ttbbiamo molti dati per giudicarnè Pef• fica.eia e nl.lutarne le conseguenze. Ì•: probabile che i i\luuicipii ,·enuti nelle nH\ni dei socialisti sia.110 pìtr nu• morosi in Francia che a.Jtro,·e, ma non ]Hl.re che l'opera. in essi svolta diti socialisti abòit\ soverchiamente sgo– mentato la chisse borghese. L'indomani dell11.Yittoria di Rouba.ix, gli industriali di quella. città. minacciarono di tntSportare altr0\'C le loro fabbriche, 1111\ l,i minacci<\non fu seguìta d,i nessun n.tto di esecu1,ione e lii classe 001·• ghesc J)ttrve assai bene a.ccomodMsi alla m10\'a domina.– :done. La stampa c,ipitalistica, ))l'onta. sempre ad esage– rare l'importanza d'ogni incidente pMlamentare, la.sciò \'ivere nel\lombra i Comuni socialistij solo Yves Ouyot prese a JJarte con una certa \'iolenza il Municipio <h Houbaix, accusandolo non già. di av~r fatto trOJ)}JO, ma. di non aver fatto niente, o niente di nuOYO. 1 socialisti al potere han mostrato su per giì1 le stesse qualità medie degli amministratori borghesi. Qua e là furono fatti segno ad accuse di favoritismo, ma in ge– uera.le la loro opera non ha suscitato grandi rumori. Sul campo delle riforme non si spinsero molto in là; ciò deriva dalla povertà del loro programmn.. Infatti, di tutte le organizzazioni socialiste francesi, il solo Pa1'fi Ouvrier ha un programma amministrativo, adottato al Congresso d.i Lione del 1801. Le sue princi1>ali disposi– zioni suonano così: 1. Cantine scolari e distribuzione di vesti al princi1Jio dell'anno scolastico; 2. :ì\[aximum di 8 ore di Jayoro per gli impiegati mu- nicipali e pei lavoranti per conto del :Municipioj 3. Borsa del lavoro affidn.ta alle associa:doni OJ)eraic j 4. S01l1>ressione del dazio•consumo sui generi alimentari; 5. .Esenzione dei piccoli fitti da ogni imposta; 6. Creazione di asil.i di matemità e peL' gl'invalidi al lavoro;

RkJQdWJsaXNoZXIy