Critica Sociale - Anno X - n. 3 - 1 febbraio 1900

40 CRITICA SOCIALE simo di utilità. E infatti l'economia ]oriana viene a questa conseguenza: che la bipartizione della ricchezza tra capitale e lavoro fa asseguire un massimo profitto al capitale con mezzi chepossono scemare Il prodotto al di sotto del massimo otte– nibile; e che la tripartizione del profitto tra lavoro. capitale e terra fa asseguire alla rendita un mas– simo saggio con mezzi che scemano il prodotto ed il reddito al disotto del massimo possibile. Sicchè la società economica moderna raggiunge un pro– dotto sociale, ossia una somma di benessere, mi• nore di quella che si raggiunge in una economia senza profitto e senza rendita. E tale forma di eco– nomia potenziatrice della produzione è quella che si fonda sul principio razionale del diritto alla terra. *""* Ogni svolgimento di potenza produttrice, che accresca la massa della ricchezza sociale, agisce su di essa e la fa affluire ad elevare tutti i redditi degli elementi produttivi simultaneamente. La tendenza che hanno i salari ad ascendere è spie– gata con questa legge di distribuzione, mentre è iu contrasto, dice Loria e ripete il Oraziadei, con 1st teoria marxista del profitto. Contro il Loria e il Graziadei è da affermare, e sarà il caso di di– mostrarlo altrove, che Marx non ha posato una teoria assiomatica d' nn salario di bronzo (1) (Bisenlohngesetz), ma che anzi, dentro la sfe,·a delle ricerche marxiste, è, in date condizioni or– ganiche, spiegabile un'economia ad alti salari, tutte le volte che si ha un certo grado di accumula– zione senza mutamento della composizione-valore del capitale. L'antinomia tra la legge distributiva loriana e quella marxista è' dunque mal posta dal L01•ia stesso. Nè si può dire che il Loria ha studiato la distribuzione capitalistica all'infuori della legge del valore, mentre il Marx ha fatto della cateuo• ria valore il principio pt•imo delle sue ricerche. Anche Marx, notiamo, ha studiato i fenomeni re• tributivi fuori delle leggi speciali dello scambio, ossia fuori delle leggi proprie del valore economico. La legge del valore di Marx non ha, teoretica– men te, valore economico, ma sociologico (2), onde il Graziadei dimostra il dimostrato quando, rian– nodandosi alle vedute loriane, tenta un rifacimento delle concezioni marxiste, che è una mera corre• zioue ve,·bale ('). Una nota caratteristica riveste la dinamica del reddito nell'opera loriai1a, ed è la sua formulazione congrua e adeguata all'odierno indirizzo economico. L'osservazione del Pareto ai teoremi marxisti, che essi non l'isolvono il vero problema economico circa i mezzi di ottenere il massimo-benessere della so• cietà ('), non si potrebbe 1•ivolgere alle proposi– zioni loriane. Infatti Loria affronta in modo deci· Rivo il problema, se la società moderna produca il ( 1 ) Man hn. tratteggiato in modo tipico la cate_goria .ratarEo. Non essendo questo se non il prnzo di una merce eguale alle altre, il lavoro,anch'Hso è determinabile col criterio del costo. Ma l'equi– librio delle condizioni economiche essendo mutevole, il costo del lavol'O può elevarsi al disopra del costo dei prodotti necessari al 1avo1·atore. Yedi 1.n Libro del capitale. sezione vu, Capo xxv, § t, o,·e è formulata nitidamente la proposizione che, e rimanendo Invariata la compo9i:tione del capitale, Il progresso dell'~ccu– mulazto11e tende a far aalìre il saggio del i;alario '"· ~) Vedi mio articolo nel Il volume della RlvEsw crmca del .rocEalllmo: ll metoao tul « CapU.-le,. dt K. llfara:, Nè li Loria, nè il Marx r.i hanno data la teol'ia i;cientlnea del ,·alore eco- (S) ORAZIADIU, /,a proauz!Ol'IIJ cap!tall.rta. (•J PARKTO, httr-odu:lone agli Estratti dal Capttale di P. La– farg1t1J, pag. LXIX, B1b1otecri C no B1ar e massimo di utilità sociale, e il suo sistema è tanto più scientificamente e storicamente iQ'.lportante in quauto è il solo che si confrapponga all'indiririzzo edonista, negando che entro le premesse del capi· talismo sia asseguibile il massimo benessere indi– viduale e sociale. Ma dove il Loria cade in e1•rore è nel rappre– sentarci !"edonismo come un sistema conservatore. Questo nuovo indirizzo puro della scienza econo– mica, inl'ece, esamina in modo obbiettivo leggi ti· piche ed astratte, ba.sate sulla premessa della li– bera concorrenza. E la scuola dell'ottimismo e tlell'al'mooismo economico che crede attuata tale premessa. Il Loria dimostra invece, come or ora vedremo, che lo stigma del monopolio è in!-ito nell'odierno organismo economico. . . . Per vedere come il Loria dimostri che la con– correnza non può scrollare il monopolio capitali• stiço, dobbiamo seguirlo nel suo esame. Per ottenere l'elevazione del salario al disopra del minimo saggio, gli operai debbono sciopera1·e. Lo sciopero è fondato sul principio della solidarietà (coalizione). Ora, a seconda che l'esperienza mo– stra ai lavoratori che sia più utile la coalizione che 11011 la concorrenza, essi si organizieranno a vecè di combatter.ii. E infatti, nello stato di coalizione operaia, pur non potendosi ottenere un salario tale che escluda quella legge gene1•ale per cui si deve avere tendenzialmente una rendita massima, si ha tuttavia un salario, il cui saggio è superiore al mi• nimo che si stabilirebbe nelle condizioni di con• correnza. Resta frattanto provato che l'elemento produttivo rappresentato dal lavoro, economica– mente, non è suscettivo di concorrenza. Ma la concorrenza è esclusa anche da un altro elemento produttivo; il capitale. In effetti, i capi– talisti concorrenti non possono richiamare quegli eccessivi creati da essi stessi per ridurre il salario al disotto del massimo, né tampoco possono elevare il salario al disopra di quel saggio che assicura la rendita massima, perché la forza rettrice della di– namica del reddito è nelle mani dei proprietari terrieri. Sicché tra i capitali la concorrenza genera soltanto quella trasferibilità per cui un capitale, investito in una sfera meno rimunerativa, va a saturare le sfere più lucrose, cr·eando il saggio medio del profitto. Del pari riesce facile il dimostrare come la con– correnza resti esclusa nel modo più assoluto tra gli stessi proprietari terrieri. Come nel gruppo dei lavoratori e in quello dei capitalisti, anche nel gruppo dei proprietari l'esperienza dimostra dan– nosa la lotta economica. Il richiamare quel capi– tale eccessivo sistematico, da essi creato per depri– mere il profitto al disotto del massimo saggio, significherebbe distruggere quelle stesse condizioni causali che originano una renàila masstma. Onde, da questi tre ordini di fatti esposti dal Loria, noi traggiamo la seguente conseguenza: che, conforme alla natura e all'intima struttura dell'at· tuale sistema economico, la concorrenza appal'e illogica. Essa perciò è semplicemente formale, giun– gendo a stabilire un saggio medio sociale del red• dito, cioè a dire dei salarii, dei profitti, e delle renclite; ma essa non influenza, nè pel'tut•ba quel rapporto generale economico, entro il quale avviene e si opera la distribuzione del reddito. Dobbiamo, benchè fugacemente, richiamare l'at– tenzione del lettore sulla forza probativa di que– sta dimostrazione lariana, secondo la quale la con– correnza sarebbe in modo generale incompatibile col sistema capitalistico. Ammesso, come cardine della costituzione mo-

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