Critica Sociale - Anno X - n. 3 - 1 febbraio 1900

46 CRI'l'ICA SOCIALE 11eyie-H<X.·k('feller Comhination colln. sua colossale 1)0- tcnza ha saput,0 ridunc il costv dì produzione per modo da invadere i mercati esteri. :Ma l'autore, di fronte n questo f 'at.to palmare, nfl'erma che <1ui non si trat.ta , di un fenomeno di 111onoJ)0iizzazio11e, 111a di un semplice fenomeno di co11ce11trazione industriale. I~ ciò percilè la Carneyie-Uockefeller Combination 11011 s'è tompletamente sharaziata di alcune poche grnndi Comp11gnic, produttrici di acciaio, le (JlWli rappresen– hrno unifa di concorrenza, irreclucibili. :Ma o Ja con– correnza. ò eflirnera e le Compagnie restenrnno 1 do– minate dal colosso Carnegie-Rocke{eller, o la coucor– renztL divcntcrìt stridente cd allora. è certo che le unità irriducibili si stenderanno la. mano. rnfatti il .lli11neap0Us 'l'imes del 27 apl'ile L899 porta.va la no– tizia di tentativi d'accordo tra Ja Carnegie-Rockefel– ler Co. cd otto altre Compagnie, che metterebbero in comune la somma sbalorditiva di un capitale so– ciale, ragguagliato a 500.000.000 di dollari! Che Ja protezione da sola non serva. a provocare i trusts, lo dimostnrno poi gli esempi della. Natio11al Conlage Co1111xt11y, de1l'A11tericmtSpirits Co., e della Distilliny lt'eeding Co., diligentemente illustrati (hll– l'autorc. . .. Veniamo all'azione negativa dello Stato, all'ahban– dono esagerato che Jo Stato fo. dc' suoi diritti. Prima. di parlal'C dei pubblici servizi, vogliiuno accenrrnre 111caso del trust del petrolio, che si attri– buisce 11ll'11zionenegfl.tiva. dello Stato in un modo in– credibilmente indiretto. n caso della Stamlar(t Oit Co. è il caso tipico dei lrw1ts americani. .1~:ppure la. causa del trust non la. si sa trovare che nelle discrimina,.. fions, tariffo di fa,•orc 1 che il trust avea. ottenuto dalla compiace111.adelle compagnie ferroviarie, specialmente dalla Pe11nsyl'l:a11fri Railroact. Questa ò la. causa al'ti– ficialo del trust ('). ]!; come si spiega che il trust si afferma specialmente impadronendosi dei mezzi di tras1)orto 1 colla costruzione cli indipendenti J>ipeUues? E come si spiega che il t1·ust diventa assoluto mo– nopolista specialmente nell'invincibile concentramento delle raffinerie? Vautol'e s'accontenta. di dire che pro– babilmente H fn~t non sarebbe nato nella fase della rntfiueria, se prinw, non si fosse già costituito nel trasporto della matel'ia prima. Ma è questa un'ipo– tesi che 11011 vuol tenei· conto elci dati di fotto. Arriviamo ai frusts che si riscontrano nei pubblici scr\'izi. Ora possiamo presto e facilmente sbrigarci delle argomentazioni che Pautorc introduce per cli– fendere la tesi della natura artificiale del monOJJOlio. Secondo il lfoussier, questi trust1S sono fenomeni essenzialmente americani 1 derivano tlalla concezione piut,icolarissima deg·li Stati Uniti d'America, nella prima metll. ciel secolo, sulle funzioni dello Sbit.o e ciel 0oYcrno locale. Queste funzioni ernno ridotte al 111inimOj- le funzioni pili complicate venivano cedute a Compa 1 ~nic, tutte lo volte che lo si potea. fare,cedendo in <1ucst.o modo il monopolio spettante allo Stato e proprio di certe industrie. In conclusione i trusts dei servizi pubblici deriverebbero da una f11lsa.conce– zione della. pubblica. autoritìt; si trattcrehhe dell'ab– bandono cli un puhblico SOL'Yizio,senza garanzia suf– ficiente, a. delle Co111pagnie privnte. o~sen·iamo anzit.utto elle questa specie di t·ntsfs non è fenomeno cslusivamente americano, perchò lo si riscontra e nelle citb\ d'[nghilterra od in moltis– sime grandi"cittll. dcll'J,:uror>a continentaJc. Anzi <1uista. uno dei prolilemi della municiJJalizzazione dei pubblici servizi: determinare le cause che in regioni tanto disparate prod11sse,·o i /J'usts dei sel'vizi puhblici. Poi· (•) l,O J,,lnto lo &I fl\. cntr11ro come cnusn lndtroth1, nccus1111dolo (I\ non 1rn1i,cro11111)0<1\ro 10 dlsc1·111111wtio11s. l1t1 tln do,·e nrrh·n 1•111gere11z11 dello J,,t11to,<to,•e nnlstc 111llllera eoncorrenzn? 81b 1oteca CJ no B1arcc quanto riguarda gli Stnti ccl i Comuni ilmericani, noi troviamo che essi agirono, nei te,npi delle conces– sioni, colla prudenza. del buon padre di famiglia. Quasi in tutte le città riscontriamo il tentativo di provo– care la concorrenza fra piì1 Comp11g·nio 1 alle quali coutemporaneamente si facevano concessioni. Si po– trebbe dire che J'errore sta nel non iwer capito che le industrie riguardanti i puliblici servizi costitui– scono inevitabili monopolii, per cui le Compagnie con– cessionarie si sarebbero presto fuse jn una sola. )fa può anche darsi che il Comune, al tempo delle con– cessioni, rosse innanzi Hl clilem1111i:o rinunciare alla soddisfazione di 1111 pul>blico IJisogno, o cedere a 1)J'i– vati la propria funzione. :È certo clte i Comuni 11011 erano e non sono sufficientemente organizzati ad as– sumere certi compiti economici; - ed ò certo anche che l'imprenditore privato 11011 ò sempre disposto ad assumeL'C un'im1>resa, quando questa :sia gravata da oneri troppo 1>esanti. Ad ogni modo, nessun dubbio che non si tratti di monopolii naturali. L'iw,ione negativa del Comune ha solo riguardo Hgli effetti del monopolio. L'azione sua. positiva non ò quella di ostacolare il monopolio - che ò naturale - ma cli trarne tutto il possibile vantaggio. Ed allora. nasce il problema. fondamentale: la municipalizzazione dei pubblici servizi, o h1 com– partecipazione del Comune agli utili delle imprese private? FRA LIBRI E RIVISTE u~;N~:DJ-:'l'TO Cnoc~;: JlfaterialiòmO storico ecteconomici mar– xi::ila. - Uemo Sn.nclron, J\liln.110-Pnlcrmo, HlOO.([,. 3). J. saggi critici, raccolti iw quci'ìto volume, rurono giì~ l)Ulllllicnti o negli Atti clelPAccademia Pontaniana od in pa.recchie Hiviste estere ed it,aliane. Pure, per <tuanto non nuovi e J)Cl' quanto non scritti e coordiuati colla Jll'eoccupazione di "fare il libro,,, riescono assai J>ìit suggestivi ed interessanti cli certi trattati di Jlretes,l so– ciologia marxistica. Due sono gli aspetti della dottrin,l di M,u·x: che il Croce sottopone alla sua critic,l: l'uno rigu,lrdil le teorie economiche, l'altro il rnateriitlìsmo storico. Ora se a. molti, non aptH'Ofonditi nella conoscenut dei t1·e ,•olumi ciel Capitale, potranno interessare mediocremente i rap– porti del marxismo colla cosidetta economia pura, o le interpretazioni sulla teorhl del valore 1 o la critica, della legge marxistica della caduta. del saggio del. profitto - argomenti che il Croce trattil non in fonml didattica, ma in occasione di JlOlemica - interesseri~ però certo la lettura cli quei capitoli che intendono circoscrivere la pol'ti.lta.scientiflccl del materialismo storico. Jl Croce ha, sugli altri espositori di questo lato dellct dottrin;t ma.rxistica, questo vantaggio: clemolisce in u11 sag-gio critico 1 J>icno di terve e di acume, il pseuclo-ma– terin.liiìmo storico del Loria, che fu hl rornut spuria nella quale si presentò la prima volta in Jtalia, e, se– guendo passo passo il .Prof. La.llriola, volgarizza ciò che nei libri di lui è t.,·oppo a..;truso pei nuovi iniziati nella dottrina storica del )larx. Pul' troppo da molti si crede 1lncorn che il }farx: al)bia dato umi ehi.wc magica per schiudere tutte le 1>ortedel pass,lto, del presente e del– l'avvenire: basta, secondo costoro, tirar fuori iu ogni periodo storico il fattore economico, per costruire sche– maticamente le 1>il1 sem1>lici e J)ilt simmetriche lotte di classe, le quali poi alla lo.-o volta s'incaricano di fare tutta. qu,lnta la storia. Come il superftcialismo positivista faceva dell'evoluzione - la qua.le non è che hl eonstllta– zione dello svih1ppo - la ragione stessa dello sviluppo; cosl umi concezione affrettata, ed erronea del nultcria– lismo storico ha ratto del cosidctto fattore economico la spiegazione universale del })rogredire tonano. Ma siffatto costruzioni metafisiche non resistono alla critica. Qmtndo uoi diciamo, pel' e13empio, che in Italia. vi sono le tali o tali condizioni economiche, le tali e blli classi, i tali e tali interessi, noi non abbiamo ratta

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