Critica Sociale - Anno X - n. 3 - 1 febbraio 1900

CRITICA SOCIALE 45 trata, ma concentrazione e monopolio sono fenomeni diversi; cli pende solo dalla saggia organizzazione dei pubblici 1>0teri che non abbia luogo l'unione della concentrazione col mono1>olio. Pur troppo tutta la legislazione americana anti-tru– stiana, diligentemente ricordata dall'autore, di,nostra l'impotenza dello Stato ad evitare i trusfs. E vern che l'autore rimpro,·era allo Stato i metodi seguiti, - ma bisognerebbe dimosfrt1re se lo Stato è ,·era– meute quella persona etica che abbia interesse e iJOS– sihiJità. di applicare i metodi accennati dal Roussiers. Si affacciano serie infinite cli dubbi. O Jo Stato rap– presenta alcune classi, ed allora converrà vedere se l'interesse di queste classi sia o no contrario all'in– teresse dei lrusts. O lo Stato è il J'apprescntante cli tutta la collettività - ultimo caso teorico - ed alJora bisognerebbe vedere se le misure distruttive dei trusls sono piìt vantaggiose pel' la collettivitì, delle ca.use che provocano i trusls stessi. Voi dite, per esempio, che il protezionismo provoca il trust; bisogna dimostrare al popolo iunericano che lo svi– luppo grandioso cli molte industrie, dovuto al prote– z;ionisrno, è un mnle perchè in ultima analisi conduce al monopolio. Se si dicesse ad un americano: deci– detevi tra i prezzi del trust e la scomparsa delle vostre industl'ie monopolizzate, 11011 ci sarebbe dubhio sulla. rispostA. J{imando, a(1uesto proposito, il lettore alle conclusioni di uno studio recentissimo del Co– leman, in cui si segnala il pericolo di una legisla– zione la quale ostacoli il concentramento delle industrie e l'affe1marsi dei trusts, perchè si verrebbero ad avvantaggiare i conconent.i esteri, deprimendo la su– p1·ema~ia commerciale AmericanA. La l'agione si frorn nelPaflùrnrnziono che il lrwit, riguardato solo da un punto di vista economico, ò assolutamente indispen– sabile per rnggiungere lo sta.to ideale in cui uom(ni del pili alto possibile sviluppo producano il 1>iùgTancle possil>ile ammontare elci beni pili vantaggiosi. (W. :i\l. qor.~:MAX) :rrusts {rom cmecouomicsta11ct1JOint. - 'J'lir Jom·nal 0{1J0litical economy; Chic11go)diceml)ro ISDD). . * * L'elemento artificiale, ossia l'ar,ione dello Stato, è adunquo preponderante nella formazione dei frusf.i;:, secondo il De Roussiers. }_: questa. azione si esfriuse– cherebbe i11 due modi: o si fratta di mùi.z;ione posi– tiva, come sarebbero i casi dei brevetti d'invenzione o della protezione doganale; o si tratta cli un'azione ncgatiYa 1 dell'abbandono, da p::irte dello Stato, dei diritti suoi propri, ed allora abbiluno Ja possibilità. dei b-usts nei pubblici se1Ti;d. Uiguardo all'azione esercitata. dai brevetti d'inven– zione e dai marchi cli fabbrica nelJa determinazione dei trusts, noi crediamo ch'essa sia nulla veramente, almeno negli esempi citati dall'autore. Ri tratta qui sempre cPindustrie che hanno raggiunto un alto grado di concentramento, e che froYano pili economico il fondersi in l'rust, risparmiando sulle spese generali d'amminist.razione, controllo e pubblicità, invece che farsi una guena. fratricida. L'autore non può ammet– tere che la sola concentrar,ione provochi il trust, perchò in aJtrì paesi la sola concent.razionc non basta a de– terminare il fenomeno, e ricorre perciò all'Azione dei marchi di fabbrica ed ai brevetti d'invenzione. :\[a si può domandare perchò negli altri paesi i marchi ed i brevetti non hanno l'influenr,a che l'm,tore vorrebbe 101·0 attribuire negli Stati Uniti. Del rcsl'o l'anioro della. tesi conduce l'autore alle deduzioni pit', strane, come qu~ndo ravvisa un nrn.rco di fabbrica nel nome degli autori classici più riputati che P.America.n Scltool Book ComJ)(my conserva nelle sue pubblicazioni, clopo arnre soppresso gli autori meno reputa.ti che trova– vano posto nelle cinque case editrici preesistenti. Così pu,·e nel fatto della Unitect Stales Hubber Com– '[Xmy1 che dal 1892 fu organiziata da M. Chal'!es R. I Flint, perchè vedere una conseguenza dei marchi di fabbrica, mentre non si tratta che cli un intermediario fra le diverse case produttrici, per ottenere un ri- 1 sparmio nelle spese cli esercizio, comperando in co- l nume la materia prima, ed organizzando la, vendita? Come dire che l'.American '1.'obaccoCompcmy risulta dalle macchine brevettate che adopera, mentre le case che fanno parte della potente Compagnia conservano il loro null'co cli fabbrica distinto? Piuttosto ò da concludersi coll'autore che il brevetro d'in,·enr,ione non produce neceSS}ll'iamente il trust, tutt'al piì1 fa,. vorisce le manone di un _pool temporaneo; come lo comprova splenclida111e11tela storia. ciel 1X>Ol dei u;irn nails durato dal giugno '95 al dicembre '96. Ma Ja maggior parte dei trusls, secondo i sosteni– tori della tesi dei monopolìi art,ificfali 1 dipendereb– bero dal.la protezione dogm1ale. Qui occor1·0110alcune considentzioni d'ol'(line generale. La protezione, prima che f'ornrnre il trust, provoca. la formazione di una forte industria naziom1le, almeno nei paesi economicamente cYoluti,uei quali i pro,luttori non si addormentano sulle protezioni dog-anali. Questa industria nazionale può tendere e può anche 11011 tendere alla concentrazione. Se tende Alla concentra. zioue, probabilmente l'industrh1 si costituisce in trust. Ma se la concentrazione ò dererminata dalla crescente diminuiione del costo di produzione, don1ta ::tll'im• piego del grosso capitale· e del macchinario perfezio• nato, probabilmente la 1wotezione non sarehbc pii'1 necessaria. al n11.1ntenimento del trust. A1)ertc le bar– riere dogna1i::'lli, l'industria ni.lzionale concentrata, potrebbe sostenere la conconenza forestiera, la quale sarebbe impotente a spezzare l'organica cd economica costruzione del tnt.'11. Supponiamo im 1 cce che il sist.ema 1wotettivo sia. sconosciuto completamente da tut.te le nazioni, o che domini H pili com1)leto lil>erismo. )hl, nella lotta eco– nomica tl'ionferì1 la nazione produttiv::1111ente più fol'te. Trionferà la nazione in cui l'industria abhia raggiunto il pii, forte concentramento. Ora, se i11tutte le altre nar,ioni sarà impossibile la costituzione di trusts nazionali, pcrchè ostacolati dalla concorrenztt della, nazione pit'1 forte, in questa il trust sarà faci– lissimo, pcrcliè ossa non ha da temere nessuna con– conenza. Si deve quindi concludere che il prote,-ionismo provoca. ln forma1:ione di un'industria, ma non il suo concentrarsi) e tanto meno Ja sua costituzione in trust. È questa la conclusione a cui arriYa il .Ife. Vey □elht splendida illustrar,ione della tin plale ('QIJl– bination ch'egli dà nella. Yale Review (agost,o 18D9) e che noi abbiamo riassunta nel Giornale deyli A'cono– misli (gennaio 1900). La protezione servirà piuttosto, e sempre, a man– nere alti i guadagni monopolistici ch,·i lrusts. Scompa– l'enclo la protezione, il trust non scomparirebbe, esso lotterebbe in altre conclir,ioni, Yedrebbe diminuiti i f-llOi profitti, ni::~ dh•entcrehbe tanto piì1 necessnrio all'industria nazionale per vincc1·e nella concoJTenza. Gli sforzi fatti dall'Ameriean Sugar Hefiui11g Com– JJany, tutte le mite che s'è trattaro di modificflr~ il regime doganale prQtcttiY0 1 sono spieg::ibilissimi. Per il trust Ja tariffa )lac 1\inlcy ciel '90 1 la. taritn-1Wilson del '94- 1 la. tariffo, Dingley del 'DG sono tre batUlglie, vint.e colle a1·midella. corruzione scandalosa che domina nella vita l)0litica americana. )[a se domani il libe- 1·is1110trionfasse, non è detto che le raffinerie. del trust, potenti per la pcrfeiiono dei congegni mecca- 11ici adottati) situate nei porti principali della Con– f'eclerazione, forti di un capitale socif!ICdi 50 milioni di dollari, non sapreUbero ,•ittoriosamente lottare colle rnffinerie europee. Bd allora, come è che si assevera essere iI trust un 1>ortato del la protezione? n fenomeno appare evidente ed in tutta la sua. estensione per il trust dell'acciaio. Qui la Car-

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