Critica Sociale - Anno X - n. 2 - 16 gennaio 1900

CRITICA SOCIALE 19 pingui bilanci delln guerra e della marina pei quali, quasi ogni anno, si trornno nuovi milioni. 11a c'è la seconda obbiezione, che vorrebbe giu• stificare, con un criterio scie11tifico1 la impassibile indifferenza dello Stato da.muti ad un problema così urgente come l'abolizjone del dazio sui generi cli 1>rimanecessità. Si dice che il sistema. delle dora.– zioni è in~iusto perchò ne beneficicrcbbero in troppo di,·ersa misura i Comuni che hanno applicato mode– stamente il dazio e quelli che l'hanno applicato in misura esagerata. Certo, per questa ccl altre ragioni, il sistema delle dotazioni è condannabile, ed il prof. Carlo Conigliani l'ha, nel suo poderoso lavoro, vivamente comb:lt– mto ('). )ra quando non si vuole por mano ad una riformi\ audace e profonda dei nostri sistemi tribu• rlll'I, quando le finanze locali sono esauste e inela– -tiche, come condannarn senz'altro la. coopenu:ionc tinanziaria dello Sta.to? Hicordiamo int.anto comc 1 in lughiltcrra 1 il sistema tielle dotazioni, fino al 1888 aella. forma. dei ynmls or subsì<lies, perduri anche O;?gi; come, in Prussin 1 la lez lfuene, durata fino ::il H:!93,rappresentasse \lll aussicUo dello Stato ai Co– muni; come, nel Belgio, quando il ministero Frèrc– Orban abolì nel 1860 il dilzio consumo locale, si ricorhe all'intervento dello Stato per sop1>crirc allo pcrdit~ delle finanze comurrnli; e come fìnalm('ntc, in Olandn, l'abolizione dei dazi fu com1>iuta nel 1865 con la cessione ni Comuni dei 3 / 4 clell'i1111)ostapersonalej mi– sura questa che venne poi superntn. colle leggi suc– cessive del 1885 e 1889 ('). Gli escm1)i dell'estero dunque non ,•engono certo a confermare la tesi RO– ~tenuta dai ministri attuali. :\Ca p11ssiamo all'esame particolare del progetto. Si può, coi semplici espedienti csco~itati dagli attuali ministri, spcrnre cho l'lll,oliziono del dazio sui fari– nacei si renda. possil>ilc in un lnrgo numero di Co– numi e specialmente in quelli nei quali i tumulti dt?I maggio I 98 hanno dimostrata l'urgenza imprescin– dibile di questa abolizione? Le J)l'C\'hdoni degli on. Carmine e Bosclli sono molto incerte e non troppo incoragg-iunti. Nel 18!)7 il dazio sui farinacci dava circa 4 milioni nei 2000 Comuni aperti che Pavernno istituito e circa 27 mi– lioni nei 326 Comuni chiusi nei qut11i il dazio è in di– versa misura applicato. Ora, secondo i calcoli dei duo ministri proponenti, di questi 326 Comuni chiusi, solo 9 Comuni potrol,bcro al)oliro il dA'i'iiOelevando la sovraimposta fino sii limito lcgAI<', 63 a1)plica11do gli aumenti proposti Hl dazio sulle bC\'8nde ,·inose e sulle cArni, e S con (JUCSti due llrO\'\'Cdimenti in– sieme. lfa che a.vverrà in tutti quegli altri Comuni dO\'e la gravezza del df\zio sui farinacci, cd il makontcnto che ha. crento, dovrnl,hcro consi:,diaro, per rngioni politiche e mornli, una oholiziouc completa:' In ve– rità, consultando le cifre che la relazione ministeriale ci offro negli alleg-ati al progetto 1 c1ò molto eh~ du– bitare intorno alla stessa possibilità di una riduzione entro i limiti fissati dnl db:,egno di legge. Prendiamo per esempio il Comune di Palmi in provincia di He~gio Cnh1hria. Questo Comune applica una rnriffa di 6,48 111quintale sulle )Jastc, rici1vando così dal dazio sui farinacei lira 41.i4S, cioè oltre il 33 ¼ del reddito complessivo di tutti i dazi. Il Comun.e di .Pfllmi ha già superoto di lire 24•16 il limit.o legale dollc1sonnimposta, e ricava. :,:;it1 circ:1. '/ 1 , del provento complessi\'O dei dazi dalle i1111~osto lo- (I) CARLO A, ro:-101,1,1,:-1, '"' l'lfo1•mt1 dtllt lt!J(II 111Ili'ilmti latt,11. lfodenR, 18:lS, !)Mg. SIO e seic. (1) MAlll(.:11.11,, Ltll co1111l,111tll('tll1/t /'(1bolllio11 dt!! ()('ll'Oill ti/ fltl(lltt•rt (Jo,w11. 1tu &011., 1878). f-•:YIK'll'X, IA l'IIJ'Pl't,.~/011 1/t/l ()('ll'Ol;t W1.r J'IIU/1 1/r,~ (Mlii, 1-,'tf>/t Hbrt (lt Mlo1«11 JKJ/ltifJ/1(',;, 11'>:>to). cali, un rapporto questo che ho riscontrato in pree– sochè tuUi i Comuni meglio amministrati del set– tentrione. Esaurito il cespite delle sonaimposte, già. abbastanza sfruttate le tasse locali, come sperare che qualche ritocco alla im1>osta di famiglia., a quella sul valor locativo, a quella di esercizio e rivendita e alle tariffe delle carni e del ,·ino, possa permettere una notevole diminuzione - non diciamo affatto aboli– zione - del dazio sui farinacei? L'effetto dunque cli questa riforma sarà soltanto quello di modestamente ridmre, o non di abolire, il dazio sui farinacei, in moltissimi di quei Comuni del mezzogiorno, che, per aver abusato del dazio, l'hanno reso odioso fJ sobi.llatorc assiduo di tumulti quasi periodici. Riguardo, poi, aJlc modificazioni introdotte nei tri– huti locali, io mi limiterò ad alcuni appunt.i critici, tralasciando per ora. ogni esame piì:1 ampio e pH1 esauriente, che mi porterebbe tropJ)o al di I.\ dei li– miti che io mi sono im1>osti. A_nzitutto è censurabile la facolt,\ di scelta, la– sciata ni Comuni, fra. l'adozione clelln imposta di fa-– miglia o quella sul valor locativo. 'e 8i volern, col disciplinnrc queste due imposte, gettare i primi germi cli una imposta personale indiziaria. sul reddito, oc– correva. o fondere insieme i due tributi in un 11ltro con caratteri pii, rispondenti ai concetti tributari moderni, o decidersi per l'uno o per l'altro a se– conda della natura. diversa dei Comuni. rnvece, con questr1, racoltà, di sccltil, si ripetcrÌ1 ancora qucllQ che si osservò nel I 95: che, sopra, 832 Comuni, cho a"evano adottata l'imposta sul valor locativo, 80li 9 erano capoluoghi di provincia 1 soli 16 erano Co– nnrni cli 1.-, 2.• e 3.• classe 1 e µ-li altri 0i Comuni erano tutt.i nl disotto degli 8000 abitanti! Eppure, so l'imposta sul valor locativo devo essere una \'Cra e propria. imposta sul reddit.o desunto da uno dei pii, caratteristici indizi della ricchezza - l'abitazione - essa dovrebbe essere npplicatH di pref'erenz11.nei grandi Comuni urhani 1 e non nOittto nei Comuni rurali, dove si trasformn. in una. tossazione SOJ)l'Hun consumo necessario, qunle è In sposa per la propri~ dimora. 11a non solo la facolr~'r lasciata ai Comuni, di i,;o– stituire l'imposta di fami~lia a qu<'lla sul \'alor lo– cativo, im1>cdirà che quest'ultima. di\•enti il A"Crmedi una futura imposta pcrisonale iudiziaria sul reddito; ma, ancora i limiti, fra i quali deve essere contcnuhi la sua. progressivitì1, impediranno SC'nlprc che ci,sa diYenti una imposta di notevole irn11ortanza. Già g-li on. Carcirno e Vacchelli, do1,o a.vcr detto che (. la im- 11osta sul vnlor IOCfttivo è quclln che dagli uomini di finanza. e di scienze economiche o sociali viC>11 designata e preferita pc1· a.ttuare unit imposta nu0\'lt genernlo cd in misurn. lcg-gcrmento progrei:isivu rml reddito JH.•rso1wlc e famigliare, che uppunto n•rrrhho dedotto lla cotesto indizio del1'1'gia.tezza e 1lclla ric– chczzf\, .,, crcdc,•ano 01,portuno f)Orrnrc il limito 11111:-;– simo di questa imJ)OSta. al 12 per cento del valore locativo della abitazione . .\tolto pili timidi, gli amwli minist.l'i llOll hanno c1·ed11to di olfrCl)HSSflre il 10 )ICI' cento. E, di pili, Ya notato come, mentre per tutti gli altri rributi locali i limiri sono graduati a scco11d11 della. classe cui a1>parric11eil Comune, per l'imposta Mli ,·alor locativo, che dovrel>IJe essere Rita nelle grnndi citth, piccolissima nei Municipii rurnli 1 i limiti sono identici per t.utti i Comuni. Bei g-ermi quesri llav– ,·ero per attendere che da. essi sbocci la futurn im– posta pcrsonaJe 1>rogressiva. sul reddito! Un'ultima osscnazione sull'imposta. di e8ercizio e rivendita. Questa. impostn, nel nuovo progetto, dern esscr·c applicata entro limiti massimi e minimi, va.– rh1bili scconclo la popol11zione del Comune, e alquanto pili elevati dei limiti massimi sh1hiliti _col rc-golH– rnento 21 dicembre 1870.

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