Critica Sociale - A. VIII - n.21-24 - 16 dicembre 1899

326 CRITICA SOCIALE Per questa ragione, alcuni anni fa, Pilippo Turati, quando parlava, per la prima volta, in quesla Camera, e psrla.va intorno al Commissariato in Sicilia, disse cbe l'unico rimedio alle piaghe dello. Sicilia, come a quelle del Mezzogiorno, era questo: dare libertà. a quei paesi, fllre che l'opera del Governo centrale non sia un ras– sodamento e rafforzamento della camorra,, rassodamento a cui il Governo è costretto per obbedire agli interessi e alle suggestioni che gli vengono dalle consorterie di altre regioni. (Approoo.:ioni a Sinistra). Per ciò la politica italiana ba due faccie, e sull'una è la flgura•simbolo del Pali1.zolo, sull'altra faccia o'è l'immagine dei deputati De Andreis, Chiesi, Turati, li– brettatl e vigilati dalla pubblica. sicurezza, (Benissimo! all'Estrema Sinistra), essi che sono i veri e genuini rappresentanti del suffragio popolare! Queste due f11c– cle sono inscindibili rra loro, perehè l'un ratto è con• dizione dell'altro; le due Ca.cciesono di una. unica me• doglia, e questa medaglia ò la politica. interna dello Stato italiano (~tpp1•ovazioni e applau,i alla F.strema Si ,ai.sh· aj. LA NUOVA TATTICA Dal Congresso internazionale socialista di Zurigo a tutt'oggi sono appena passati sei anni, eppure to cosi breve giro di tempo la tattica dei pa,·titi socialisti d'Europa ha profondameute mutato. Ri– cordo che in quel Congresso si era appena affac– ciata timidamente l'Idea di un'alleanza coi partiti borghesi, che subito quasi tutti i congressisti, e specialmente quelli che venivano dall'aver iniziata allora allora la prima opera di propaganda, insor– sero contro questo nuovo orientamento dell'azione socialista. Oggi invece è la tattica delle alleanze quella che trionfa. La vecchia Germania, la rigida Ger– mania, dove l'incontaminata purezza del partito socialista pareva fin qui impodirgli ogni contatto con altre frazioni politiche, ha suggellato nella deliberazione di Hannover la tattica delle alleanze. Senza. Illudersi sulla na.Lura e sul carattere - dice la deliberazione di Bebel - del partiti borghesi, come rappresentanti e di(ensori dell'attuale ordina.mento dello Stato e della società, il partito non rifiuta di volta in volta di procedere di comune accordo, non appena si tratti di raff'orzare con elezioni Il partito, o di conquistare al popolo nuovi diritti politici e nuove libertà, o di promuovere un serio miglioramento della condizione sociale e della coltura. della classe operaia, e di combattere le aspirazioni nemiche all 'opera.io ed al popolo. E non abbiamo noi sentito, nello stesso Congresso di llannover, il Bebel, leader della maggioranza, non sconfessare affatto - come voleva il vecchio Liebknecht, fossilizzato nelle idee antiche - l'ap– poggio che i socialisti bavaresi diedero recente– mente al Centro cattolico i Inutile dire del Belgio: le frazioni radicali della borghesia furono alleate al proletariato tutte le volte che il diritto di voto subi la minaccia della ma~gioranza clericale. E in quest'ultima lotta noi abbiamo visti uniti i socialisti, i 1·adicali ed i cri– stiani democratici, cioè quei seguaci del Daens che preparano inconsciamente nuove Ctt.langial socia– lismo rh'oluzionario del Belgio. Ma il ratto più saliente ci viene di Francia. Colà 81 1ot no H1arco un'agitazione improvvisa, inattesa 1 senza apparente radice negli interessi economici, è venuta a scon– volgere tutti i vecchi partiti, tutte le vecchie idee, tutte le passioni e gli odii accumulati in più di trent'anni di vita repubblicana. Gli è che l'a/Tai,•e Dreyfus è stato più che un episodio della vita so– ciale francese: esso è stato come una scossa pode– rosa che ha messo a nudo tutto ciò che fermentava al rondo occultamente, assiduamente, da anni. Da una parte i dirensori della repubblica democratica, gli intellettuali cui il contatto spirituale di tutta la scienz a e l'esperienza dei paesi civili d'Europa ha trat.ti ad amare la libertà, l'elevazione progressiva delle c lassi inreriori, il lavoro pacifico delle indu• strie, la grandezza che viene dall'attività ostinata e paziente di tutti; dall'altra i sognatori della glo,·ia militare dell'epopea napoleonica, dell'Impero, della rivincita, i bigotti della politica papale, i traviati dalla superstizione religiosa, gli antisemiti, i repubblicani plebiscitari alla Deroulède, e dietro a loro l'aristocrazia, ~li Ol'leanisti, i bonapartisti, tutti gli avanzi di un età tramontata. Cosi il conflitto si accentrò intorno alle istitu– zioni: il tragico giuoco ebbe per posta la repubblica. Gue.sde e i suoi puritani ebbero un bel gridare che non bisognava confondersi con gli Yves Guyot e con i Reinach, che bisognava rimanere in di– sparte a contar le botte che si davano gli avversa1·i per poi piombare sui duellanti e strappar loro la vittoria di pugno. In Francia, precisamente come avvenne in Italia l'anno passato alla vigilia delle elezioni amministrative, il proletariato sentì che l'inerzia era non solo un errore irrimediabile, ma anche una colpa da cui non si sarebbe lavato più, e proruppe nel conflitto a difesa della repubblica contro la reazione minacciante. Il Congresso di Parigi è stato la conferma uffi– ciale rii un ratto già maturatosi spontaneamente. Esso ha riconosciuta la necessità di allearsi colle frazioni borghesi per la difesa delle conquiste de– mocratiche; esso ha perfino ammessa, io casi di urgenza estrema, la partecipazione dei socialisti al potere. f;; dunque la tattica delle alleanze che ha trionfato, è dunque l'affermazione meditata che, a certe ore, gli interessi di una frazione borghese possono essere anche gli immediati interessi della classe proletaria. . . . Io non intendo ricercare qui se questo nuovo orientamento del partito cor,·ispon~e a tutte le premesse teoriche del marxismo. E questa una disputa a cui si sono appassionati i tedeschi, ma senza che da essa sia poi venuto gran lume pe1• risolvere le questioni pratiche del momento politico che si attraversa. Perché, è bene ricordarlo, questa, pilt che que– stione di dottrina generale, è questione di oppor– tunità politica, diversa per ogni paese, e diversa– mente apprezzabile secondo i momenti e secondo lo stato di crescenza del partito socialista. Basta guardare infatti alla diversità di aspetti che assumono le alleanze che la classe proletaria contrae nei singoli paesi d"Europa, per convincersi che tre o quattro formulette non bastano per dare un indirizzo sicuro in uua materia così grave e così delicata. In Francia, per esempio, è il supremo interesse di mantenere la repubblica democratica aperta a tulle le correnti dell'opinione pubblica, quello che consiglia i partiti operai a difendere le istituzioni contro le congiure e i colpi di mano dei reazionari e dei militaristi. Nel Belgio invece il terreno co– mune delle alleanze è la riforma elettorale, cosi come in Germania è la lotta contro l'Impero ancora

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