Critica Sociale - A. VIII - n.21-24 - 16 dicembre 1899

336 CRITICA SOCIALE e di Rockefeller, sarebbero stati capaci di fare ciò che essi rece1·01 Finch/) non si dia risposta a questa domanda, mi sembra inutile discutere sulla giustizia di espro– priare i pochi monopolisti che devono la fortuna del loro monopolio a cause naturali. LUIGI EINAUDI. LAVITA NUOVA DELLE COLONIE(') La colonizzazionemoderna non vuol essere conside• rala soltanto, come più spesso avviene, in rapporto alle Società. da cui essa parte; ma eziandio in sè stessa, come una nuova esplicazione storica e sociale, Il e Mondo Nuovo:. non è nuovo solo perchè ftorito sovra territorii vergini, ma anche e più perchè il complesso dei suoi elementi economici, politici, sociali e morali è una creazione originale, uno. manirestazione novella della storia. Il Loria, nella sua Analisi della p,·oprielà capitalista, ha cercato di dimostrare cbo la vita delle colonie tende a riprodurre i vari stadi della evoluzione sociale, in forza di una ferrea legge che obbliga l'uomo ad adat– tare la sua attività. alle condizioni dei territorii nei quali si· nolge. Secondo lui, gli europei che approda– rono nei continenti deserti non solo si mossero nello spazio, ma anche, ed a distanze ben più profonde, nel tempo: essi riprecipitarono negli abissi della. storia: e, prima di raggiungere ancora le ,·ette luminose della civiltà moderna, do,·ettero passare traverso al comu– nismo delle tribù primitive, alla schiavitù. ed al ser– vaggio; ricalcare insomma. di nuovo le stra.de del lungo, doloroso pellegrinaggio, per cui nei secoli della sua vita è passa.la l'umanità. Ques ta teoria del fatale dominio della terra sul' uomo è assai pili. ingegnosa cbe proronda. Lasciamo stare che i ratti su cui l'aulore !"appoggia. sono scarsi, monchi ed incerti; perchè nè la storia della colonizzazione americana è precisamente quale egli la disegna i nò i renomeni su cui la teoria è basata si ritrovano nella storia di altre colonizzazioni, come quelle dell'Australia, del Canadà e del Sud Africa, che non ebbero nè Il co– munismo, nè il servaggio, nè, sopratutto, la schiavitù, propria solo dell'America centrale, sia. anglo-sassone, sia. spagnuola. Più importante ancora è il rlf.tto cbe, quando le rorme economiche primiti\'e pare realmente rlappariacano, esse non sono che la scoria superftciale di renomeni sostanzialmente diversi. È verissimo che, nelle grandi pianure del continente auatraliano 1 nella prima metà. di questo secolo, è riftorita la pastorizia; e farmers e genlleme1i inglesi, spostandosi dai villaggi del Devonshiro e dai clubs di Londra al bushes della Queonsland, alle pianure della Tasmania ed alle alpi della Nuova Zelanda, si sono metamorfizzati in pastori. Ma ciò non significa. che essi siano ridiventati tanti padri a.ria o patriarchi della Bibbia: rra questa pasto~ rlzia industrui.le e quella di Poliremo o di Abramo corre tanta differenza quanta rra l'accetta di selce e la più complicata ma.cchina moderna. L'errore del Loria, comuoe alla maggioranza. degli economisti, ò di considerare il renomeno economico a parte, come una cosa a sè; mentre in realtà esso non è che un tessuto di rapporti fra due termini, l'uno non (') Da un libro in preparazione 1ull"Imperlallsmo e l:t.Civiltà Industriate. B o 1otecaGino E I nc.;o meno importante dell'altro: la terra e l'uomo, le con– dizioni detrambiente naturale e le condizioni ma.teria.li e psicologiche dell'individuo. L'uomo, spostato In un ambiente nuovo, devo certo adattarsi allo condizioni di questo, e quindi la teoria della dominazione della terra su di lui è parzialmente vera; ma vero ò pure che l'uomo educato moralmente e intellettualmente nella civiltà, e fornito degli strumenti trovati nella esperienza dei secoli, è diverso dal selvaggio primitivo i e quindi i suoi adattamenti sono pure diversi da quelli a cui questi era costretto. Anzi, man mano cbe la ci– vil1à. si esplica, vale a dire, che l'uomo, colla scoperta di nuovi strumenti, di nuove rorze di lavoro, si rende sempre più signore della natura, l'importanza del ter– mine e uomo > aumenta e quella del termine e natura» diminuisce i e le rorme sociali diventano sempre più una creazione umana e sempre meno un& produzione naturale. L'uomo primitivo, debole, abbandonato alla azione delle molteplici rorze brute che lo circondavano, dovette adattarsi in tutto alla ne.turai l'emigrante eu– ropeo del secolo XVI, già in parte armato contro di essa-,poteva. venire a un compromesso d'adattamento; il colonizzatore moderno riesce quasi a dominarla, ad adattare la natura a sò stesso. Oli emigranti del se– colo XVI rinselvatichirono in parte: gli olandesi nel Transvaal, gli inglesi e gli spagnuoli In America, i francesi nelle Isole malgascia. I colonizzt..tori anglo– sassoni moderni riescono invece nell'Australia a co– struire società. quasi identiche a. quelle da cui sono partiti. Questo ratto, della crescente potenza dell'uomo sopra la natura, della sempre maggiore importanza, sul telaio in cui si tesse la trama della storia, del rattore umano; scopre la legge fondamentale del pro• gresso materiale, morale e civile dell'umanità; spiega percbè l'economia coloniale rappresenti una creazione nuova ed originale e non già, come pretende Il Lori&, uno strano ritorno su le vie pili. lontane del passato. •'• Vediamo in che consista. l'originalità della vita eco• nomica e sociale della colonizz.azione moderna. Le socie1à. europee, quale più, quale meno: la nostra, la pì\1 antica, sopra tutte; sono state la rormazione di un la.vorlo lento e minuto di secoli, il riaultato di mi• ria.di di impercettibili azioni umane compiutesi negli abissi oscuri della storie, simili al lavorio che nei mari del Sud prepara i continenti corallirerl dell'anenire. Uomini primitivi, appena usciti dalle chiostro dell'ani– mali1à., si trovarono ravvolti nelle grandi correnti delle forze naturali, impotenti a reegire contro di esse, co– stretti a seguirne tutti i capricci i come la vegetazione molle dei letti dei fiumi, essi dovettero piegarsi a tutte lo sinuosità. di queste correnti, adattarsi a tutte le condizioni dell'ambiente naturale. Tutte le forze, tutte le forme della natura: la montagna, il ft ume, la palude, il mare, improntavano la. loro vita; essi dovevano di• ,•entare pastori, agricollori, pescatori, non per elezione, ma por necessitài l'uomo era ancora il ranch.ilio debole, che pel suo nutrimento dipendeva in gran parte dalla vfllontà buona. o maligno. della sua gran madre, cbo do,·eva diventare poi la sua grande schiava. Condizione dì cose questa, che si ò rispecchiata non solo nelle rorme materiali della sua ,·ita: nei sistemi del l&Voro,nelle or– ganizzazioni della società; ma anche nella vita del suo spirito : nella sua morale, nella sua religione, nella su• poesia, cosi piene del sentimento della dipendenza umana dalle rorze della natura. Su questo primo strato di adattamenti umani vennero poi ad espandersi altre

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