Critica Sociale - Anno VIII - n. 17 - 16 ottobre 1899

CRITICA SOCIALE ll65 E veniamo al confronto della. crimin&lità. italiana del regno con quella italiana della repubblica. ticinese. In mancanza. di altri do.ti comparativi limitiamo il conrronto a queste brevi osservazioni: Secondo una statisticft. pubblicata ·dal Lombroso, (') in Italia, nel decennio 1880-188{1, abbiamo avuto, por ogni 100.000 abitanti, i seguertti reati per i quali prov– videro gli ufficiali del P. M.: Furti qualificati . semplici. . Trurre e frodi . . Omicidi qualificati > semplici . Ferite e percosse. Reati contro il buon costume . > la sicurezza. dello Stato • Totale 1303,64 1193,01 429,76 48,58 97,55 1644,14 42,73 4,23 4763,62. E cioà una. media per anno, nel complesso di quei re11.ti , di 476,36. ~ Nel Ticino invece tutte le condanne pronunciato nel Cantone, per qualsiasi specie di reati, sono per l'intero decennio 1888-1897 in numero di 665, delle quali, 354 colpirono individui di nazionalità svizzera, 311 fore– stieri. (') Ora, mentre, trattandosi della delinquenza italiana, i criminali forestieri possono essere computati seni& alterazione dei risultati finali, giacchè essi sono, rela– tivamente ai rei di nazionalità italiana, in numero as– solutamente trascurabile; ciò non può farsi trattandosi della criminalità ticinese, perchè il Ticino, essendo un piccolissimo paese con6nante con uno di gran lunga più grande, assorbe, inevitabilmente, una quantità con– siderevole di elementi delinquenti di quest'ultimo. I 311 condannati forestieri sono infatti quasi tutti italiani. Per poter rare &dunque un confronto esatto, bisogna eliminare questi SII condannati italiani e ca.lcolare che, sulla cifra rimanente di 354, la quota ra.ppresentata da indivirlui svizzeri di altri Cantoni corrisponda press•a poco, e proporzionalmente, a quella. dei forestieri sulla cifra della criminalità italiana. Abbiamo dunque, per un decennio, 354 condanne nel Cantone Ticino, e cioè una. media annuale di 35,4. Il Ticino conta 126,751abitanti; ma. possiamo essere larghi e, considerando il numero di emigranti ticineMi proporz!ona.tamente rilevante, ritenere la polazione tici– nese in patria in centomila abitanti. Abbiamo dunque per 0 t!X»OO: Italia regia, gli otto reati sopra enumerati, 476,36. llalia repubblicana (Ticino), ogni specie di rea.ti, 35,40. Eloquenu. di cifre, cui ogni parola di commento gua.sterebbe. V. Conclusione. Il Ticino, a.dunque, questa. frazione d'Jtali11, che crebbe sotto la. democrazia repubblicana, ebbe uno sviluppo di vita civile, da. ogni punto di vista, rapidissimo. Mosso questo sviluppo d& umili inizii, ben più umili di quelli da cui pa.rtivano la ma.ggior parte delle altre terre di lingua italiana, esso raggiunse uno stadio di gran lunga ( 1 ) L0YBR0S0, L"uomo dtlOtQuettllf (Cau.tlf e rimedi). - Bocca, t8!17,pag. 110. l 1 J Contor•.to dd Dtpa,·t"nento di Ottu«.ita, gutlene 1898 1 pa- 1loa '8. superiore - sia nella evoluzione delle istituzioni poli– tiche, sia nella maggior diffusione dell'istruzione, sia nella minore delinquenza - di quello toccato dall'Italia ricostituita.si a nazione sotto la monarchia. Questa Italia. roi,ubblicana, a.dunque, assomm& in sè un più gran numero degli elementi essenziali di civiltà che non l'Italia regia. A ingagliardire sempre più questi elementi di civiltà si dil'fonde dovunque l'inesa.usto a.lit.o vivi6catore della libertà.. Quella libertà. superiore oramai alle discussioni dei partiti, per la quale, per esempio, non solo la.stampa non ba da temere, non dicia.mo soppressioni, ma nep– pure sequestri (giaccbè questa istituzione non esiste}; ma anche può uno dei più a.lti, colti e geniali magi– strati del Ca.atone intervenire e prendere la pa.rola. in un Comizio socialista, non pure senza ehe nessuno si sogni di richiamarlo, ma.ben!Slsenza che nessuno pensi a scanda.lizzarsi; e un gruppo di soldati, vestiti del– l'uniforme, possono ca.ntare Hberamente in una birraria l'inno dei lavoratori, senza esserne puniti, non con anni e anni di reclusione, ma neppure con un ra.bbul'fo. La conclusione scaturisce spontanea; ed è quella. che io potrei esprimere a un dipresso con le parole con cui Stefano Franscioi nel 1837 dedicava la. sua opera magistrale a.irifugiati ita.liani Giacomo e Filippo Ciani: e Voi che patiU per,ecuzione per la libertà, voi che la politica e la morale emancipazione del popolo avete in cima a tutti i vostri voti, voi troverete che la noia del cammino dovette e11ermi troppo bene compen,ata dal piacere vivis,imo del riferire i benejì.zid'ogni sorta, che trent'anni di repubblica apporta1·onoa que,ta r,•azio11e della bella ma ,veneurata Italia. » (') GIUSEPPE RENSI. (I) STKP.4NO PtU,Nl!ICINI, op. clt., voi. J, pag. \'Il, LA FINANZA LOCALE I Congressi dei consiglieri comunali socialisti. II recente Congresso dei consiglieri socialisti del Piemonte ha posto in discussione un largo numero di problemi amministrativi e tl'ibutarl, ai quali d'ora innanzi il parlito deve prestare tutta intera la sua attenzione, se vuol uscire dalle formole ge– nerali e lanciarsi agguerrito e temuto nelle lotte quotidiane. Io non intendo qui presentare una so– luzione a tutti questi problemi, soluzione che non può essere semplicemente "dottrinale e teorica, ma che deve venire da una matura esperienza, impos• sibila ancora in un partito giovane e nuovo alle funzioni amministrative. Mi limiterò quindi a trat– tare qualche punto della questione finanziaria locale e più come critica ai deliberati del Congresso di Torino che non come conclusione decisiva di espe– rienze già fatte. Il Congresso dei consiglieri comunali del Pie– monte mostrò, in mezzo a tanta lodevole serietà di propositi, le incertezze e le deficienze di un partito giovane non ancora ben sicuro della strada da percorrere. Infatti basta tener dietro allo svol– gimento delle discussioni che vi furono fatte, per accorgersi come la preoccupazione, che domina con maggiore insistenza e che prevale in quasi tutte le deliberazioni che riguardano le finanze comu– nali, sia quella del peso delle imposte e della so– verchia oppressione fiscale da parte dei Governo e dei Comuni. Ora, il proposito del Contfresso era invece tutt'altro. Si doveva, in quella rumione di

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