Critica Sociale - Anno VIII - n. 17 - 16 ottobre 1899

262 CRITICA SOCI.A.LE per quanto geniale, ci risospingerà, a ritroso delle nostre convinzioni assodate - che son quelle del nostro partito - alle vecchie sgominate teoriche del pe11gioonde ha da nascere il meglio, degli estremi mali neeessarii agli estremi rimedii, defla misura che dev'esser colma perchè il vaso dell'ini– quità, traboccando, si vuoti. Tutte ccse, del l'esto, delle quali, se sarà il caso, discorreremo un'altra volta. LA CRITICA. LOSCIOPERO DELCREUSOT e 11 nuovo diritto operaio (NOSTRA CORRISPONDENZA PARIGINA). Parfgf, 8 ott<>b,.e. La sentenza arbitrale del signor \Valdeck-Rousseau, accettata precedentemente dalle parti interessate, dà completa soddisfazione agli operai del Creusot e rico– nosce senza ambagi il buon diritto dello sciopero. Jl c. padrone ., del Creusot, l'onesto e timorato cattolico Eugenio Scbnelder, s'inchinerà. senza dubbio alla sen– tenza. per due ragioni molto semplici, le quali in fondo fanno una rhgione sola: che l'esecuzione della.sentenza formulata dal presidente del Consiglio non danneggia in nulla i suoi interessi materiali, e che la sua vanità padronale è pienamente soddisratta, avendo ceduto sol– tanto, in una questione di orgoglio personale, alla più alta autorità di un paese repubblicano. Ma non perciò meno egli resta battuto e alla Francia operaia. e al mondo civile è acquisito un procedimento di soluzione dei conflitti economici, nella srera del salariato, gravido di conseguenze pratiche, estremamente favorevoli alle ragioni del movimento operaio. Ciò è tanto vero che persino dei sostenitori decisi dell'attuale Gabinetto, ma. roderati di spirito borghese sino alla cima dei capelli, Yves Ouyot, Jules Roche, il Temps ed il Figaro, avevano in precedenza biasi– mato l'accettazione dell'urftcio di arbitro assunto dal Va.ldeck-Rousseau e, naturalmente, attaccheranno la soluzione stessa, la. quale, nell'ora in cui scrivo, è stata appena appena. pronunzia.la. e la stampa non ha ancora. avuto il tempo di commentarla.. Cosl il ct>sidetto fascio della democrazia e della libertà, costituito sotto gli auspicii del nome di Dreyrus, ò già caduto in piena dissoluzione, e la ragione na.turale delle cose ripiglia l'incoercibile sopravveu.to : da una parte i borghesi, libe– rali nell'interesse proprio, dall'altro i socialisti, liberali per sè e per gli altri, ieri, cioè, per un borghese ed un capitano, oggi per gli operai e contro un sopraffattore. Poichà lo sciopero del Creusot appariva come l'ovvio campo sul quale tutte le intelligenze ba.ttaglianti sul nome di Dreyfus a.vrebbero dovuto nuovamente incon– trarsi e Care opera comune e dare piò. formidabile bat– taglia, trattandosi là non di qualche centesimo di sa.– lario da aggiungere a quello ordinario, ma della libertà. e del buon diritto di 10.000 cittadini. Sono note a quest'ora le ragioni e i motivi del breve ~e:d~d!:Nc~chric~rd::, 0 ér~ 1 uC::~~~~e~:np::~~rc!Pe~J che vi lavc.ravano. Il sospettoso e bigotto pa.drone, sin– daco, deputato e consigliere generale del Creusot, pa– drone della fabbrica e del suolo circostante, esercita.va un potere dittatoriale, degno d'una piccola dispotia. orientale. Per discendenza di va.rie generazioni, signore della vasta orfteina, egli si credeva superiore alle leggi ed arbitro della vita dei ·sudditi. La stretta alleanza. con· elusa col potere ecclesiatico, la sospettosa inquisizione delle opinioni religiose dei sudditi, la.distruzione siste– matica d'ogni velleità di ribellione, l'avevano confermato in un dominio tenebroso. Pareva che questo dovesse durare eterno, quando, nel giugno scorso, obbedendo agli Impulsi di ribellione svegliati nel loro cuore da un qualche oratore del socialismo, smarrito per quelle re– gioni, gli operai del Creusot deposero il lavoro e do– mandarono un aumento di salario dai 10 ai 25 centesimi per giorno. Il pa.drone cedette. Doveva cedere. Aveva importanti u ordinazioni di armi per l'estero (- il signor Schneider è cattolico e e patriota. > -) e, se non avesse fatta la consegna In tempo, sarebbe stato colpito da multe for– tissime, ma si ripromise in cuor suo la. vendetta. Dal giugno sin qui non fu che una serio di .provocazioni e persecuzioni ai principali attori dello sciopero pre– cedente ed agli altri che avevano aderito al Sindacato poi Mstituito. Dove giungessero queste provocazioni ha narrato il Fournière! nella Petite Republique del 6 corrente. Olialti impiegati della fabbrica, gli aguzzini dello Schneider, portavano cappelli a cilindro ed era assodato che questa era una specie di distinzione di fronte al minuto personale. Parve ad alcuni semplici operai del Sindacato che codesta velleità non dovesse venir riconosciuta, e una bella domenica. inalberarono anch'essi dei cappelli a cilindro. L'indomani erano chi&• ma.ti In Direzione per vedersi posto il dilemma: o licen– ziamento, o rinunzia al ca.ppello a cilindro I... Tra questi episodi grotteschi e stupidi stanno anche i tragici e rivoltanti. Due operai, che in un caba,·et espri– mono opinioni non troppo affermative ed alquanto gra·s– soccie circa la verginità di Maria, sono chiamati in Di– rezione e licenziati. Interviene allora il Sindacato per protestare contro l'espulsione di operai per fatti e di· scorsi avvenuti fuori della fabbrica e non interessanti in alcun modo il servizio della fabbrica, e il Oéoy, ge– rente della fabbrica Schnoider, dichiara che egli fa. il comodo suo e i signori del Sindacato non rimetta.no piede nei suoi uffici. ùli operai non avrebbero potuto più sopportare queste incessanti provocazioni o smisero allora unanimemente il lavoro. Era questo che voleva lo Schneider. Il lavOJ'och'egli doveva consegnare era stato comandato dal Comitato dell'Esposizione. Non si trattava più di stranieri: egli avrebbe potuto far valere la forza maggiore e nello stesso tempo disrarsi degli operai incomodi. lnnanzi a tanta unanimità degli operai e all'evidente buon diritto della loro manifestazione, tutta la stampa, compresa. la capitalistica e borghesissima, ru dal lato degli operai. Il Siècle istesso, l'organo fonda.lo , come ricorda. tutti i giorni, por combattere il protezionismo ed il socialismo, ma che combatte più volontieri que– st'ultimo che non il primo, dichiarò che la pretesa dello Schneider di ridurre in ischiavitù i propri operai era assurda. Ma dopo aver biasimato, e giustamente, le grottesche tendenze della. scuola del Le Play, per la quale il capitalista deve ingerirsi negli affari degli operai anche fuori della. fabbrica, sia pure sotto pre· testo di far loro del bene, concludeva rigettando l'idea della conciliazione e dell'intervento arbitrale. L'operalo che sciopera è un operaio che si congeda; dunque il padrone ha diritto di fare un nuovo contratto con altri o con gli stessi operai, secondo le condizioni che alle due parti converranno. L'intervento d'un terzo è al• trettanto stupido in un caso in cui sono interessate migliaia di operai, quanto lo sarebbe per risolvere una contesa tra la. cuoca che bruci&.lo stufato e la padrona che vuole sceglierne un'altra. E qui può osservarsi in tutta la sua nudità il cinismo di quel che sa.rebbe bene chiamare e liberismo padro– nale > per distinguerlo dal liberismo vero e proprio. A che giova aver deplorato, sarebbe il caso di domandllre al Ouyot, la pretesa del padrone di ridurre il salarialo in !schiavitù, quando poi riconoscete che il padrone ba diritto di porre il dilemma a.ll 'operaio: o vai alla messa e rinunzi al Sindacato o ti metto alla porta i In effetti è riconoscere pienamente al padrone questo odioso e rivoltante diritto, il dire che l'operaio che si mette in isciopero è un operaio che si congeda da sà stesso e non ha più diritti da far valere verso il padrone, nè è giusto che il poter"'. politico richiami alla ragione il capitalista prepotente. E benal esatto che il pieno diritto di pro• prietà. esclude cosiffatto intervento, ma è anche chiaro che il diritto di proprietà. appare, in questi casi, peri– coloso ed antisociale. li proprietario della.fabbrica vuol essere e padrone chèz-,oi ,, benissimo; ma flno a che punto l'operaio non è anche e ch.èz• 1oi • quando trattasi della fabbrica t Un diritto di comproprietà sorge qu1si naturalmente per il ratto della cooperazione rra pro– prietario e salaria.to. Vanamente si nega. 11fatto che la co,cien~a pubblica - e sottolineo a ragione - si op– pone categoricamente_ al e liberismo > padronato dei

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