Critica Sociale - Anno VIII - n. 17 - 16 ottobre 1899

CRITICA SOCIALE 259 a base di leggi formulate: vi ò Il ratto del partito cho vive, che si muove e che avanza. Un tale ratto è esso stesso della storia; e, come tale, s'impone ai teorici, smussa gli spigoli polemici, attutisce gli antagonismi meramente ideali, e concilia in una sintesi pratica quelle cho, sotto un dato angolo vi– suale sembrano divergenze irreduttibili e sono in fond~ verità parziali cbe si integrano a vicenda. L'eresia, dov11non sia il prodotto di personali va– nità o di meschini ripicchi, ma esca dal conflitto delle cose reali, é Il mi~lioi- aiuto, é la vera pietra di paragone, per la teoria che sembra attaccare; é controllo e stimolo continuo di revisione e di per– fezionamento; é sale di vita che allontana la putre– fazione. Se ~li altacchi di Bernstein non fossero stati Il partito socialista tedesco non avrebbe ag– glun'to all'elenco il più grande e il più salutare dei suoi Congressi. Perciò noi non crediamo coll"Avantt I di ieri che l"eresia di Dernstein col voto del Congresso sia debellata e sepolta. Essa nasce dalla necessità di gradualità e di adattamenti, da cui la tattica socia– lls!D.non potrà mai llberal'Si, :13lv'?la qu!l"tione di misura e di modo; essa seguirà ti partito come l'ombra il corpo, anzi come al dritto aderisce il ro– vescio, or più 01•meno accentuan_dosl e _rormand'? tema di discussione, a seconda dei tempi e degh eventi. L'adesione di Bernstein, che fu accolta da un unanime plauso, non fu una viltà né un suicidio. Auer difensore delle idee di Bernstein, fu rieletto nena' Direzione del partito. L'ordine del giorno di Flebel non ebbe solo una maggioranza: esso ebbe - 216 voti contro 21 - si può dire l'unani mità del Congresso. E al tirar. delle somme,~ fo':'"e.im– proprio parlare di vincitori e di vinti. Vmc1tore fu un solo: Il socialismo. • • • A quali tristi riilessioni non darebbe appiiilio un rafft·onto fra lo sviluppo glorioso del sociahsmo in Germania o la tisi a cui é costretto Il nostro par– tito in Italia, condannato ad abbandonare le sue ragioni di vita più essenziali e più alte per pro– teggere i diritti elementari dei cittadini, per osta– colal'8 i rinculi più vergognosi vel'So la barbarie del Medioevo! In Germania il Congl'8sso di Han– nover; in Francia la sconfitta del gesuitismo e del militarismo ad opera di tutti i partiti repubblicani, e l'arbitrato Valdeck-Rousseau, prel•dio di un nuovo diritto operaio, che attende solo di venir codificato e lo sarà fra breve; in Belgio, in Austria, dapper– tutto le forze del proletariato in aumento continuo, ese...;itantl una provvida azione di civiltà sul paese; da noi, ed é questa tutw. la politica italiana, la ga– lera al pensiero, il domicilio coatto, la vigilanza speciale ai deputati e.... il processo delle urne! Pure tempera la tristezza il pensiero che il so– cialismo é un fatto internazionale e i progressi che esso compie altrove sono patrimonio comune, onde beneficleranno un di o l'altro - ma con cei-tezza - pur le nazioni più arl'8trate. Nonché rinnegal'8 le patrie, come vanno bestemmiando gli ignoran– telll del nostro giornalismo reazionario, i progressi del socialismo, ovunque si vertnchino, promettono e preparano una patria anche a quanti og~i ne son privi - agli opp1·essi,sempre senza patria anche dove son nati. LA CRITICA SOCIALE. Al prossimo numero. Nord e Sud di G. D'ANGELO; La que– stione muliebre di MARIO P1LO; e uno slu– dto ,tel doti. ROMKO SOLDI sul ,·ecentt studi eco– nomici del pro(. Montemarttnt. Tiriamo l'oroscopo! Il nostro amico Pesstmtsta, che pizzica di pro– feta, ci manda un articolo sulla situazione politica, io cui dà come certa una pl'8visione che, in occa– sione di saturnali recenti, già venne adombrata, ma in forma assai dubitativa, anzi piuttosto per dichiararne l'assurdità manifesta, da più altri Cogli quotidiani. Noi, s'intende, lasciamo al nostro collaboratore tutta la 1'8Sponsabilitàdei suoi infesti pl'8Sagi. Sa– remmo anzi tentati, se non itll volessimo bene, di gridare: crepi l'lut,·otogoTMa io quest'ora co,i Cosca, della quale, notava l'altro giorno lo stesso Corriere della Sera (7-8 ottobl'8), non ru mai la più triste - « mai fol'Se,rla vent'anni a questa parte, il paese fu più scosso nella sua intima co– scienza e più disorientato • - e le stesse classi dirigenti sono chiamate cosi (togliamo sempre dallo stesso giornale) « probabilmente p erché oramai non vogliono o non sanno dirigere r.iù nulla > ; in quest'ora in cui tutto pare possibi e e l'assurdo più d'ogni altra cosa; ogni libera opinione che si aderga di qualche spanna al disopra della quotidiana qui• sqmlia di notizie e induzioni, ogni giorno a vi– cenda date e contraddette, per tentar d'indagare quale sia veramente la curva del cammino del paese, meriw., non ross'altro a titolo di studio o di curiosità, di venir pl'88&in esame. Ora ecco, dunque, che cosa ci scrive il nosh'O aruspice dopo aver attentamente esplorato Il volo delle rondini e consultati gli auspici!. Parla la Sibili& I Dunque, se frattanl<>un accidente non lo manderà a ritrovare I morti di Sicilia e di Abba Oarima, Frao– coscoCrispl ritornerà presi<>ministro del regno d'Jtal11. Bisogna ohe sia cosi. La ristretta oligarchia di generali, latiroodisti, alti burocra.tiol, flnanzlerl,ohe s'intrecciaintornoal tronco del potere centrale,al sente investita dal ma.Lconlenlo, dall'avversione,dal rancori di tutl<>un popolo. i.a gran musa del proletariato cittadino e rurale, rimasta an• cora fuori del movlmeol<> politico e restia ad ogni organizzazione, è attraversata di tanto in tanto da repentine correnti di ribellione; lo Stato italiano può massacrarla e domarla, non potrà mai sperar da essa amore e aiuto contro I suol nemici. Quella parte del pr,,letariato, che s'è già a!Tacclataalla vita politica,gli è tutta. ostile. L• piccola borghesia, oppressa dallo /mposte, urtata noi suo senso morale da una serio di acandali vergogno1I, è, secondo 1 luoghi, clericale, so– cialista, repubblicana, radicale, tutto fuor che adora– trice dello 11a1111 quo. La grandissimamaggioranzadegli Impiegati civili, oppressa dal camorristi della buro– crazia centrale, pagata con stipendi di fame, non si sgomenta davvero all'idea di cambiar padrone. La eteasa borghesia, che 600 a Ieri per paura del socia– lismo inoeggla'fa all'esercito, ha capito che l'esercito fa pagare a ben caro prezzo la sua protezione, e, fra I&tirannide d'oggi e quell& della soconda metà del secolo venturo, comincia a preferire la. più lontana.. Lo stato d'animo di questa classe sociale è stato rap– presentato, in forma ostrogata anzicbè no, ma chiara, dalCasaretto,nella Riforma &Jciak del 15 dicembre 1898: NelJe no1tre cluai ultracooserYatrici,in quella gente che ogni giorno vede dappertutto la rivoluzione so– ciale e che non rifugge da ogni mezzo di coercizione per allontanarne persino gli allarmi e che applaudo a qualunque vlola11onedello libertà statutarie, pur di

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