Critica Sociale - Anno VIII - n. 8 - 16 aprile 1898

CRITICA SOCIALE la. monarchia. tlei normanni c. degli srnvi parallela. ai gloriosi Comuni italiani, In. ,rinascenza dol secolo XVI non indegna di conrronto con quella di altre regioni; che conta una lunga serie di sollevamenti contro l'oppres• siano: che rese possibile l'epopea. garibaldina del '60; o che fa. sempre parlare di sè quando non si parla. mai nò della Sarclegna 1 nè del Veneto, nè d'altra regioni notoriamente misere quanto o pili della Sicilia; oh, no perdio! un popolo tale - se esiste una psicologia col– lettiva. - non puù essere nè ,•ilo nò beota, come si arriva a qualificarlo. Loncao e Bona.giuso, nel lodevole desiderio di socia– listi e siciliani, ,·orrebbcro vedere sorgere il socialismo in Sicilia. e tro,·ano che al loro pensiero la materia ò sorda. Ma la. ma.teria non ò ma.i sorda cito per modo metaforico di d;re. L'impotenza ò nel nostro pensieM che non sa. trovare le condizioni perehè un metallo si tra.srormi in un altro, una specie vi\·onlo in un'alfra, una civiltà in un'a.lfra. Sul popolo ~iciliano non pesa. una. ra.talo inferioritii morale impossibile a. vincerci esso anzi ha lutto le viriua\ifa por sprigionare dal proprio sono una grande azione rivoluzionaria. Oggi ù ribello, non rivoluzionario; ma, lascialo che le coscien1.o si far• mino (?) e elle le vecchio condizioni di \·ila si renda.no intollerabili (1), e lo frequenti ribellioni brutali si mu– teranno in uua rivoluziono cosciente. Lo stesso scrh·erc che noi siciliani facciamo in vario senso ma. con la nota comune di desiderare la Sicilia do~na dei nuovi tempi o dello avvenire, è un segno che in Sicili;, lo spirito rivoluzionario cova nelle nostro menti e noi nostro carattere. La stessa imposizione crispina ò prova di forza. (?1!...). Se ho ricordalo che le qualità innate del popolo si• ciliano sono stato cantato fin dall"anlichitò.., non ò, caro Bonagiuso, per voler perpetuare l'Arcadia.. Noi rispet• tiamo la storia nei libri o nei musei, e perchè ci s.erva d'insegnamento, non por spirito di conservn.ziono come fanno i cattolici cd i patriotli. Ilo voluto, col ri,-:hiamo alle «: cosl11manzo primitive che onorano la nostra razz:l o che fin da.Jl'anlichità furono cantato dai poet.i », solo provare che il senso dell'onestà. o dell'onoro non difella in confronto con altri popoli, nei Siciliani; porchò ciZ che si discuto or:L non ò se l'indole idillica o pnlriar– calo abbia da persistere o no, ma se nelle popolazioni della Sicilia manchi il senso morale. I.,~ mora.lo patriarcale, primiliv,i e rozza, lascia elio i Jisonesli e i violenti trionfino o dominino su tutto le manifestazioni della vita Per passare ad una. mol'ale pili progredita. - fJ.UCl!a. borghese - occorre una tras• formazione nei mezzi materiali di esistenza morcò lo sviluppo industrialo. Uopo, socializza.ndosi prima. il la– voro o poi la produ1.iono, la mora.lo borghese, egoistica o ristretta, si muta nelh, morale socialista. In Sicilia. manca ogni forma. industriale di produzione, e l'agl'icolt.ura con il latifondo a. maggese ed a pascolo si mantiene feudale. La. produzione quindi ò scarsa. e divomla. pe1· quattro quinti dalla sola. possiden1.a fon– diaria. La.parto che va ai lavoratori Umiscl'a. ed incerta; e la popolazione crescente dovo inseh'aliehirsi in una. concorrenza. feroce per la conquista del pano. So non si è ladro o violento non si riesce. Dal seno della. plebe ogni individuo ardilo e senza. scrupoli 1 so forlUIHlto, si elC\'ai o si fol'ma una classo borghese con tali impuro origin;, la. quale comprime la classe che resta in basso o mira al dominio politico dando luogo al fenomeno crispino. Il Bo1rngiuso ci dice che quesla. minol'anza. dominante « è degna emanazione della. maggioranza. tollerante col ossequente, so non partecipante». No, caro Bonagiuso, so tutte lo parli di una massa si mantenessero uguali, il lavoro di differenziazione non potrebbe avvenire, e una classe dominante non si potrebbe rormaro. Chi si eleva deve avere qualche cosa di di\re1-so da chi resta in basso. Ora. 1 se per ele\·arsi occorre molla disonestà, ehi resta in basso deve essere per conseguenza. onesto o assai meno disonesto. Verità. sentila dal popolo cd espressa in alcuni pro– \'Orbì, significanti che il galantuomo muore povero. Dunque gli onesti, per dichiarazione dol popolo stesso, sono più numerosi tra le classi povere. Cosa.dobbiamo faro noi socialisti, conosciuta In. genesi del male1 Lottare porchè ragricollura siciliana si faccia. industriale; o a questo scopo mira il mio progetto di abolizione del lati fondo deserto, col mezzo della nazio• nalizzazione della terra i e suscitare la. coscienza, con ogni mezzo educativo, nelle masso soggetto. S. C,u1MA1u-;1u Scu1t·n. J.e ragioni del Cammareri non tutte ci p01·sua– dono e, per quanto fondate sul materialismo storico, non ci sembrano iminuni da petizione di principio. Concesso pure che la base dei dolorosi fenomeni mo– rali ciel :\'lezzocli, di cui Ja incontrastata glorificazione del Crispi ò oggi in ~ualche modo l'eìllo1·escenza visibile, si trovi nelle a1·retrate condizioni econo– miche e pili specialmente nel latifondo, rimarrebbe ancora da spiegarsi perché quello condizioni econo• miche siano, laggiù, cosi tenaci e di111cili a smuo– versi. La « questione morale», che sembrava se– polta, si rianaccia dunque ostinata: nè forse si potrà neppure teoricamente risolverla senza uno studio com1>aralivo di civiltà simila1·i, che ser\'isse ad isolare ciò che nel renomeno siciliano vi nuò essere di speciale e di caratteristico. • Una tale discussione, del resto, che ogni giorno pii, s'impone alla stampa d·ogni colore, è ben !unge dall'avere una portata solamente accademica. Con essa implicitamente, a dispetto di certi bigottismi, ò la stessa uniHt d"ltalia che si rimette in que~lione. Certo alla sua soluzione si connette il problema dell'unitarismo o del federalismo del nostro partito. LA CRITICA. Ilpartito s cialista el'imposta sui fabbricati I. I due disegni di legge, presentati l'uno dal ~lini– stero, l'altro dalla Commissione parlamentare, ten• dono a modincare la legge sui fabbricati vigente dal 1889. La legge del 1889 ammetteva il rimborso dell'imposta ogni qual\'olta un fabbricato restasse durante un anno Interamente sfitto. li progetto ministeriale propone il rimborso dell'imposta quando lo sntto raggiunge la metà dal reddito censito e colpito. La Commissione parlamentare invece pro– pone che il rimborso per sfitto avvenga quando una parte, capace di locazione e formante un tutto a sè, rimanga chiusa o nou atnttata. !'rescindendo dalla opporlunilà di un qualsiasi s.gravio a profitto di una classe certamente in con– dizioni economiche tutt'altro che cattive 1 quale ò quella dei proprietari di case, quando invano i pie• coli prGprietari, vessati e dissanguati, reclamano una misura di giustizia e quando invano gli operai attendono l"abolizione dei dazi sulle farine; prescin– dendo dalla diminuzione certo note1•ole delle en– trate del bilancio; entrambi i due progetti sono oppugnabili per un altro rispetto, perchè essi sono

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