Critica Sociale - Anno VII - n. 22 - 16 novembre 1897

CRITICA SOCIALE 339 che per strappare questa riforma ci volle tutta la tre– genda dei rispettabili panamisti - in Italia diremmo dei commendatori e cleigran collari - in vista dei quali si è cominciato a pensare anche ai diritti degli imputati. Qualunque sia it movente, questa legge - di cui ci riserbiamodi esaminare il testo- è una leggedi civiltà.. lLI,E Eoo. IL DOMICILIO COATTO IX. Un alt.ro paladino. Dopo l'Opinione, un altro e più svelto, se non più allegro paladino ~ sceso in campo alla difesa del disegno di legge. E il deputato Torraca, il noto alchimista della politica dei gruppi, il quale, nel Corriere della Sera di ieri (14-15novembre), pub– blica un articolo: Il domicilio coatto e l'agitazione socialista, nel quale egli pure si prova a fare l'in– nocentino. Già, son filati da un solo fuso: il 'l'Ol'· raca è il direttore dell'Opinione di ieri, colui che sosteneva il Crispi, sapendolo ladro, « per non darla vinta ai sovvertitori ». Egli si propone cli « uscir dall'equivoco• e obietta alla nostra agitazione: Se il Governo ritirasse la legge, quale sarebbe il risultato? Qual trionfo avreb– bero conseguito i socialisti e i radicali 7 Continue– rebbe ad aver vigore il capo V dell'attuale legge di P. S. - E si sforza. di dimostrare che la vec– chia legge è peggiore della nuova. - Quanto al famoso comma b dell'art. 3, non si tratta che di una parte, di una piccola parte della legge: • e sarà a dirittura il caso di vedere se di quella di– sposizione, quando essa sia pericolosa alla legittima libertà delle opinioni e della propaganda, non si possa fare a meno ». Sara il caso di vedere.... Quando essa sta pe,·tcolosa.... li valentuomo non ha che un piccolo dubbio e non piglia impegni. Adelante con juicio ! Cisiam fatti un dovere di spedir subilo all'egregio collega il manifesto iniziale del Comitato milanese, e cosi avessimo potuto mandargli la miriade ornai di ordini del giorno che riempiono da quattro mesi i f9gli popolari della penisola. E evidente infatti che il nostro onorevole collega, tutto assorbito in esplorare le calorie di Rudinì e la frigidità di Zanardelli, non trovò il tempo di informarsi, prima di combatterla, del carattere della nostra agitazione. Se l'avesse fatto, avrebbe appreso facilmente che essa non tende punto a far cadere il disegno di legge per lasciare al suo posto il capo V della legge vigente; ma tende a sbarazzare l'Italia da questo e da quello; e ci avrebbe rispar– miato la sua lezione di logica. Ma !'on. Torraca dovrà altresì consentire che la legge vecchia, per quanto abbominevole come a lui pare, ha una grande attenuante di fronte al nuovo disegno: quella appunto di essere una legge· vecchia e logora dall'uso; di non presentarsi ad invocare il nostro voto sotto le mentite spoglie di upa rifMma umanitaria; di non perpetuare, allar– gandolo e riconsacrandolo, il marcio che contiene. V'è dell'altro. All'on. 'l'ol'l'aca può bensì conve– nire di aver l'aria di credere che il famoso comma b sia l'unico punto discutibile, l'unico di cui possa dubitarsi che sia pe,·tcoloso alla tegilttma libertà delle opinioni• (Pare che pel 'l'orraca vi sia anche una libertà delle opinioni illegittima). Taciamo che cotesto accessorio del disegno di legge è parso a tutti, anche ai non socialisti (ricordinsi le opinioni del Pareto, dell'Impallomeni, del De Benedetti, e- spresse in queste stesse colonne), il vero scopo, l'anima segreta della legge, cui il resto fa da cornice. Basterebbe rammentare (e lo faremo a suo tempo più minutamente) la discussione in Senato e l'accanimento con cui difesero quel comma il guardasigilli Costa e il Vice-Rudinì, on. Serena. Ma, a parte ciò, basta aver letto il disegno di legge per sapere come esso - mentre si proclama di voler colpire soltanto la peggior feccia sociale - allarga gentilmente la legge antica, minacciando il coatto ai condannati per oltraggio, per istigazione a delinquere, per eccitamento all'odio di classe, ecc. e per associazione intesa a questo reato. Ah! non oc• corre davvero il famigerato comma b per darvi modo di mandare ai reclusorii eritrei socialisti, anarchici e repubblicani quanti vi garbi. Quelli che non potete colpire, e che escludeste a disegno, son soltanto i truffatori e i falsarii; questa gente, si capisce, vi è parsa degna di più delicati riguardi. L'on. Torraca trova notevoli miglioramenti nel fatto, che colla nuova legge il domiciliando sarà citato (s'intende, se invece non lo arrestino a di– rittura, come fanno più spesso) a presentare le sue discolpe; che sa1'à.soltanto proposto e non a di– rittura assegnato dalla Commissione locale (lo ar– rostiscono in: un'altra padella: grande vantaggio!); che le Commissioni son sottratte all'influenza del Governo e della polizia; che l'assegnazione « ha tutte le forme e le garanzie di un giudizio» (sic); che infine il maximum della durata è ridotto da 5 anni a 4 anni e mezzo. A parte quest'ultimo ritocco, imposto dal Senato al Ministero riluttante (questo aveva proposto9 anni) e del quale nel numero scorso dimostrammo l'illu• sorietà; noi abbiamo troppa stima dell'ingegno del nostro onorevole collega per pensare che quei< mi– glioramenti » egli gli abbia citati altrimenti che per canzonarci. Ah! quel procuratore del Re, quel consigliere di Prefettura (bravo! e che cos'era il Marescalchi !) indipendenti dal Governo! Ah! l'efficacia di quelle discolpe, non dall'imputazione di un fallo, ma (è la parvla della legge) di una tendenza morale! Ah! le « forme e le garanzie di un giudizio » che pre– sentano le Commissioni, giudicanti in segreto, senza dil'itto nel giu~icabile a un'imputazione precisa, a produrre testimoni, a valersi di avvocato, senza controllo veruno di pubblicità, e condannanti (poi– chè è la Commissione centrale quella che condanna) su rapporti di polizia, senza tampoco vedere la faccia dell'imputato ! Ma il miglioramento superlativo !'on 'l'orraca lo trova nell'essersi, in sostanza, sostituita alla rela– tiva libertà, per quanto triste, delle isole, j lavori forzati e la reclusione. Qui, dice egli sul serio, s'è in• dubbiamente migliorato e di molto. Se fossimo più cattivelli che non siamo, ci pi– glierebbe il prurito di augurare all'on. 'forraca di sperimentare - oh! per un paio di mesetti, non più! - questo ineffabile miglioramento sulle pro– prie carni. Ma preferiamo fargli una domanda, anche in vista della preoccupazione che lo assale di fronte a ciò che sia « pericoloso alla legittima li– bertà delle opinioni e della propaganda »: O perchè.. se la legge nuova è di tanto migliore della vecchia, il Govet;'.no s'è affrettato a vietarcene la discussione innanzi al pubblico! O perché, per tutelare un istituto che lo Statuto non consente (di questo vi dimenticaste, on. 'l'orraca !), non pre– scelse di mandare i suoi amici - voi in prima li– nea - a confutarci nei pubblici Comizi? Non vi pare che da questo tappamento di bocche, anche di fronte ai « lettori di giudizio», pe1'usare il gergo del Corriere, la vostra tesi resti un pochino in– debolita 1 .•..

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