Critica Sociale - Anno VII - n. 22 - 16 novembre 1897

338 CRITICA SOCIALE questione infatti delle otto ore non è, a confessione dei giornali dei capitalisti, se non il pretesto o l'accessoriq della grande contesa, alla quale diede l'origine. E noto che, allorquando alcuni imprendi– tori meccanici londinesi - una piccola minoranza - si ricusarono di accordare le otto ore in via di sperimento, malgrado precedenti promesse e mal– grado l'affidamento dato dagli opeeai, e confortato da esempi numerosi e concludentissimi, che in otto ore essi avrebbero dato la identica produziono che prima davano in nove, lo sciopero fu procla– mato solamente dalle poche centinaia di operai delle due o tre officine dissidenti. Fu allora che gli altri imprenditoei di tutta l'Inghilterra, vinco– lati dalla disciplina di ferro della loro permanente congiura, ordinarono a lor volta, a guisa di ricatto, il locli-out, la messa sul lastrico degli operai, i quali per ciò non debbono chiamaesi scioperanti, ma vittime dello sciopero dei loro padroni. Questi ultimi aveano capito che, se le otto ore non avreb– bero per nulla nuociuto alla produzione, avrebbero però rinforzato immensamente la potenza moralé, intellettuale e pee conseguenza politica delle 1'rades Unions. E pensarono che quello fosse il momento e l'occasione per schiacciare questa potenza anta– gonista, che mette in grado l'operaio di trattare con loro su un piede di relativa eguaglianza. Noo solo: ma la forza delle 1'mdes Unions è quella, che fa si che l'operaio non sia più un docile e cieco strumento per estrarre profitti, in mano del padrone, ma diventi in qualche modo il coope– ratore e l'associato dell'imprenditore. Con la forza delle 1'1·aaesUnions dietro di sè, l'operaio ventila efficacemente i patti d'orario e di salario, interviene nella regolamentazione tecnica del lavoro, concorre alle deliberazioni sul numero di apprendisti chQ si possono accettare in un opificio, sul numero e sulla velocità dei èongegni cui un operaio può attendere senza che la sua salute ne soffra o senza che la ~opraproduzione generi una crisi omici~a, ecc. ecc. E questo conteollo, è questa cooperazione demo– cratica e cosciente di uomini e non di bruti o di schiavi, che il patronato· britanno vuole spezzare. Esso obbedisce con ciò al naturale istinto del pa– drone che vuol essere (per usare la vecchia frase barbarica) padrone assoluto in casa propria, ma non tenta perciò meno opera dissennata. Dissennata non soltanto sotto l'aspetto filantropico, dal punto di vista dell'eguaglianza e dei diritti umani, ma dissennata sotto l'aspetto economico e dal punto di vi~ta del beninteso suo interesse di classe. Infatti, se l'Inghilterra fu sinora in Europa la nazione più refrattaria al virus socialista, fu appunto in grazia di questa potenza delle 1'rades Vnions, che per– metteva, malgrado il sempre c,·escente sviluppo delle industrie meccaniche, un certo equilibrio nei rapporti fra operai e padroni. Che quella forza sia spezzata, che quella valvola di sicurezza si chiuda, e la massa dei lavoratori inglesi non potrà che gettarsi beuscamente nella scorciatoia socialista e rivoluzionaria. Noi li aspettiamo a questo varco. Ed è perciò che, quale che sia per essere l'esito immediato della lotta presente, non abbiamo ragione di te– merlo. r padroni si trovano in tale condizione, che essi perderanno pe1•dendo, e forse ancora più per– deranno vincendo. Oli operai vinceranno vincendo, e vinceranno forse ancor di più se saranno scon– fitti. Nè noi rimpiangeremo, come fa il Quelch nell'Avanti.', i dodici e più milioni di franchi che sara costata la battaglia, nè rinnegheremo l'opera delle 11·ades Unions, perch'essa, mutate le condi– zioni della guerra, abbia dato di cozzo nel fondo di un cui di sacco. , Il lavoro secolare delle 1'rades Unions, al quale Bib V" Sidney e Beatrice Webb hanno eretto un monu– mento di 0 foria in un libro che fu recentissima– mente tradotto in francese('), non rimarrà perciò meno uno dei più grandi e benemeriti fatti della stol'ia moderna, e pee la difesa realmente attuata della vita e del progresso operaio, e come propul– sore dello sviluppo economico dell'industria inglese, onde, di rimbalzo, della civilta universale ('). È perciò che, malgrado le trasformazioni cui esse andranno indubbiamente soggette, e di cui la traccia lenta ma sicura si accentua in ogni loro successivo Congresso, la loro difesa è pur sempee la difesa della civiltà. E il giorno in cui il socialismo, al cui fatale avvento cooperano con non disuguale efficacia gli sforzi degli apostoli e i colpi dei persecutori, pian– terà la sua trionfale bandiera nella rocca delle organizzazioni operaie inglesi, queste non porte– ranno al « nuovo mondo morale» il contributo soltanto di uno sperimen.to fallito, ma quello altresi di un immenso risultato ottenuto: vi porteranno tutta una forza di preparazione cosciente, di soli– darietà provata alla lotta, di esperienza e di adat– tabilità e di spirito di battaglia misurato insieme e fervente. che farà traboccare le bilancie della storia e affretterà forse di un secolo le soluzioni sociali definitive. FJLIPPO '!'URATI. (I) mstotrc du 1'rade U11iontsme: un volume di pag. 6t6, con una tavola. - Paris, IB'J7,Giard et Brière, Rue Soumot, l6 (fr. IO). ri Questo secondo punto di vista è su1Jerbamente trattato in un altro lavoro dello stesso Sid11eyWebb, sul valore eco-nomtcodelle untont operale 1nglest, inserto nell'ultimo fascicolo del preziosis– simo At· c11.tv ro,· so3tale Geset.:uet>unguna Statlsttk, diretto dal dott. Erir1co Braun. (Elfler Band, drittes und viertes Heft.- Berlin, W. 8, Cari Heymanns verlag. - Ogni fascicolo, marchi !,50). LA FINE DELL'INQUISIZIONE Senza. che i giorna.li italiani tampoco se ne accor– gessero, in Francia la Camera.dei Deputa.ti ha votato la legge, già. passata al Senato, che abolisce uno dei residui più vergognosi dell'antica Inquisizione: I' istrut– toria segreta noi procedimenti penali. Ciò, malgrado le resistenze del gua?'dasigilli, fattosi interprete dei ma– lumori violenti della magistratura, che vede spezzarlesi in mano !'arme più potente e più comoda. delle sue torture. D'or innanzi ogni imputato sarù. interrogato nelle ventiquattr'ore, sotto pena, in caso di ritardo, di am– menda, carcere e danni; gli sarà dato un avvocato, cui sarà comunicata la procedura: nessun ulteriore inter– rogatorio potrà farsi senza la presenza del difensore, cui sarà. libero sempre di comunicare col detenuto. Chi ha pratica di processi penali; chi sa quali tra– nelli, quali imboscate celi l'istruttoria segreta; come l'uomo intontito dall'arresto, intimidito, confuso, sia vit– tima passiva d'ogni sopraffazione; come una sciocca bugia scappata nella furia irriflessiva della prima di– fesa, più spesso un errore del cancelliere disattento, i cui verbali diventano all'udienza articoli di fede per mettere il prevenuto in contraddizione con sè stesso, siano argomento sicuro di condanna; chi sa. la perfidia di certi giudici istruttori, massime in quei processi dove la Questura comanda e il magistrato obbedisce; non potrà. non vedere nella nuova legge un passo de– cisivo verso la luce e la lealtà, ospiti così lllalvise nei tenebrosi labirinti della Giustizia. Un giornale socialista francese insinua beffardamente

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