Critica Sociale - Anno VII - n. 15 - 1 agosto 1897

230 CRITICA SOCIALE ,. Ed ora ditemi: Arturo Labriola, prima di concludere, come ha fatto, essere inevitabili la decadenza dei corpi volontari e il trionfo del militarismo autoritario e pro– fessionale, non poteva meditare un poco su queste c0n– ùizioni sociologiche della Grecia e trarre da esse piut– tost0 conclusioni assai più fondate a favore delle no– stre teorie socialiste, che hanno smascherato la vec– chia democrazia borghese e anarchica e che propugnano un ordine di cose, nel quale non vi siano caserme e conventi, ma esseri liberi e coscienti, che riconoscono e rispettano la necessifa di un'organizzazione e di una disciplina ispirata a un ideale comune e fondate sul benessere e sulla giustizia. per tutti: nel quale lo in– teresse di pochi non possa portare a rovina un po– polo intero i Con ciò dovrei passare agli altri punti dell'articolo ùel Lombroso; ma per questa volta basta. GIERRE. BEBEL E LE OTTO ORE Ecco qui 11n piccolo saggio, fra mille, della buona fede, della serietà e del rispetto che professa per il suo pubblico la più gran parte della nostra stampa borghese. In que:3ti ultimi giorni di luglio ha fatto il giro di quasi tutti i giornali della penisola - con insignificanti varianti di forma, dall'Opinione al]a Perseveranza, al Fieramosca, ecc. - il se– guente articoletto, altrettanto breve quanto edifi-. cante: BEBEL CONTRO LE OTTOORE. Il capo-socialista Bebel ha pubblicato nel Nuovo Tempo un articolo sulla giornata di otto ore, che fa gran ru– more nel campo socialista. Fra altro egli dice: « Fra i porta-voce del partito socialista tedesco, ve ne sono molti che considerano come impossibile intro– durre fin d'ora nell'industria la giornata di otto ore e che fanno la propaganda in favore di questa riforma pi"ù che altro per obbedienza alle decisioni dei Con– gressi. « Essi predicano la giornata di otto ore senza entu– siasmo e senza ccmvinzione. Hanno dei dubbi assai seri sulla possibilità di ridurre ad un tratto, o gradatamente, a otto ore la giornata dove attualmente si lavora dieci o dodici _ore. « Molti dei capi sono d'avviso che una forte riduzione della giornata d·el lavoro potrebbe_ completamente ro– vinare certe industrie e provocare anche una vera ca– tastrofe per le piccole industrie domestiche. « È certo che è un errore credere che la riduzione della giornata ùi lavoro, anche se la si riducesse ad otto ore, avrebbe per effetto di dare occupazione ad un maggior numero di operai. » Il Nuoi;o Tempo - per chi non lo indovinasse - è la Neue Zeit ( « Era Nuova >>) di Stoccarda, la rivista più auto['.evole del socialismo tedesco; ed è naturale che nel campo socialista una simile ri– bellione del << capo socialista » Bebel a uno dei più fondamentali principii del programma prat_ico de! partito dovesse fare « gran rumore ».· Chi pensi che la lotta per le ore di lavoro è oggi, si potrebbe dire, la trama di tutta la questione sociale; che il capitalismo e la forza del capitalismo sono fatti di ore di lavoro non pagate al lavoratore; che il Ka– pital di Carlo Marx non è altro essenzialmente se non uno studio del sopralavoro, ossia delle ore di BibliotecaGino Bianco lavoro gratuitamente sfruttate dal capitalista; che infine la questione delle otto ore, dopo essere stata proclamata dall'Internazionale la più importante fra tutte per l'emancipazione proletaria, ha dato l'anima alla grande manifestazione mondiale del 1. 0 mHggio; chi pensi a tutto ciò dovrà forse me– ravigliarsi che il « rumore >> non sia stato ancora più grande e che i « porta-voce » del socialismo tedesco non si siano adunati per espellere dal par– tito un « capo » così poco coerente ed ossequente ai caposaldi del programma. In Italia i Circoli so– cialisti, che da un pezzo in qua dedicano alle espul– sioni dei soci « incoerenti >> la miglior parte della loro attività, non avrebbero esitato un istante ad applicare una misura tanto necessaria. Senonché, a che tutto ciò avvenisse, si opponeva una p:ccola difficoltà. Questa. Che l'articolo del Bebel nella Neue Zeit - ossia nel Nuo,vo Tempo, come dicono gli illuminati «porta-voce» della borghesia italiana_ - è tutto una forte e nutrita perorazione ... a favore pe1· l'appunto delle otto ore di lavoro ! I Il «capo-socialista» Bebel deplora, sul principio, che vi siano dei socialisti che non danno a cotesta rivendicazione tutta l'importanza ch'essa ha, che la considerano oggi impossibile e fanno la propaganda per essa più che altro per obbedienza ai Congressi; e sostiene che, se dalla riduzione della giornata di lavoro non è da attendersi un rimedio radicale all.a disoccupazione (il che nessun socialista serio ha mai sostenuto (1)), ciò non scema affatto la su– prema importanza economica e politica della ri- forma in questione. · Come si vede, le cose citate dai giornali italiani sono state scritte effettivamente dal Bebel - sol– tanto sono state scritte precisamente col significato opposto. Sono le obbiezioni che egli combatte. Al– l'infuori di ciò la traduzione dei giornali italiani è d'un'esattezza meravigliosa. * * * Sarà prezzo dell'opera - poichè la stampa bor– ghese ce ne ha dato così onestamente l'appiglio - riferire per sommi capi l'articolo del socialista te– desco. Il Bebel nota come la causa delle otto ore gua– dagni terreno ogni giorno nella pratica come nella dottrina: rammenta il disegno di legge dei socia– listi tedeschi, la cui discussione occupò tre sedute del Reichstag; e dimostra, sulle tracce di un libro dell'economista inglese e antisocialista Giovanni Rae, come tutte le obbiezioni contro le otto ore siano ormai definitivamente vinte dalla esperienza. Il lavoro del Rae -· scrive il Bebel - ha il pregio, anzitutto, di venire da 1 un imprenditgre, il quale, nello studio della questione, confessa di ·aver trovato materiale così abbondante e così chiaro; da dover diventare partigiano ogni giorno più fer• vido della giornata cli otto ore. Esso è inoltre un vero arsenale di fatti a favore della sua tesi. Allorchè, verso il 1850, cominciò in Inghilterra l'agitazione per le 10 ore, Cobden, il capo dei libero– scambisti, dichiarò che la riforma arresterebbe tutte le macchine. Si arrestino pure - gli fu ri– sposto - se, movendosi, devono distraggere la vita umana. La legge passò e l'effetto fu eccellente. Protesse le donne e i fanciulli e agevolò l'evolu– zione industriale dell'Inghilterra,... Rae dichiara d'aver seguita l'abbreviazione del lavoro da mezzo secolo, e sempre gli operai inglesi guadagnarono in moderazione, in salute, in intelligenza. in capa– cità produttiva. I buoni effetti della riduzione del tempo di lavoro, constatati ih Germania ed in Au- .. (1) Veggansl, fra l'altro, le nostre Otto ore di lai:oro, conferenza del !891, pag. 20 della 3,o. edizione.

RkJQdWJsaXNoZXIy