Critica Sociale - Anno VII - n. 15 - 1 agosto 1897

CRITICA SOCIAI;E 227 già condannati per quei titoli sotto i quali suole ammantarsi la per~ecuzione politica; e più an– cora col comma b dell'art. 3. 0 che colpisce, anche in assenza di precedenti condanne, i supposti sovvertitori della famiglia e della pro– prietà; esso risuscita_ quella sciagurata legge eccezionale che fu occasione a tanta orgia di arbitrii, a tanta tempesta di dolori e di proteste, onde le istituzioni vigenti parvero scosse; tan– tochè mancò l'animo al ministro degli stati d>assedio di invocarne la proroga; la risuscita, non più in via eccezionale e con limite di tempo, ma facendone un congegno normale e perrna– nente della patria legislazione. Da una simile legge di sospetto non v'è par– tito, non v'è cittadino che possa sentirsi al si– curo. Disposizioni, come quelle che abbiamo rammentate, so_no l'arme data in mano alla polizia compiacente - a quella polizia italiana che sa uccidere Frezzi e ·non sa prevenire Ac– cia.rito - per colpire alle terga, non pure i socialisti, i repubblicani, gli anarchici, ma, oc– casione capitando, qualsiasi incorrotta coscienza, la cui ope1·a sia molesta agli interessi dominanti (oggi sedicenti conservatori, domani forse cle– ricali) o a locali camorre soverchiatrici. Dispo– sizioni simili sono strumento di iniquità e di vendette, fomite di odii, seme di rappresaglie e di guerra civile. E a ragione uomini d'ordine come il prof. Pierantoni dichiaravano, in pieno Senato, indegna questa legge d'essere discussa in quell'aula. Ma il mostruoso disegno non giungerà in porto se il paese farà udire, esplicita e precisa, la sua volontà. A questo lo sollecitiamo. Ed è pe_rchè questo grande referendum, av– venga, che noi facciamo appello ai partiti che rappresentano in Italia l'ultima difesa della ]i. bertà e delle franchigie popolari, alle Società dei lavoratori, vittime predesignate della rifio– rente reazione, e a tl!tti i buoni citlia.dini che là proposta del Governo avrà, come noi, indi– gnati. Già nella capitale del regno, già in altri centri, iniziative simiglianti fanno riscontro alla iniziativa milanese. Che in ogni luogo, dove è fervido il culto delle civili libertà, si costitui– scano Comitati, si solleciti la stampa periodica, si indicano conferenze e si diffondano stampati che illustrino, nella pubblica coscienza, l'enor– mità della minaccia che le sta sopra sospesa. Su di essa pubblici e ordinati Comizii pronun– cino poi - riassumendo - la solenne parola del popolo italiano. Che la gran voce del paese rinfranchi quelli fra i suoi rappresentanti che, giurati alla causa della libertà, sanno lottare per essa; sforzi i B bliotecaGino Bianco perplessi e gli inerti a dichiararsi pro o contro il disegno di legge; li snidi dal comodo rifugio delle mezze misure e dei temperamenti tradi– tori. Il domicilio coatto è tale istituto che non si corregge altrimenti che col sopprimerlo. Compiendo questo lavoro - al quale rìon sono di troppo i tre mesi che ci stanno di– nanzi - non avremo soltanto assicurato il crollo di un istituto che è pericolo permanente e_ver– gogna del nome italiano. Chiamando le masse, i.ntorno a un tema concreto, all'attiva e razio– nale difesa della libertà, avremo fatto opera insieme d'alta e civile educazione politica, i cui frutti non falliranno all'avvenire. IL COMITATO BARINETTI a,vv. G. B. - BERTINI ENH.ICO - CAVALLOTTI FELICE, deputato - GAl\1BlNl avv. FEDERICO - LUZZATTO a,vv. RICCARDO, deputalo - MAFFI J\NTONlO - MA.JNO avv. LuwI - MARCORA avv. GIUSEPP~, deputato - HEINA E'l'TORE - ROMUSSI CARLO - RoNDANI dott. DINO - TU– RATI a,vv. FH.IPPO, deputalo. ALBINI ETTORE, segl'etario. Di1•igere ade .,ioni e cornnnica,zioni al Segretario del C01\1l'l'ATO PER L'ABOLlZlO~E um, HOlllCILlO CO· 'l'TO, p1"esso la, Lega, Na,zionale delle l'oo1Je1·a• tive, via Ugo Poscolo 3, 111.ilmw. IL MIRAGGIO DELLE COOPERATIVE J. La pregiudiziale. Claudio Treves è molto furbo. Egli. colte al volo alcune parole di un nostro articolo intorno ai pe– ricoli della sirena cooperativista, cui occhieggiano molti socialisti di Piemonte e di Toscana, ci rispose facendo argutamente lo gnorri. (1) Egli ci disse: a che tanto scalpore? Noi non mettiamo neppure in discussione la cooperazione degli antichi utopisti, che credevano e speravano di risolvere con essa la questione sociale; noi vediamo, intorno, delle Cooperative di consumo, che sono ottimi affari, che procurano ai cooperatori buoni dividendi; noi man– chiamo spesso di quattrini pei bisogni del partito; e perciò abbiamo pensato che sarebbe un'ottima cosa se di quelle Cooperative noi ci impadronissimo o se ne costituissimo di altrettali. Di qui i voti dei Congressi regionali di Grosseto e d'Alessandria; e quelli (si potrebbe oggi aggiungere) più positivi del Congresso di Livorno. Tutto sta nel vedere se la cosa sia possibile: per questo si nominarono delle Commissioni di studio. Che c'è di male in tutto ciò? Nulla di male, amico Treves. Le Commissioni di studio non hanno mai fatto male a nulla ed a nes– suno, neanche quando - il che qualche volta av– venne - hanno studiato. Ma, dietro queste Com– missioni di studio e questi voti platonici e condi– zionati, noi vediamo un pullulare e un insistere di desideri, di impazienze, di illusioni cooperativiste, che dovranno o risolversi in nulla, e cioè in un perditempo pel partito, o risolversi in qualche cosa - e in questo secondo caso il pericolo è anche . maggiore. Si avrà insieme un perditempo, una de– lusione ed una più o meno grande bancarotta. Ecco perchè abbiamo gridato all'allarme. Ah! il desiderio di avere un po' più di quattrini, ( 1 ) CRITICA SOCIALE, {897, n. i3, Socialismo captralista.

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