Critica Sociale - Anno VII - n. 15 - 1 agosto 1897

CRITICA SOCIALE 239 dei. prodotti, producendo così un turbamento eco– nomico. Ciò starebbe in modo assoluto, se la classe bor– ghese fosse un tutto organico, compatto, omogeneo e cosciente, non dilaniato dalla interna concorrenza, anzi formante altrettanti ferrei sindacati quanti i rami d'industria; e viceversa (vedete l'assurdo!) il proletariato fosse tutto il contrario e non potesse opporre resistenza di sorta. Ecco, invece, ai grandi proprietari, nell'atto che tentano ripercuotere l'imposta, opporsi - come testé nel Cremonese e nell'Emilia - la resistenza dei contadini. Ecco ai pingui commercianti muovere concorrenza le Cooperative di consumo. L'indu– striale ha di fronte salar'.ì o non più riducibili, o riducibili solo con danno della produttività del la– voro, o difesi da poderose organizzazioni operaie. I possessori di titoli mobiliari invano si arrovel– lano a scaricare il balzello e non hanno su chi. E i proprietari di case? La più parte (se eccettui nei maggiori centri) sono piccoli o medì borghesi che, allegri e tranquilli, non pigliano parte al tram– busto. V'ha di ·più, nè il Bonzo lo nega; lo sforzo di ridurre i salarì diventa stimolo attivo, forse de– cisivo, alla organizzazione opèraia. E infine, la con– correnza fra capitalisti per la conquista dei mer– cati, la lotta fra terrieri e manifatturieri, ecc., sono altrettanti ostacoli che ritardano la ripercussione e lasciano tempo e modo alla difesa dei lavoratori. * * * Sia pure - dice il Bonzo. - Sta però che l'im– posta progressiva è un~ pietra d'inciampo all'accu– mulazione capitalista. E questione di aritmetica: se a 100 mila lire di redrlito aumentate l'imposta dal 10 al 50 °lo, l'accumulazione, poniamo, di 75 mila si riduce a 35.000 lire. - Ma il Bonzo dimentica una cosa. Cioè che l'aumento dell'imposta spingerà i capi– talisti (come fa il rialzo dei salarì) a perfezionare la tecnica e i metodi di lavorazione. Sicuro: è questione di aritmetica. Il reddito di. lire 100 mila (per tenerci a quell'esempio un po' paradossale) sarà .presto portato a lire 140 mila .... ed ecco salve le 75 mila lfre per l'accumulazione. Un fatto vale cento teoremi. Vedete l'imposta progressiva inglese - l'inconie-tax - colla sua brava· esenzione dei redditi minimi. Permise lo sgravio dei dazi sui consumi popolari e l'abolizione delle dogane protettrici; i generi calarono di prezzo, i salarì proseguirono la loro curva ascendente, e il grosso capitale, che più lo aizzi e più divora, séguitò imperturbato nel suo vertiginoso accentra– mento. Ma vi ponesse pure un po' di remora l'imposta unica personale e progressiva sul reddito. E non contate nulla il vantaggio di un'imposta che vi svela a primo sguardo le enormi sproporzioni della ricchezza? Non còntate nulla i benefici che frat– tanto ne potrebbe cogliere il pl'oletariato coll'abo– lizione dei dazi, colle maggiori spese per l'istru- zione popolare, ecc., ecc.? (1) · E infine, chi potrebbe giurare che la magra borghesia - la quale dovrebbe, si noti, all'azione del proletariato quel po' di respiro che le procure– remmo e capirebbe tuttavia (i fatti la ammaestrano anche troppo!) ch'esso non è che una dilazione del (1) A questo proposito fu già osservato che imposta progressiva vuol dire diversa distribuzione d'imposta e non, per sè sola, au– mento di introiti per lo Stato. Ma il Matteucci potrebbe con tros– servare che l'una cosa non esclude l'altro: e che i socialisti do– vrebbero anche domandare maggiori introiti e miglior impiego delle spese. (Nota della CRITICA SOCIALE), BibliotecaGino Bianco suo fato estremo - chi potrebbe giurare ·che essa non sarebbe mossa appunto da ciò a portare più attivo contributo di sue forze alla causa del prole– ta1'iato? Se dunque è vero, come è vero, che l'imposta progressiva si dovrebbe ottenere, oggi, in Italia, sotto la pressione del proletariato, spalleggiato dalla magra borghesia; se è vero che la legge della ri– percussione non è punto assoluta e troverebbe osta– coli e ritardi nelle di visioni borghesi e nelle forze lavoratrici; se è vero che il grosso capitale, toccato nel suo reddito, perfeziona la produzione, scambio di diminuire l'accumulazione; se l'income-tax non ha impedito né il concentramento dei capitali, nè il rialzo dei salari, né il buon mercato dei consumi; se l'imposta progressiva potrebbe dare ai proletari molteplici vantaggi e forse avvicinare ad essi la borghesia minuta; io ne concludo che essa è un ottimo mezzo di agitazione e sta bene nel nostro programma. E. MATTEUCCI, Sullo stesso argomento abbiamo ricevuto dal signor E. Mortara un articol9 che sviluppa specialmente un punto capitale della• questione: l'infiuenza dell'imposta progressiva sul concentramento dei capitali. Lo daremo nel prossimo fascicolo. Una lettera diCarlo Marx del1848 Frugando nei giorni scorsi, per certo mio lavoro, in alcune raccolte_ di opuscoli, giornali e fogli volanti del 1848, mi ·sono capitati tra mano alcuni numeri di un giornaletto, che si pubblicava a Napoli, intitolato il Corriere d·i Galabria. Quivi nel n. 7, in data 7 luglio 1848, è riferita la seguente lettera di Carlo Marx « al signor direttore del giornale l'Alba » Credo che l'A.lba sia il noto giornale fiorentino del 1848. La lettera è senza data, ma dal contesto si ricava che fu scritta da Colonia nel ma,ggio di quell'anno. A me pare bene di ricordarla agii italiani, ristampandola nelle colonne della 01·itica Sociale. B. CROCE, Al signor direttore del giornale l'Alba. Signore, Sotto il titolo di Niwva Gazzetta Renana (Neue Rheinische Zeilung) e sotto la direzione del signor Carlo Marx, si pubblicherà, col primo giugno pros– simo futuro, un nuovo giornale quotidiano in questa città di Colonia. Questo giornale seguirà nel nost1·0 settentrione i medesimi principi democratici che l'Alba rappresenta in Italia. Non può dunque es– sere dubbiosa la situazione che prenderemo rela– tivamente alla questione pendente fra l'Italia e l'Austria. Difenderemo la causa dell'indipendenza italiana, combatteremo a morte il dispotismo au– striaco in Italia, come in Germania ed in Polonia. Tendiamo fraternamente la mano al popolo ita– liano e vogliamo provargli che la nazione Ale– manna ripudia ogni parte nell'oppressione praticata anche con voi per gli stessi uomini che da noi hanno sempre combattuta la libertà .. Vogliamo far tutto il possibile per preparare l'unione e la buona intelligenza di due grandi e libere nazioni, che un nefario sistema di governo ha fatto credere finora

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