Critica Sociale - Anno VII - n. 15 - 1 agosto 1897

236 CRITICA SOCIALE l'Inghilterra vede spopolarsi l'Irlanda, se consideriamo l_estatistiche del pauperismo dalle quali si rileva che la quota di popolazione assistita negli stabilimenti è. stazionaria, che le somme spe8e dagli enti locali per beneficenza, crescono, sia in via assoluta (1), sia nel loro rapporto alle spese totali, salito in pochi anni da poco più d'un sèsto a poco meno d'un terzo, dobbiamo pen– sare che gl'inglesi stessi, di fronte all'industrialismo _invadente gli altri paesi, sentano che il loro primato è sulla via d'esser per sempre perduto, sentano d'esser in troppi sullo. storico suolo britanno incapace a nutrirli, _sia coi prodotti propri, sia con quelli degli altri paesi scambiati coi prodotti delle proprie miniere. ( 2 ) La vecchia tesi fisiocratica (enunciata nel secolo scorso, in un tempo in cui nasceva appena l'industria– lismo e quindi apparsa falsa) tende ad esser vera. L'Inghilterra, crediamo, va incontro ad una crisi. * * * Dopo aver mostrato l'insufficienza del protezionismo e del libero scaml;>ioa migliorare le sorti della grande maggioranza della popolazione inglese, Ledru-Rollin dice: Una giusta ripartizione del benessere avrebbe facili– tato la consumazione interna. Ma, poichè la questione ùella ripartizione tocca interessi costituiti con troppa solidità, e tale questione è innanzi tutto la questione del popolo, egli solo potrà regolarla, organizzarla, dopo la più spaventevole delle catastrofi. Si legga al posto della par0la popolo quella di pro– letariato, si pensi a certe condizioni attuali dell'Inghil– terra, c0me la forte solidarietà operaia, il grande accen– tramento della ricchezza, la libertà politica, l'abitudine al socialismo municipale, e verrà fatto di chiedersi col Ferrero se non sia tutto ciò un terreno propizio a che l'Inghilterra sia la prima nazione ad applicare (almeno parzialmente ma su vasta scala) i concetti colletti visti e se tale non sarà il rimedio con cui si tenterebbe di ovviare alla crisi intravista da Ledru-Rollin. Dico si tentè1·ebbe per le seguenti ragioni: Il regime colletti~ista potrà alimentare su una data regione più persone che non l'individualista, sia per la produzione aumentata dall'armonico e grandioso indirizzo e dall'in– tervento di lavoratori sottratti a fatiche parassitarie, sia per la corretta distribuzione, sopprimendo l'eccessiva alimentazionè di pochi e àei loro animali di lusso. Ma, a pa1·te che ciò non si può raggiungere d'un colpo, il términe principale qui è evidentemente· il prim0: l'au– mentata produzione. Ora in Inghilterra la produzione, specialmente quella agraria, è già accentrata, ed ha raggiunto una grande perfezione. Poco dunque potrà aggiungervi il socialismo e pochi abitanti di più potrà per opera sua albergare il suolo inglese. Emigreranno ancora per molto tempo i popoli, emi– greranno:· ma non sarà più la loro partenza quella di cenciosi, di_mesti, di adirati · contro il suolo natìo, ma sarà quella lieta partenza di cui ci resta il· ricordo nelle primavere elleniche, quando baldi giovani parti– vano, salutati senza dolore, per diffondere la patria ci vilt,à. E. MORTARA. ( 1 ) Dall'S0 al '90 esse raddoppiarono. (~) Si dice che i paesi tropicali non diventeranno mai indu– striali. Anche ammesso questo, forte sarà sempre la gara delle nazioni per contendersene la clientela. · L'abbonamento cumulativo alla Critica So– ciale e alla Lotta di classe costa L. 10 al– l'anno, L. 5 al semestre (per l'estero rispettiva– mente L. 14 o L, 1 ,50). BibliotecaGino Bianco A societàvecchia, uominivecchi Lo studio di Paola Lombroso su La supersti– zione della vecchiaia (1) ci richiamò a una que– stione, la quale, nonché i sociologi, interessa gli uomini politici. Senonché la geniale scrittrice, spie– gata assai bene la preminenza dei vecchi nei pri– mordi delle società umane con la necessità allora imperiosa di custodire ed allargare, sulla base del– l'esperienza personale, le conquiste dell'umana co· noscenza, sembra essersi, appena giunta ai tempi attuali, bruscamente arrestata nelle sue ricerche, rannodando la persistenza di quello strano predo– minio a una singolare legge d'inerzia e cu mi– soneis1no intellettual_e. Non siamo dello stesso avviso. Secondo noi, lo sperpero della giovin·ezza - nè più nè meno dello sperpero che in altro campo si fa dell'energia, del tempo e della ricchezza - è il portato naturale, quanto transitorio, del regime capitalistico. I vecchi prevalgono per l'istessa ragione per la quale è ai più deboli che, a causa del militarismo, vien di preferenza affidato il rinnovamento della razza; per la quale le donne brutte e degenerate, se ben armate di dote, più facilmente trovano marito; per la quale i ricchi, anche snervati e incapaci, vivono più a lungo dei poveri, anche robusti ed attivi; per la quale i servili e i depravati trovano favori a scapito dei forti caratteri; per. l'istessa ragione, in– somma, per la quale il libero gioco delle forze e delle facoltà umane è frustrato dall'azione delle forze e delle condizioni che erompono. dall'attuale ordinamento borghese; onde, determinandosi una selezione sociale a rovescio, non i migliori trion– fano, ma i più adatti. E i vecchi sono appunto i più adatti nel viziato ambiente borghese. Mentre da un lato, solo nell'età matura, cioè sul– l'arco discendente della parabola vitale, è oggi pos– sibile, quando pure lo è, .ad un uomo formarsi una posizione, che gli dia poi agio all'esplicazione della propria attività sociale e politica; dall'altro lato, per fatale contraccolpo, i vecchi, pel loro ca– rattere eminentemente conservatore e misoneista, sono oggi, non meno che agli inizì della società, gli elementi più adatti pel reggimento e la con- . servazione dell'ordine borghese. Non per nulla la Camera vitalizia - questo freno preordinato contro il movimento progressivo degli ordini sociali - è reclutata fra i barbogi, gli invalidi, i bocciati dal corpo elettorale. Ed ecco una riprova: l'influenza della vecchiaia è quasi nulla solo in quei campi nei quali le leggi del mondo capitalistico non si fanno sentire se non in modo molto indiretto: nel campo dell'arte, per esempio, e nei .primi nuclei della società futura. Solo nel regime socialistico, in cui, scomparso ogni ostacolo al libero sviluppo e all'illimitata espli– cazione delle forze e delle facoltà umane, si sentirà il bisogno di rinnovare ·con elementi vieppiù freschi e vigorosi l'organismo sociale; solo nel regime so• cialistico, diciamo, in cui i più adatti dovranno essere necessariamente i migliori, sarà la gioventù che trionferà sulla vecchiaia. Nel momento storico che attraversiamo, i più forti sono invece i vecchi, e perciò è giusto il loro do· minio. GlUSEPPE D'ANGELO. Il concetto, sbozzato appena, qua sopra, dal nostro collaboratore abruzzese, non ci sembra da rifiutare. Esso completa bene con l'integrazione sociologica (forse ne converrà la stessa Paola-Lombroso) il pensiero, pre- (') CRITICA SOCIALE, n. 12 e t3 del Corrente anno.

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