Critica Sociale - Anno VII - n. 10 - 16 maggio 1897

CRITICA SOCIALE 153 propostosi dall'Ufllcio: « Nel descrivere l'atluale sistema. tributario, l'Uflleio do! lavoro ha voluto dimostrare corno la concentrazione delle fortune sia facilitata.., corno si im– pongano gravami sull'industria e si impoverisca il lavoro per mezzo di un sistema fiscale vizioso. Il Rapporto però non ha. solo uno scopo fiscale, e vuol provare che ogni pri\•ilegio concesso dalla legge a singoli individui, por mezzo dei quo.liessi siano in grado di sfruttare i loro simili, costituisco una vera tassa. 1.·argomento svolto nel Rapporto acquista perciò una imJ>0rlanza grandis– sima per tutti coloro, i quali vogliono progredire verso una vita industriale più armonica, dove l'equità sia il fondamento dell'organismo economico o la leggo del– l"oguale libertl\ sia la legge della ,•ita sociale.> Le parole comprese fra lo virgolette si leggono in un documento umcia.le, il quale ò rorso ratto di accusa. più spielnlo che sia mai comparso, per bocca di govcrnanli, confro la appropriazione privala della rendita dei terreni edi– lizi e conlro la legislazione tribularia di classe. In pochi giorni la prima edizione fu esaurita, o una seconda di ventimila copie soddisfece a mala pena allo moltiplicato richieste i la En9li1h Laml llesto,·ation Uague lo vendo in lnghillerra a scopo di propaganda, quantunque si tratti di un volume di 400 puginc, irto di tabelle sta– tistiche. Il breve e scarno cenno eia mo dato inrngliedl, spero, molti a leggero i Rapporti degli Ufllci del la ,,oro ame– ricano ed a riconoscerne la importanza, non solo scien• t fica, ma anche pratica. Lurca El~AUDI. LA MORALE SOCIALE (') Il socialismo francese ha una disgrazia: c1uella d'aver avuto troppi grandi uomini. Ciascuno ha voluto costruire la sua teoria, ha rondato una scuola, ha avuto dei discepoli fedeli e rlei tonaci continua• tori. Questa esuberanza di chef~ tl'école, questa ef– florescen1.a di dott1•in0 ha impedito al socialismo francese di svolgersi con quell'ampia. maravigliosa. e superba compattezza che ammiriamo nel socia– lismo tedesco. Questo procede col movimento unito e solenne d'un gran fiume maestoso; quello si di– sperde in mille rivoli scintillanti e canori. Le fOl'Z8 socialiste francesi sono scisse fino sui concetti ron– damentali della piattaforma scienlinca; e pur troppo sembra (a ·~iudicarne dalla cattiva l'iuscita del ten– tativo di Mtllerand) che ogni sforzo per riunirle sia vano. Una delle piu fiorenti di queste scuole sociali– stiche è il malontsmo, che fa c.,po alla Revue so– ctaliste fondata dallo slesso Malou e ora diretta da Giorgio Renard. E or non è molto appunto la li– breria della Reouesocialiste pubblicava uno scritto postumo del fondalore di questo periodico, La Mo- 1·ale Sociale, recentemente tradotto dalla signora Bianca Finzi, e preceduto, nella edizione italiana, da una prefazione di Enrico Bignami. Il malontsm.o in Francia è in continuo conflitto col marxismo, e viceversa. Lo stesso Benedetto Malon dedicava già due capiloli del suo Socta– lfsmo (15.' e 16.') a combattere il materialismo ma1•xista, obbiettando che l'evoluzione non è così semplice come è da questo raOlgm·ata; che i fat– tori di essa non sono soltanto economici, ma anche l'eligiosf, filosofici, politici, sentimentali, estetici: ( 1) OiSOIT MALOS, I.a Morale Sociale, con prefazione di ESRICO 810:-.uu. - lfrh1.no, edllori della Biblloleca S->clale, 1897 (Depoaito preuo la Cr-Wca Socrate, L.. !). che il marxismo rimpicciolisce la questione so– ciale, perchè non soltanto lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo si deve combattere, ma anche tutte le oppressioni ed iniquità teligiose, famigliari e politiche, tutti gli egoismi, lo durezze nocive e le sofferenze evitabili; che la lotta di classe è uno dei fattori più grandi della storia, ma però non ne è l'unico. e la società politica non e il riflesso sol– tanto della società economica: menfre poi dal punto di vista taltico ò insufTlciento faro appello soltanto agli interessi di classe e sdegnare il concorso delle forze sentimentali e morali che sono le piu polenti di tutte. I marxisti francesi rispondono per le rime. « lo non conosco nulla di più burlesco, scrive Deville ('), che la pretesa di Malon di com,pletare Marx. li cosi dello complemento apportalo da lui all'opera di i\farx è cosl mostruoso come la cintura erniaria di cui i bandaotsles hanno l'odiosa mania di co– prire questa o quella riproduzione d'un capolavoro della statuaria antica. Quanto a me, ricuso l'auto• rità di Malon in ogni materia, e a chi ci oppone la sua filoso/la, griderei volentieri: ignore, allon– tana da me questo calice! • (') Anche senza parlare in modo cosl ir1•iverente d'una delle figure mo1·alipiù simpatiche cielnostro tempo, non si può però negare che il Malon, tanto nei capitoli del Socialismo, cui ci riferimmo sopra, quanto nella conclusione della sua ~lo1·ale SocfCtle, abbia frainteso in gran parte la portata della dot– trina marxista. Come è altrettanto· certo che una infusione di materialismo storico a, 1 rebbe dato il vigore e il rilievo che manca specialmente a tutta la prima parte di questo suo ultimo libro. In essa il Malon espone i varì sistemi reli~iosi dell'anti– chità. Ora, se nella formazione dei sistemi filosofici (che occupano qui la seconda melà del libro) l'ele– menlo individuale, fornito dalla menle di chi lo crea, può preponderare sull'elemento collellivo delle condizioni ambienti, il contrario avviene nei si• sterni religiosi. Perchè una religione si radichi e dìvenga p1·edominante occorre che essa sorga e si presenti l"ispondenle a quello generali condizioni morali e sociali che hanno alla 101·voita la base nell'ordinamento economico; altrimenti essa rimane soltanto un pazzesco concepimento individuale. Non si può dunque uell"esporre i sistemi religiosi pre– scindere dalle condizioni sociali in cui essi fiori– scono e che sono quelle appunto che ne determi– nano e ne spiegano la divel'sa fioritura, più o meno splendida, più o meno mostruosa. Lo studio di queste condizioni è quindi assai più utileall'esatto intendimento dello spirito religioso delle varie epoche. che non l'esposizione diligente ma pura– mente formale delle dottl'ine, avulse, pe1•dir così, dal loro terreno. In una esposizione così fatta (come ò quella del )lalon) non può a meno di riuscire maraviglioso e inspiegabile il maggiore o mi11ore progresso d'una morale religiosa a confronto di un"altra della sle3sa epoca; il prevalere in questa del misticismo e della contemplazione, in quella dell'allività pratica e dell'azione: o i punii di con– tatlo che presentano religioni di popoli diversi; fa.tli, appunto, che non si possono spiegare se non coll'esame accurato dell'ambienle intellettuale e del sottosuolo economico che lo determina. ... )la la ripugnanza del Malon per il materialismo storico non gli nuoce soltanto nell"esposizione dei (') Dl!.\'ILLE, Pfi11CI/HI Soctallllu, Gl:ird e Br,èrt>, IS!IG, Pré– fac~. JJll:f. xx,·. fl Vedi la replica del HP.~ARD (Sociall.tlllf! lllli!)ral et marxl• .1111e) nella Rtt:ue Sodall1te del maggio 18\lG.

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