Critica Sociale - Anno VII - n. 9 -1 maggio 1897

CRITICA SOCIALE 131 nianza (1). Le otto ore non sono più per noi un mezzo meccanico di r·ialzare i salari. benchè pos– sano produrre anche questo effetto. Ma 1a pressione sempre c·rescente delle masse operaie organizzate per la diminuzione del tempo di lavoro costringe gli industriali a perfe1.ionare i mezzi meccanici e chimici del lavoro, a organizzare meglio l'industria e a scemarne gli sperperi, a produrre in minor tempo la stessa quantità di ricchezza, qualche volta una quantità di gran lunga maggiore. Il movimento delle otto ore diventa cosi lo stimolante supremo del progresso industriale. Il risultato è che la ricchezza non scema; scema soltanto il logorio della forza umana; scema la se1·– viti1 del lavoratore. Sotto apparenza di riforma eco– nomica, l'importanza delle olio ore è sopratutlo ))Ollttca. No1. ( 11 VeggaHI • t..e orto ore ,11 taeo,·o • nella nostra Btblloteca di prova11a11do. LA CENSURAESTITITITA .A. difè8a del giornulo del Purrito! I fatti che toccarono all'Avanti.', il giornale del partito, sono noti ai nost1•i lettori. In odio suo, J'Autorità, accodandosi alla canaglia che ne deva• stava i locali, ha sospeso l'editto albertino che tas– sativamente dichiara: l'obbligo di presentare alla R. Procura la copia sottosc1·itta dal gerente non pote,· mai sospende1·e la spedizione o disl1·U,u– ;tone del gtoniale; in altre pa1·0Ie. essere abolita la Censura preventiva, che formò il ridicolo e la vergogna dei Governi contro i quali l'Italia è di– ventata nazione. La Censura è rislabilita per l'Avanlt!, il quale dovrà. attendere il nu'la osta del magisti·ato in– quisitore. La sbirraglia poté dichiarare al direttore dell'Arantt! essere ben sicura che sarebbe seguito il sequestro del giornale, che nè essa nè la Regia Procura avevano ancora avuto campo di leggere. Più sfacciata testimonianza non fu mai osata del pieno asservimento del magistrato all'arbitrio della polizia. Ora noi poco contiamo sulla solidariefa della stampa italiana. Ci arrivano in questo punto il Resto del ('a,·lino e la Provincia di Bl'eScia - giornali che passano per quintessenze di liberalismo - i quali, a sviare il criterio di lettori che sup– pongono idioti, hanno la faccia tosta di imposturare una legge di loro fattura, proclamando ad una voce che la censura praventiva esiste nella legge tuttora; che soltanto essa è caduta io <li:rnso: giustificando così l'aggressione dei malandrini. Ma noi contiamo - e speriamo non indarno - sulla solidarietà e sulla ,·esistenza in seno al par– tito. E, dicendo e partito», alludiamo a coloro che questa solidarietà possono emcacemente mostrare, che questa resistenza possono esplicare coi fatti. Di che cosa si tratta I Si h·atta di una guerra, mossa al giornale in cui si assommano le migliori speranze del nostro partito, per raddoppiargli le difficoltà finanziarie, colle quali esso, come qua– lunque nuovo giornale, deve per qualche tempo fie1·amente lottare. Coi sequestri, colle angherie, col più spudorato oltraggio alla legge si vuole co· stringerci ad abbassare la nosfra bandiera. Stringiamoci attorno ad essa. La guerra a questa guerra forsennata non si ra altrimenti che col denaro. Noi ci rivolgiamo agli abbienti del partito. Pa– recchi di essi hanno già ratto un sacrificio: pos- ot :a G1 10 B n o sono raddoppiarlo. Moltissimi, troppi, o non ne fecero alcuno o lo fecero non commisurato alle loro possibilità e all'importanza del caso. L'aggressione brutale - che dimostra anche ai ciechi l'importanza dell'arma che si vuol strapparci di mano - susciti la loro coscienza e faccia loro sentire come, coll'onore del partito, sia impegnato in questa lotta il loro onore personale. Bissolati. Morgari. gli amici di Roma, hanno opposto i loro petti alla illegale violenza dei que• sturini, mantenendo forza alla legge. A voi chie– diamo che veniate in soccorso, sncXfando i cordoni della borsa. Gli operai hanno fatto il lol'O dovere anche troppo. D'altronde non è col soldo e colla lira fa. ticosamente sudata che potremo far fronte alla t>iecacongiura. Occorrono le centinaia e le migliaia di lire. E chi può darle le deve (') Sia questa la protesta di coloro che dell'idea redentrice sono amici e non de la ventura - la vendetta generosa di quanti si vantano devoti della libel'là. FlLlPPO TURATI. (1) l."A.i:a11U/ \·a 1,ubbilcando da un peuo che Il de/felt pre,·l1to JH!rque1l'anno è di circa I,. 50 mila. Qu.ala 1omma dev'euere 1ro,·11taentro itiu1t110al più cudl, ,e 11vuole assicurare la con– tlnulll\ del giornale. ILPARTITO S CIALISTA ELE IMPOSTE (Il (D,smsiatl 1er larllorma del pngramma itimo) Occorre spesso di sentire, specialmente nei paesi a piccola proprietà, i nostri conferemderi scagliarsi contro il cumulo spaventoso di balzelli che gravano le spalle dei contribuenti e far credere che il par• tito socialista, arrivato al potere, potrà. e vorrà di– minuire le imposte. Come pure da qualche tempo si va attribuendo una grande importanza alla tras• formazione tributaria, al sostituire cioè l'imposta unica progressiva sul reddito agli attuali dazi sui generi di prima necessità. Eppure, a ben rifletlere, la diminuzione delle im• poste è in pieno disaccordo coll'esseuza e coi fini del socialismo. Il socialismo infatti è in sostanza quella tendenza per cui molte incumbenze, che ora sono lasciate all'iniziativa e all'interesse privato, diverrebbero pi attribuzione sociale. Ora come è pos– sibile che la società sia per adempiere a tutte le nuove, più complicate ed estese funzioni, se nel tempo stesso, invece di accrescere, si diminuiscono le risorse finanziarie che essa possiede 1 Perché si potrà ben osservare che attualmente la maggior parte delle risorse tributarie va sper– pe1·ata a puntellare i privilegi e a soddisfare i ca• pricci della classe dominante, invece che ridondare a favore di tutti e specialmente della classe che tutto produce e le cui condizioni si ranno di giorno in giorno più disagiate. ~la quando si confrontino le entrate attuali degli e1•ari con quanto occorre- 1·ebbe ad attuare le grandi riformo che il sociali– smo si propone (istituzione di Casse per i vecchi, per gli invalidi, contro gli infortuni, ordinamento :scolastico degno di paesi civili, riscatto dei grandi l') 0lu1eppc Rensi, nello scorso numero, chiudeva Il suo scritto 111\l'lmpOl!IA progressiva con un v11n10 Interrogativo circa la con• venlenta di mantenere cole11a riforma nel programma minimo 1oclah1u1. A quel dubbio J)UÒ aenire di risposta - benchè scritto In antecedenza - Il J)resente articol,>. cht1 collima, nelle linee euentlali, colle opinioni giA -tipreue dal Maironi in quelle stHse colonne (C,-uica Sociale, l8!U,1>ag.5\ e 117). f.Yota cl Ua CRITICA).

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