Critica Sociale - Anno VII - n. 9 -1 maggio 1897

130 CRITICA SOCIALE come lo chiamava.no familiarmente gli operai, alla cui causa e gli mostrò se mpre tanta devozione - colui che lanciò l'idea. Le industrie tessili tra.versavano, in In· ghilterra, una formidabile crisi, i cui effetti si riper– cuotevano inevitabilmente sui profitti dei padrc,ni ed erano a. dirittura spaventosi per gli operai. I tessitori a mano non guadagnavano che due pence e mezzo al giorno, ciò che non raceva più di 7 franchi circa alla sot– timana per una famiglia. che avesse cinque persone al lavoro. Giovanni Fielden iniziò la campagna in nome dei mi– seri che guadagnavano i due pence e mezzo e si sforzò di provare che se, nelle filature e nelle tessiture, la giornata fosse ridotta da.12 ad 8 ore, ha.produzione do– vea subire una. riduzione corrispondente, ciò che avrebbe rialzato i prezzi del 25 'lo almeno. Gli industriali co– mincerebbero a lavorare con profitto e potrebbero pa– gare agli operai, per otto ore, gli alti salari che in o.Itri tempi pagavano loro per dodici. Lo scopo era dunque il rialzo dei salari; il mezzo, il regime dei « tre otto •· Non si trattava, evidentemente, di una rirorma improvvisa e generale per tutle lo in– dustrie. Si sarebbe cominciato da quelle, nelle quali la situazione economica. era più precaria pei padroni e per gli operai, o il sistema si estenderebbe man mano a.gli altri rami d'industria. Era nelle industrie tessili che maggiori erano le probabilità. di immediato suc– cesso: gli opero.i vi guadagnavano salari di fame, e il J. 0 marzo 1834 doveva. entrare in vigore per esse la legge Hobhouso, limitante a ot.to ore la giornata di lavoro dei fanciulli. Fielden aveva ben maturato il suo piano, quando, nell'autunno 1834, ebbe la visita di Roberto Owen che già dal 1817 difendeva. la riforma dei « tre otto •· Per tre giorni discussero il progetto. Owen dichiarò l'idea una delle più Importanti che si fossero ma.i concepite; fu deciso di propagarla. senza indugio. Dopo a.ver convertito i propri soci, Fielden si recò a Manchester, dove non ebbe gran da fare per guada• gnare a.Ila sua ca.usa la più parte dei gra.ndi industriali, i quali non chiedevano di meglio che di provocare un rialzo dei prezzi e che si dichia.ravano pronti a intro– durre la giornata. di otto ore cominciando da.I I. 0 mar– zo (1834). Convertì alla sua idea Condy, direttore del– l'Awisatore di Manche1te1·, giornale radicale, e il celebre Guglielmo Cobbet, che rappresentava egli pure in Par– lo.monto la circoscrizione di Oldham. L'idea. penetrò cosi rapidamente che il 28 novembre, in una grande riunione a.Manchester, i fabbricanti fonda• rono la. Società p<,.,• la ,·iyenerasione na.:ionale, allo scopo di e rialzare la. condiziono della. classe operaia o assi– curnrle intogralmonte il vecchio salario por una gior– nata di otto ore ». Owen s'era inca.ricato dogli industriali del nord e si era aggiunto, come luogotenenti, Ebenezer Elliot, il poeta. della. e Legge sui grani •, e il pastore Bull, ret– tore di Brierley. Dai primi di novembre aveva lanciato un catechismo, che a.I quesito 14. 0 : e Pe1-chè a11egnerai tu alla giornata di lavoro una dura.la non maggiore di otto ore 'I•, rispondeva cosi: 1. 0 Perchè è quello il pili lungo periodo di consumo fisico che gli uomini - presi in media, e se si rispetti il diritto all'esistenza dei deboli come dei forti - pos– sano imporsi, volendo essere sani, intelligenti, morali e felici; ~. 0 Perchè le moderne invenzioni chimiche e mec– caniche rendono inutile uno sforzo più lungo; B1bllotec~ e 1 81 n 3. 0 Perchè, con una conveniente organizzazione, la giornata di otto ore permette di produrre al di là. <lei bisogni dell'umanità.; 4. 0 Perchè nessuno ha diritto di esigere lavoro da. altri uomini oltre il necessario per l'umana felicità. e di arricchirsi condaonnndo altri alla miseria; 5, 0 Perchè è interesso diretto di ogni uomo che tutti gli altri uomini siano sani, intelligenti, contenti o ricchi. La. propaganda fu cosi attiva. che, prima. della fine dell'anno, la. Società. per la rigenerazione nazionale aveva sezioni a Oldham, Rochdale, lleywood, Bury, Bolton, BIRckburn, Burnley, Preston, Chorley, Maccles– fleld, Nottingham, Worcester, \Vigan, Leicester, Con– gleton, Stalybridge, \Varrington ed anche a Londra. La rebbro clel proselitismo crebbe coll"o.ppressa.rsi del 1. 0 marzo. Al principio di febbraio la citata Società pe– tizionò alla Ca.mera dei Comuni una leggo che impo– nesse le otto ore, d lanciò un nuovo giornale: l'A,·aldo dei dirilli dell'indu1t1•ia. Il 21 febbraio fu annunciato che gli operai di oltre cinqua.nta. fabbriche di Manchester avevano chiesto ai padroni l'applicazione col I. 0 marzo delle otto ore, e otlcnuto risposte in gran parte favorevoli. A Todmordcn tutti i fabbricanti, eccetto due, erano propensi alla ri– forma se gli altri industriali l 'accettava.no . li Lancashire era ben disposto; l'Yorkshire indeciso. La. Scozia, mal– grado una seria propaganda, si diceva. non pronta. pel giorno fissato. Quanto all'Irlanda, era restata fuori del movimento. Lo. Società pe,· la t•igenerazione nazionale dovette allora. prorogare la. data della riforma fino al 2 giugno. Sgraziatamente, prima di questa scadenza, le schiere dei convertiti di 1' .. ielden si sbandarono, l"A,·aldo col 10 maggio sospese le pubblicazioni, e al 2 giugno nessun induslritt.le pensa.va. più all'esperimento dei « tre otlo •· La causa 1 I capi del movimento dissero che gli operai mancarono d'entusiasmo. t probabilissimo che, sbollito il primo orgasmo, padroni ed operai riconobbero che il pia.no di Fielden non era che un bel sogno ; che se il rialzo dei prodotti tessili poteva migliorare per un mo– mento la condizione degli addetti a questa. industria. (che è scopo lo degli odierni trusts, ma solo a vantaggio dei padroni), il vantaggio sarebbe sparito coll'esten– dersi dello stesso processo alle altro industrie. A che vendere più caro il cotone e la lana, so in cambio si devono pagare più caro le altro parti del vestito, l'nlloggio ed il vitto l Fielclen aveva preso un grosso abbaglio supponendo cho una nazione sia tanto più ricca quanto meno rie• chozza. produco. La conclusione di Lua; sembra scoraggiante. Essa non lo è punto. La riduzione delle ore di lavoro, come spediente padronale per ottenere un'improv– visa carestia di un determinato prodotto e per dimi• nuire cosi una concorrenza rovinosa,non ha inratti che la portata e gli elfetti momentanei d'una pro– tezione del profitto che, se generalizzata, annulle– rebbe sè stessa. Di questo genere è l'iniziativa re– cente dei nostri cotonieri lombardi per l'abolizione del lavoro notturno. L'antico esempio ed il nuovo mostrano come l' « alta idealità • del profitto renda qualche volta « socialisti , anche gli industriali! I patrocinatori della riforma delle otto ore, come conquista generale e graduale del proletariato, im– presa e finalità della manifestazione del 1.• maggio, hanno superato questo genere di obiezioni; anclte i più umili opuscoli di propaganda ne fanno testimo-

RkJQdWJsaXNoZXIy