Critica Sociale - Anno VII - n. 1 - 1 gennaio 1897

CRITICA OCIALE 3 OLIDARmTl INTERNAZIONALE l'cr gli scio11om11ti di Amburgo Da oltre un mese, circa venlimila rra scaricatori, marini e lavoratori del porto di Amburgo - la capitalo del commercio marittimo della Germania - stretti in meravigliosa solidarietà, sostengono coi loro padroni una lotta colossahl, alla. quale il partilo socialista tedesco s'è vivamente interessato, e alla quale un recente di scorso dell'imperatore, eccitante i capitalisti ad una resistenza ad oltranza, ha accentuato il carattere poli• tico, che gi& le veniva dalla sua stess& importanza eco– nomie&e dall'inter\•ento del enato, che promise agli sciopera"nti i propri buoni unici a patto che prima ossi desistessero dalla battaglia. L.11 Commissiono centralo clelle Società operaie te– desche, elle sin qui s'era limitata a domandare agli operai italiani di non prender parle alla lotta arruo• landosi contro di essi noi disertali cantieri, oggi si ri• volge alla parte cosciente del nostro proletariato, quanto dire alla parte socialista, invocando un aiuto anche materiale, e adducendo che qualunque soccorso sarà, nelle supremo distrette dello sciopero cho si prolunga, caro o prezioso. Por quanto povero e stremato dallo persecuzioni e ùalle urgenz.o locali, noi pensiamo che il partito socia• lista italiano non vorrà. meno al debito della solidarietà: ed eccitiamo gli amici a darsi prontamente attorno o mandare ai giornali del partilo, l'Ava,ati! o la loUa <li ckuse, quel qualsiasi rondo che potranno raccogliere, dimostrando che non a solo parole, o non solo per rar pompa di sà nei Congressi, il partilo nostro si sento ed ò essen1.ialme11te e praticamente internazionale. Ai prodi combattenti di Amburgo giunga conrortatoro il saluto e raugurio dei commilitoni d'Italia. LA C1UTICA SOCIAl,t:. IL MOVIMENTO OPERAIO INGIAPPONE (MOSTRA CORR\SPO !COY.NU OlLL'AUSTll.ALIA) Quando l'esercito giapponese passava cli villoria in vittoria nella recente guerra dell'estremo oriento, Paul Lafargue scrisse un brillante articolo nella Peti/e République notando gli effetti economici che dovevano venire da uno sviluppo industriale nel senso moderno delle due grandi nazioni asia– Iiche rispetto all'America ed al1'1lu1-opaoccidentale. In quoll'al'licolo inesol'abilmente logico, il La– fa,·gue additava alla borghesia europea od ameri– cana il terribile spetti-o ne,-o della concorrenza senza quartiere sul mercato mondiale, che non avrebbe tardato ad investirli; ed oggi, a così b1·eve distanza, gli inglesi pei primi - che specialmente nell'industria dei cotoni ne risentono i disastrosi effetti - incominciano a strillare e parlar di leghe di difesa delle industrio nazionali, nelle quali do· vrebboro entrare anche le Unioni di mestieri, e per non saper che cosa escogitare di meglio, hanno trovato, che il boycoting esteso in lulli i possedi• monli della graziosa regina (Gmn Bretagna e Colonie) alla merce giapponese sa,·obbe la miglio,· salvaguardia degli interessi.. .... della patria. Però, anche nella Gran B1-ek1gna il patriottismo ha subilo le esigenze dei tempi, o mentre gli indu– striali stabilili in Inghilten-a gl'idano contro gli aUens dell'estremo Ol'iento, altri flgli della bionda Albione, che hanno un ma1-supio da impiegare, costituiscono sindacali per l'im1>ianto di opiflcì e costruzione di rerrovie .... in Giappone, dove la mano d'opera costa comparativamente cinque volte meno che in Inghilterra. D'altronde, se in questa disperala lotta d'interessi, che può d'un tratto spostare le condizioni econo • miche d'un paese o d'una classe mettendo a nudo le magagno della stl'Utlu1·acapitalistica, la borghesia giapponese s'è in questi ultimi anni conquistata un l >oslo primario, se imbevuta dolio spirito moderno 1a saputo darsi una costituzione rorse superiore a quelle delle nazioni occidentali, se con l'ingegno caratteristico in quel popolo ha saputo dare in pochi anni uno s,•iluppo veramente p1·odi~iosoalle suo industrie, e, facendo toso1·0 delle piu 1·ecenti scoperto meccaniche per a1>plicarle a tutti i ,·ami della produzione, invade il mondo civile dei suoi prodotti ingenerando ovunque la gelosia od il so– spetto, se - come dicono le statistiche - il Giap· pone esporta il G3 pel' cento dei suoi prodotti manifaltu,·ati in barba alla cliresa delle tarifTe do– ganali, anche per esso la marcia ascendente del progresso ha le sue spino. Ila volulo il progros o, e progresso sia'. Il prolotni-iato si organizza, il SO· cialismo batte minaccioso alle porte, ò un alt1·0 grande paese che enti-a noi movimento inte1·na– zionale a portarri il suo contributo cli forze per la causa comune della 1·edenzione umana. C lo sitori di Yokohama o quelli di Lambkah si sono organizzati sul sistema dello Tl'{Uies Unto,is inglesi, come pure i meccanici, i tij>ogran, i deco– ratol'i, i mu,·atori ecl i concia~elli , i Tokyo; alke logho di resistenza sono in via di formazione in tulle le grandi cillil giapponesi, malgrado Io enormi clirflcoltà che incontrano noi padroni e nelle au– torità che tengono a questi bordone; imperocchè, la lotta di classe che oggi si sviluppa in Giappone ò quella di tutti i paesi civili, con gli stessi ca– rattel'i storici, e non può S\'Olgersi diver3amente. l,a borghesia giapponese con energia ammil'abilo ha e1•oluto e proletarizzato il suo paese in dieci anni, pili che non abbia ratto l'Italia in cinquanta, ed oggi coi mezzi che sa escogitare lo spi,·ilo di conse,·vazione vorrebbe distruggere ciò che ò parto dello sue viscere; ma questa è una fase inevitabile della lotta di classe che il p,-otetariato giapponese saprà superare affermando il suo diritto alla vita. I lavomlori giapponesi dolio dive1'Se industrie oggi organizzali, secondo la Japan Matt, raggiun– ~ono i 300.000, numero esiguo se si considera che 1I proletariato industriale giapponese dei due sessi si avvicina ai tre milioni, ma che rappresenta nondimeno una forte avangua,•dia la ')Ualo dà molto a sperare per l'avvenll'e; tanto piu che non si tratta di semplice o gretto corporativismo e la critica socialista ha incominciato ad entrare nello spirito delle corporazioni. ubito dopo la guorm. il Ministero della gue1·1·a mandò cinque ufficiali di stato maggioro in Inghil– terra a studiarvi l'organizzazione dell'esercito bri• tannico, e due di loro ritornarono con la traduzione del Ma>ll(esto Comunista in tasca e la testa piena cli teorie marxiste; un consolo addetto alla legazione d'nno Stato della Confederazione norJ-americana ru 1•ichiamato dal suo Governo pe1· a\ 1 er tradotto le .\fe11:ogne conven;tonatt di ~Iax Nordau, ed un bravo giovino che visse parecchio tempo nel tur– bine clolle agitazioni australiano pubblica da un anno in Tokyo l'Aovenil·c dell'Operaio, che, in– formato a c1·itel''ì prettamente socialisti, gia inco– mincia a parlai-e di rivendicazioni politiche. È naturale che del movimento socialista ve,-o non c·ò che l'embrione; una chiara percezione del movimento moderno ò lungi dall'essei' penetrata nelle masso, ma l'inizio ò buono, ò seducente, cd

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